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Redazione Met Sport
Justin Forsett a Firenze
Con i Guelfi di football americano
Quello di giovedì sera non è stato il classico allenamento che una squadra di football americano svolge ed il fatto che questo fine settimana non siano in programma partite per i Guelfi Firenze è un elemento di contorno rispetto al principale avvenimento che ha snaturato la classica routine lavorativa della squadra toscana. Al campo infatti c’era una percentuale di inglese, strascicato e meno comprensibile rispetto a quello che udireste uscire dall’ugola di un Sir albionico, che non lasciava dubbi: in città si erano palesati gli americani, Justin Forsett in primis, che a partire da oggi intratterranno gli atleti italiani con il “Justin Forsett Camp”, svolto in collaborazione con i Guelfi Firenze. La visita di un’autentica star NFL come il running back titolare dei Baltimore Ravens ed il suo pool di coach professionisti ha innalzato l’eccitazione del gruppo, che si è fatto trovare a ranghi pressoché completi per l’accoglienza degli esperti a stelle e strisce. I gigliati hanno poi potuto beneficiare in campo dei consigli dei coach, insegnamenti utili che potrebbero fare la differenza nelle sette partite di regular season che i viola affronteranno a partire dal 10 aprile, giorno dell’esordio casalingo contro i Warriors Bologna. Al termine della sessione il sito ufficiale dei Guelfi Firenze ha avuto l’occasione di scambiare due parole con Justin Forsett, che ringraziamo per l’intervista esclusiva che ci ha concesso.

Potresti presentarti a quell’esigua parte di appassionati italiani che non sono a conoscenza della tua storia?
“Ciao a tutti, sono Justin Forsett e nella vita faccio il running back per la squadra NFL dei Baltimore Ravens. Sono nato e cresciuto a Mulberry, un piccolo paese situato al centro della Florida. Mi sono poi trasferito in Texas per frequentare la Grace Preparatory Academy di Arlington ed infine, al momento di frequentare l’università, ho fatto le valigie per la California, andando a rinforzare la squadra della University of California, Berkeley. Dalla San Francisco Bay è iniziata la mia avventura nel football che conta ed il draft del 2008 (scelta 233 del 7° giro, ndr) mi ha portato ai Seattle Seahawks, e prima di giungere a Baltimora, ho anche indossato le maglie degli Indianapolis Colts, dei Houston Texans e dei Jacksonville Jaguars. Quella che sta per iniziare sarà la mia nona stagione nella lega”.

Quando è nata l’idea di portare il “Justin Forsett Camp” a Firenze e come si è sviluppato questo progetto nel tempo?
“Ne abbiamo iniziato a parlare qualche mese fa, mi sono confrontato con il mio entourage ed abbiamo capito tutti che eravamo veramente felici dell’opportunità che si stava delineando all’orizzonte. A quel punto ci siamo mossi per forgiare un gruppo di persone che condividessero con noi la passione per questo sport e le giuste capacità per insegnare il più possibile agli iscritti. Siamo tutti molto contenti di essere qui a Firenze e non vediamo l’ora di provare ad infondere nei partecipanti gli insegnamenti, sia dentro che fuori dal campo, che abbiamo tratto dalle nostre esperienze”.

Quali sono i tuoi obiettivi per questa serie di allenamenti in terra italiana?
“Voglio partire dalle basi e fornire tutti i giusti strumenti agli atleti. Questo sarà di aiuto perché siano in grado di migliorare il loro gioco. Ovviamente io sono un running back e quindi una buona parte degli esercizi che io in primis potrò supervisionare sono quelli diretti a tale ruolo, ma ci sarò per qualsiasi atleta ed intendo recitare una parte molto attiva all’interno del training camp”.

C’è qualcosa di speciale che vuoi dire ai tuoi pari ruolo del Belpaese?
“Certo, ho una piccola metafora proprio per loro: il pallone è come la tua famiglia, quindi lo devi proteggere con tutto te stesso. Più in là riuscirai a portare l’ovale ad ogni azione e più soddisfazioni darai alla gente che ti vuole bene. Far parte di una squadra vuol dire unità e complicità, ogni giocatore deve sempre dare il massimo per i propri compagni”.

Cosa ci puoi dire a riguardo dei Baltimore Ravens e della prossima stagione di National Football League?
“Sono fiducioso, possiamo aspirare ad arrivare a giocare il Super Bowl. Ovviamente è importante stare alla larga il più possibile dagli infortuni, il nostro è uno sport di contatto ed essere sani è vitale per poter ambire a dei traguardi importanti. Nella stagione che si è chiusa un paio di mesi fa ci sono state tante defezioni nella nostra franchigia, compresa la mia, legate proprio al suddetto aspetto”.

Pensi che una nuova franchigia di NFL a Londra potrebbe aiutare lo sviluppo di questo sport in Europa?
“Sono già alcuni anni che il massimo campionato americano organizza una partita di regular season a Wembley e ci sono sempre stati degli ottimi risultati in termini di pubblico e di risonanza sui media e questo è un traguardo molto incoraggiante in tale prospettiva. Sicuramente fare un passo ulteriore, dunque portare una franchigia stabilmente nella capitale inglese, potrebbe aiutare la NFL a diventare ancora di più un marchio globale. Ancora però non c’è niente di delineato in tal senso”.

Sai qualcosa sul football americano giocato in Italia?
“Ho avuto alcuni amici che hanno giocato qui negli anni passati. Quindi posso dire che non sono del tutto estraneo a questo campionato. Ho visto foto, video e ho raccolto le loro esperienze, che sono state positive. Detto questo aggiungo che queste avventure sono ormai di qualche anno fa e sicuramente l’organizzazione si sarà evoluta negli ultimi tempi. Sul piano invece di un’esperienza personale vi dico che non sono mai stato qui prima d’ora e quindi non ho avuto modo di assistere di persona ad alcun match”.

So che sei qui con tutta la tua famiglia e quindi mi immagino che farai anche un po’ di turismo, hai già deciso quali luoghi della Toscana visiterai?
“Non lo so, sono aperto a tutto. Amo gli scorci che questa regione può offrire. Per arrivare al campo di allenamento siamo passati per la strada di Piazzale Michelangelo e la vista era bellissima. Sicuramente ci tornerò per fare delle belle foto a questa splendida città, questo è il mio primo obiettivo fuori dal campo”.

25/03/2016 17.04
Redazione Met Sport


 
 


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