Login

MET



Controlli voce Chiudi controlli
: Volume:  1 Velocità  1 Tono:  1
Fondazione Marino Marini - Pistoia
Un nucleo di esperti ‘antifrode’ per tutelare il valore di Marino Marini nel mondo
In 30 anni di attività si rilevano oltre mille opere autografe tra cui dipinti, sculture e disegni
La commissione scientifica della Fondazione Museo Marino Marini rivela per la prima volta dati e attività

Sembra unico e irripetibile ma non lo è. Non basta il nome di Marino, scritto a mano con lettere maiuscole visibile solitamente nella parte inferiore delle opere, ad attestare l’autenticità dei capolavori dell’artista pistoiese. Per capire se la firma è realmente autografa occorrono esperienza, competenza, sensibilità legata alla conoscenza diretta del maestro, del suo pensiero e dell’importante patrimonio artistico e documentale che Pistoia, grazie all’assiduo lavoro di tutela della Fondazione Museo Marini, in collaborazione con il Comune, custodisce, valorizza, promuove da oltre trent’anni.

Stabilire e identificare l’originalità di Marino, artista che ha prodotto migliaia di opere, diffondendole in tutto il mondo, dai paesi europei agli Stati Uniti, dove è stato particolarmente prolifico, dal Canada al Giappone, è l’attività di tutela, mai rivelata, che dagli anni ’80 svolge la Commissione scientifica della Fondazione Museo Marino Marini. Sono circa 1100 le opere di cui dal 1984, anno di costituzione del nucleo di esperti ‘antifrode’, è stata verificata la paternità mariniana e prodotto il certificato di autentica rilasciato ai proprietari, che detengono tesori inconsapevoli fino al momento dell’accertamento e della catalogazione. Appassionati, galleristi, collezionisti italiani e soprattutto stranieri, periodicamente, si recano al Palazzo del Tau e sottopongono al vaglio della Commissione scientifica le loro opere attribuite ipoteticamente all’artista, dipinti, disegni e persino sculture di dimensioni monumentali.

Nello specifico, nel corso dei trent’anni, sono stati rilevati 762 disegni e tempere, 341 sculture, 115 dipinti, opere di cui non si conosceva l’esistenza e che affiorano da un giacimento ‘sommerso’ del patrimonio Marino, tenuto nell’ombra dal trascorrere del tempo, dalle vicende e dai passaggi di proprietà che si sono alternati connotando la storia, non sempre lineare, di ciascuna opera. I dati sono rivelati per la prima volta dalla Commissione, punto di riferimento unico al mondo per le opere di Marino Marini, che si avvale dell’archivio storico, curato dalla moglie Marina, e dei cataloghi in cui sono registrate tutte le opere di Marino presenti nei centri museali, nelle gallerie d’arte, nelle collezioni private in Italia e all’estero. Il nucleo esiste dagli anni ’80 ed è costituito da tre esperti: la direttrice del museo Maria Teresa Tosi, che ne ha sempre fatto parte sin dalla nascita, Alfredo Coen, amico di vecchia data di Marino, nonché suo stampatore negli anni ’70, Flavio Fergonzi, docente della Scuola Normale Superiore di Pisa e critico d’arte e curatore della mostra Passioni Visive che aprirà i battenti a settembre a Pistoia e Venezia nell’ambito di Pistoia Capitale italiana della Cultura 2017. In passato hanno costituito il comitato di esperti la moglie Marina, l’allievo e collaboratore Kengiro Azuma, che si è spento nei mesi scorsi a Milano, alcuni dei più illustri critici d’arte di tutti i tempi come Mario De Micheli, storico delle Avanguardie artistiche del Novecento, Carlo Pirovano, Maurizio Calvesi.

