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Redazione Met Sport
Guelfi Firenze di football americano: il punto del Presidente Dallai
La figura del giocatore-presidente nel club viola
Il guerriero ha terminato un’altra lunga stagione fra le fila dei suoi Guelfi Firenze. Alessandro Dallai però non è solo un giocatore della squadra di football americano, ma ne costituisce anche il punto di riferimento essendone il Presidente. Ovviamente, per il suo duplice impegno, non ci poteva essere persona migliore per affrontare tutti gli argomenti di una stagione che ha lasciato il segno nella storia della società, visto che sanciva l’esordio della squadra in Prima Divisione ed è terminata con il raggiungimento dei play-off Scudetto, un risultato al di fuori di ogni previsione. Ecco quindi tutto quello che ci ha riferito il numero uno dei gigliati della palla ovale:

Come hai visto la sconfitta di domenica nei play-off?
“La partita contro i Panthers, come sapevamo benissimo, era difficile da affrontare. L’unico vero vantaggio per noi era rappresentato dal fatto che non avevamo niente da perdere visto che il nostro obiettivo, vale a dire la salvezza, era già stato raggiunto e quello che è venuto in più rispetto alle nostre aspettative di partenza è stato completamente positivo. Ci siamo scontrati con una squadra che negli ultimi dieci anni ha fatto la storia di questo sport in Italia. Sicuramente fra noi ed i ducali c’è una differenza di performance, che forse è stata ancora più sottolineata dal fatto che per noi era la prima volta che ci trovavamo a disputare una partita del genere. Sicuramente dobbiamo ancora crescere, come squadra e come organico visto che i Panthers erano molto più numerosi di noi a livello di gruppo ed anche molto più preparati. I nostri ragazzi dell’U 19 hanno giocato con continuità e si sono comportati bene, ma il divario di esperienza con i veterani del team di Parma era veramente abissale. Sinceramente il match è andato come da pronostico, se avessimo fatto qualcosa in più di quanto prodotto sarebbe stato un grande regalo per noi”.

Parlaci anche del 4-0 inferto dal girone nord al raggruppamento sud:
“Mi aspettavo che i Dolphins Ancona potessero fare qualcosa in più, ma la partita contro i Giants Bolzano è stata comunque tirata, rivelandosi uno di quei match dove c’è un vincitore solo perché finisce il tempo. I marchigiani sono una squadra ben attrezzata e se avessero vinto il loro quarto di finale non penso che ci sarebbero state recriminazioni. Mi è dispiaciuto anche vedere i Marines non segnare in casa contro i Seamen Milano, onestamente il loro potenziale offensivo mi aveva impressionato nei nostri due confronti. Discorso diverso invece per le Aquile Ferrara, che hanno giocato una partita dal risultato scontato contro i fortissimi Milano Rhinos”.

Gli import hanno giocato la loro ultima partita, hai un pensiero su di loro che ti va di condividere?
“Sia i ragazzi americani che il nostro oriundo si sono rivelati un valore aggiunto di altissimo livello per i Guelfi, non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Tutti e tre si sono dimostrati disponibili, seri e corretti nei confronti del resto del gruppo e della dirigenza e questo non è facile da ottenere viste le esperienze passate vissute da altre persone che hanno ricoperto il mio ruolo nel mondo del football nostrano. Stiamo parlando di giocatori dalla grande mentalità, atleti che dopo aver disputato una partita al sabato sera venivano al campo ad allenarsi la domenica mattina ed i nostri italiani hanno assorbito questa dedizione alla causa. Daniel Lee Dobson poteva essere una scommessa all’inizio perché non è più un quarterback di primo pelo visto che ha 28 anni ed era inattivo da un paio di stagioni, tempo che ha comunque impiegato per migliorarsi partecipando a svariati camp ed alla luce dei fatti penso che nessuno possa avere qualcosa da ridire sul minnesotan; su Kyle Griffin vi dico che è stato un peccato perderlo per infortunio nelle ultime due partite di regular season, se non avesse avuto quel problema avrebbe potuto fare qualche intercetto in più ed arrivare all’ultima partita contro i Parma Panthers con meno pensieri dettati dalla sua condizione fisica, comunque siamo entusiasti di quello che ha fatto e per noi è stato bellissimo poter ospitare uno degli ex capitani di un’università di primo livello come quella di Northern Colorado; in merito ad Adam Ghadban vi dico che forse qualcuno ha riso vedendo la sua struttura fisica nei filmati arrivati in Italia, è vero che è abbastanza basso, ma riesce comunque a sopperire a questa mancanza con aggressività e voglia di fare, lui fa di quelle che potrebbero essere considerate delle debolezze i suoi punti di forza. Sono contentissimo di tutti gli acquisti che abbiamo fatto quest’anno, compresi gli italiani”.

Traccia un bilancio della stagione:
“L’annata è stata più che positiva, partivamo con l’idea di puntare alla salvezza e dopo una partenza balbettante, anche a causa degli infortuni in preparazione che non ci hanno dato modo di poterci esprimere al meglio, col passare del tempo, siamo venuti fuori ed i risultati si sono visti quando la squadra ha iniziato a giocare bene. Le sei partite vinte sono state figlie di un duro lavoro svolto e dell’impegno che abbiamo messo in questo progetto. Sono molto contento di essere arrivato terzo, davanti ad una squadra come le Aquile Ferrara che aveva investito molto più di noi e che aveva più esperienza in Prima Divisione. Arrivati ai play-off sapevamo che saremmo andati a scontrarci contro una corazzata ed abbiamo perso, ma ciò non toglie niente alla mia soddisfazione per questo campionato”.

Quali mosse ci dobbiamo aspettare adesso per il futuro?
“Siamo già a lavoro per programmare la prossima stagione, sicuramente continueremo a perfezionare il settore giovanile con l’intento di portare altri ragazzi a livello senior visto che i recenti risultati ci hanno dato ragione, ripagandoci del nostro e loro impegno. Quest’anno abbiamo iniziato con due U19 starter in difesa e hanno ben figurato. Faremo crescere loro ed altri ragazzi con apertura totale verso il mercato italiano. Con i nostri risultati abbiamo creato interesse nei componenti delle altre squadre visto che abbiamo anche il bonus di poter offrire una struttura che ci invidiano tutti. A differenza della stagione andata in archivio domenica, dove ci siamo ritrovati a fare le cose di fretta, inizieremo da subito a pianificare il miglioramento di un coaching staff che ha svolto un gran lavoro ed a vagliare nuovi ragazzi che potrebbero arrivare dagli Stati Uniti”.

Qual è stato il tuo momento preferito della stagione?
“L’attimo che mi ricorderò per sempre è figlio del nostro peggior momento. Ovviamente sto parlando della nostra vittoria casalinga contro i Lazio Marines, un trionfo arrivato dopo la pesante sconfitta (56-8, ndr) subita nella nostra trasferta in terra romana. Tutti i successi sono importanti, ma quello ha avuto un sapore particolare”.

C’è qualcosa che vuoi aggiungere al termine di questa intervista?
“Sì. Il mio unico rimpianto personale è quello di essere arrivato a questo campionato troppo avanti negli anni. Ormai è qualche lustro che gioco, ho 42 anni e spero di poter arrivare fino al limite massimo di 48, ma ogni partita è sempre più probante per me a livello fisico e poi ho anche compiti dirigenziali, la famiglia ed un lavoro da non trascurare perché non si può vivere, e questo è un peccato, di solo football americano. Mi dispiace non essere più quello di dieci anni fa”.

01/07/2016 15.54
Redazione Met Sport


 
 


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