Redazione Met Sport
Christian Petrucci presenta la difesa dei Guelfi Firenze di football americano
“Griffin una sicurezza. Ecco quali sono le principali insidie per noi difensori”
Tanti anni spesi nel football americano, molti dei quali indossando la maglia de I Guelfi Firenze. Christian “Death” Petrucci è ormai una delle bandiere della società gigliata, nella quale milita sin dalla sua fondazione. Il linebacker ha anche vestito la maglia del Blue Team negli Europei di Austria ’99. Con queste premesse il sito ufficiale si è mosso per intervistarlo in vista del sempre più vicino debutto in Prima Divisione:
Sei un elemento portante della squadra ormai da tempo, vista la tua esperienza ti chiedo: hai notato dei cambiamenti nello spogliatoio all’approcciarsi di questo esordio in Prima Divisione?
“Fondamentalmente lo spirito non è cambiato. Ci sono universitari, gente che ancora fa le superiori ed altri che lavorano e questo non si modifica con un mero cambio di categoria. Una variazione marcata invece l’ho riscontrata con l’atmosfera di professionalità che hanno portato in dote Kyle Griffin e Daniel Dobson, da quando ci sono loro si pensa di più a quello che dobbiamo fare in campo, anche se la giusta componente di divertimento non è andata persa. Sicuramente c’è più concentrazione nel gruppo e spero che questo possa essere un buon segno in vista dell’inizio della regular season”.
Vista la tua grande esperienza a livello difensivo ti chiedo un parere su Kyle Griffin, che giocherà alle tue spalle:
“Mi sono fatto l’idea che quest’anno, nel caso in cui non dovessi riuscire a tirare giù qualche avversario, ci penserà lui a farlo ed in pochi decimi di secondo (ride, ndr)! Quello che più mi ha impressionato di lui è la rapidità con cui riesce a leggere l’azione e a spostarsi verso la palla per placcare e chiudere l’azione. In questo è sicuramente di un’altra categoria. Sul piano psicologico invece mi piace molto il suo essere sempre sorridente, senza contare la passione che mette nello sport. Per noi sarà certamente una sicurezza in più”.
A livello di formazione difensiva che insidie vi aspettate da questa Prima Divisione?
“Ci sarà molto più gioco aereo, visto che qui ci sono quarterbacks abili nei lanci. Inoltre i blocchi non finiranno più quando il ricevitore controllerà la palla, ma ci saranno molti più aiuti per consentirgli di guadagnare una maggior fetta di campo e noi dovremo essere reattivi. Lo stesso vale sui giochi di corsa, dove la prima linea offensiva continuerà a spingere fino a quando non arriverà il fischio dell’arbitro”.
Pensi che il salto di categoria possa aiutare i tuoi compagni anche in un’ipotetica carriera in nazionale?
“Sicuramente c’è la possibilità che ciò si verifichi, ma voglio anche aggiungere che nel football americano nostrano le porte del Blue Team sono aperte a tutti e non solo ai giocatori di Prima Divisione. Del resto io prima ed Andrea Benoni adesso abbiamo raggiunto la convocazione senza giocare nel massimo campionato italiano. Detto questo spero che la nuova situazione funga da trampolino per alcuni dei nostri ragazzi, che potrebbero anche essere più motivati proprio dalla prospettiva di una convocazione”.
Cosa puntate ad ottenere in questo campionato?
“Non voglio gufare, ma la salvezza la ritengo un obiettivo alla nostra portata. Arrivare ai play-offs sarebbe un bel premio, non ci sentiamo troppo distanti, sulla carta, da questo traguardo, ma dipenderà anche dallo sforzo mentale che saremo in grado di fare”.
Risposta secca: più impaziente per il debutto a Ferrara o per la quarta di campionato che marcherà l’esordio casalingo?
“La prossima partita è sempre la più importante, quindi scelgo l’esordio a Ferrara contro le Aquile”.
26/02/2016 13.50
Redazione Met Sport