L’obiettivo della Commissione scientifica è la tutela dell'opera e della memoria di Marino Marini. Ad illustrare i dettagli è la direttrice Maria Teresa Tosi. “L'attività consiste in un accertamento tecnico - precisa - diretto a verificare l'appartenenza dell'opera alla produzione del maestro al fine di procedere all'inserimento dell'opera stessa nell'archivio della Fondazione e alla conseguente catalogazione. L'inserimento dell'opera nell’archivio dipende esclusivamente da una scelta insindacabile e discrezionale della commissione”. Nel corso degli anni gli esperti hanno avuto l’opportunità di scoprire e verificare l’esistenza di opere di straordinaria bellezza, facendole emergere da una quantità consistente di opere non autografe che ammonta indicativamente a circa 5mila pezzi. “Se abbiamo il dato certo relativo al patrimonio autenticato – aggiunge Tosi - non si può dire con altrettanta precisione dei lavori falsificati o attribuiti erroneamente a Marino, sono migliaia le opere che nei 30 anni di attività hanno ricevuto parere negativo. Il lavoro di autentica è complesso perché di ogni opera, attraverso lo studio e l’analisi trasversale, il controllo incrociato dei dati in nostro possesso, dobbiamo ricostruire la storia, la vita curriculare e il percorso di tracciabilità risulta spesso confuso e contorto a causa delle complicanze legate ai vari passaggi di proprietà che si sono susseguiti nel tempo”. Le opere sono giunte e continuano ad arrivare da varie nazioni del mondo, soprattutto dagli Stati Uniti. “E’ a New York che Marino, negli anni ’50 – prosegue la direttrice - vive la sua stagione d’oro grazie anche ai rapporti assidui e proficui con il mercante d’arte Kurt Valentin che lo introduce nello star system americano iniziando ad esporre le opere di Marino nella sua galleria d’arte. Da qui scaturiscono le grandi collaborazioni con le capitali di tutto il mondo e con il cinema hollywoodiano, le opere di Marino hanno incorniciato i set dei kolossal come “Sabrina” e “Indovina chi viene a cena”. Anche oggi le opere più belle che recentemente hanno ottenuto l’autentica sono di respiro internazionale. “E’ senza dubbio l’emersione della produzione pittorica – precisa la direttrice - quella che ci ha sorpresi maggiormente nel corso dei trent’anni, dipinti straordinari, di grandissimo valore, ed è considerevole la quantità di opere che proviene dagli Stati Uniti, realizzata negli anni 50’, quella che per me rappresenta la maturità artistica di Marino Marini”. Il Museo di Pistoia è custode del più ampio ed eterogeneo patrimonio internazionale attribuito al maestro. Sono oltre 4mila le opere tra disegni, sculture e dipinti, conservate dalla Fondazione.

E’ incentrata sul legame tra Cavalli e cavalieri la chiave di lettura della realtà di Marino Marini. Il gruppo equestre è l’opera più nota che ha permesso a Marino di affermarsi come protagonista dell’arte del Novecento, è il simbolo di un linguaggio originale che il maestro adotta e realizza nelle forme espressive a lui più congeniali, la scultura, la pittura, il disegno, per esprimere il rapporto tra l’uomo e il mondo. E’ questa una delle opere di maggior prestigio sotto il profilo artistico ed economico. Il valore di una scultura equestre sul mercato attuale oscilla tra i 2 e i 5 milioni di euro. Del resto è proprio ai Cavalli e ai Cavalieri che Marino affidava tutto il senso della propria opera, come lui stesso rivelava alla moglie e a chiunque glielo domandasse: “c'è tutta la storia dell'umanità e della natura nella figura del cavaliere e del cavallo, in ogni epoca. È il mio modo di raccontare la storia. È il personaggio di cui ho bisogno per dare forma alla passione dell'uomo”.

Informazioni sulla procedura di autentica

Il proprietario è tenuto a fornire tutta la documentazione in suo possesso relativa a provenienza, partecipazione a mostre, inserimento in cataloghi ed ogni altra informazione utile ad agevolare l'espressione di un parere. Dovrà inviare 4 immagini 18 x 24 cm a colori. Nel caso in cui siano presenti, occorre inoltrare foto relative a firme o altri segni sul retro dell'opera. Nel momento in cui si riunisce la Commissione il proprietario verrà contattato dalla segreteria della Fondazione e invitato a presentarsi con l'opera originale. Il servizio di archiviazione si applica a dipinti, disegni, acquerelli e sculture e non riguarda né le litografie né le incisioni.

13/03/2017 14.27
Fondazione Marino Marini - Pistoia


 
 


Met -Vai al contenuto