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Redazione Met Sport
I Guelfi firenze di football americano alla prima stagione in serie A1
Bardini: “I due TD sono un’iniezione di fiducia, li dedico a mio babbo ed alla Toscana”
Due touchdown al debutto in Prima Divisione per uno dei simboli del “Made in Toscana” del movimento nazionale di football americano. Jacopo Bardini, con una prova monstre contro le Aquile Ferrara, è subito tornato alla ribalta dopo il problema al menisco che lo aveva fermato nell’ultima uscita de I Guelfi Firenze della scorsa stagione (la semifinale di Seconda Divisione persa dagli Hogs Reggio Emilia). Per saperne di più su questo ritorno all’attività sportiva non poteva che arrivare un’intervista al wide receiver col numero 1 sulle spalle:

Partiamo dalla tua preseason, arrivavi da un infortunio al menisco e sicuramente sarà stata diversa dal solito:
“Mi sono operato a settembre e fino a gennaio non sono riuscito a riassaggiare il campo. Quindi tutte le sensazioni importanti per un wide receiver come la fiducia sulla palla, il sentire le mani che accarezzano il pallone erano un po’ venute meno. Il mio rientro in campo ha coinciso con l’arrivo di Daniel Dobson e dunque abbiamo lavorato per trovare l’intesa, un fattore che stiamo cercando di affinare tuttora negli allenamenti. Però ora mi sento fisicamente al top e questo è già importante”.

Due touchdown all’esordio in Prima Divisione, che sensazioni hai avuto?
“E’ stato molto bello, un’iniezione di fiducia che mi serviva visto che arrivavo alla gara con qualche dubbio derivante da quella che poteva essere la mia condizione post-operazione. Sono senz’altro due segnature storiche visto che sono le prime di questa squadra nella massima serie. Dispiace tanto non aver vinto, la partita era alla nostra portata e, senza invocare le tante assenze come giustificazione, dico che avremmo potuto concretizzare meglio i nostri drive nel quarto periodo, visto anche il lavoro fatto dalla nostra difesa. Era un match alla portata di questo gruppo”.

Rimaniamo ancora su Ferrara, per le Aquile due touchdown di Zanetti ed uno, quello decisivo, di McCulloch. Che idea ti sei fatto sul livello dei tuoi pari ruolo in IFL?
“Sono rimasto colpito da Zanetti, anche per lui era una prima volta nel massimo campionato italiano e mi è piaciuto molto. L’ho trovato naturale come posizione delle mani e può sicuramente crescere. McCulloch è un americano e deve essere per forza un valore aggiunto per la sua squadra, personalmente mi è sembrato molto più forte con il pallone fra le mani che nei movimenti prima di ricevere, dove ha comunque dimostrato di poter soffrire il lavoro dei nostri corner back. In campo aperto ha movenze molto belle, quasi in contrasto con ciò che ti aspetteresti da un wide receiver di quella statura”.

Cosa ti aspetti dalla trasferta di sabato ad Ancona?
“I marchigiani hanno una grande squadra, assieme ad i Lazio Marines sono l’organico più attrezzato del girone centro-sud. Ho visionato oggi il filmato della loro prima partita ufficiale dell’annata, quella vinta lasciando peraltro a 0 punti i Roma Grizzlies, quindi sarà un team da rispettare. Ci sono individualità spiccate, conosco alcuni ragazzi perché ho diviso con loro lo spogliatoio del Blue Team. Pignataro, il loro linebacker, è veramente una forza della natura e Michele Marchini, il loro ricevitore principale, sicuramente risalterà assistito dal quarterback americano. Nel complesso sono ben organizzati in tutti i reparti, ma questa è una caratteristica che accomuna tutte le formazioni di Prima Divisioni. Noi dobbiamo abituarci a giocare ogni match come una finale, una cosa che non ci accadeva gli anni scorsi ma che mi rende molto felice visto che sono un competitor. Giocare con gente brava quanto te o addirittura superiore non può che farti bene, anche se poi rischi che ti rimanga l’amaro in bocca come domenica a Ferrara. Se a 33 anni ho ancora la possibilità di migliorare è solo grazie a quanto già detto ed al fatto che in allenamento gioco contro Kyle Griffin ed Arturo Morara, uno dei migliori corner back italiani”.

C’è qualcuno a cui dedichi questi due touchdown?
“Li dedico al mio primissimo tifoso, sempre in trasferta al mio seguito come è accaduto anche a Ferrara, babbo Bardini. Lui è sempre pronto ad incitare dagli spalti il sottoscritto e gli altri ragazzi in maglia viola. Ogni volta ha una parola carina per gli arbitri (ride, ndr) e da poco ha intrapreso la carriera di coach negli Etruschi Livorno, dove anch’io do una mano allenando i ricevitori e gli special team. Il suo ruolo è quello di observer coach per Antonio Mertoli, il capo allenatore degli amaranto. Diciamo che gli ho trasmesso questa ‘malattia’. Ovviamente il mio pensiero va anche a mamma, che patisce da casa perché non può vedere il suo bimbo che soffre a terra per mano di qualche avversario. Infine spero che queste due segnature si dimostrino ben auguranti per la nostra stagione e per il movimento toscano di football americano, che merita una squadra stabilmente in Prima Divisione”.

11/03/2016 17.40
Redazione Met Sport


 
 


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