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Regione Toscana
Sanità: Avis, 90 anni di impegno nella medicina e nella società
Presentato il libro a palazzo del Pegaso per ripercorrere una storia di solidarietà. Eugenio Giani: “la memoria sia elemento di stimolo per attirare tanti giovani, protagonisti della donazione del sangue e della gratuità”
“L’Avis è soggetto fondamentale nella dimensione dell’associazionismo, che offre gratuità e senso della vita donata agli altri, come elemento fondamentale è il sangue che scorre nel nostro corpo e rappresenta i sentimenti umani più autentici”. Così si è espresso il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, intervenendo alla conferenza dell’Avis, in occasione dei novant’anni di attività. “Ci onoriamo di ospitare in Consiglio regionale questa conferenza, per ricordare alla società di oggi la storia di Avis – ha continuato il presidente – e nella città del Giglio non possiamo non menzionare la testimonianza del presidente dell’Avis toscana del dopoguerra, scomparso nel 1990, Bruno Bartoletti, il suo appassionato impegno civile, in particolare nel volontariato medico sanitario, la sua instancabile attività svolta al servizio della città, che oggi vede in prima linea il presidente Luigi Conte e tutti i volontari”. “L’augurio è che la memoria sia elemento di stimolo per attirare tanti giovani – ha concluso Giani – protagonisti della donazione del sangue e della gratuità”.

In auditorium di palazzo del Pegaso, di fronte ad una platea di volontari e amici dell’associazione, ad accendere i riflettori su questo importante anniversario hanno contribuito in molti: Simona Carli (direttore Centro regionale sangue); Vincenzo Saturni (presidente Avis nazionale); Adelmo Agnolucci (presidente Avis Toscana); Carlo Sorrentino (Università di Firenze); Barbara Pezzoni (Università dell’Insubria); Marianna Siino (Università di Palermo). Una carrellata di interventi – moderati da Claudia Firenze, responsabile comunicazione Avis nazionale – per comprendere quanto gli avvenimenti esterni abbiano influito sull’attività dell’associazione e quanto la stessa Avis abbia inciso sui mutamenti e sugli sviluppi sociali e sanitari.

Dalla sua fondazione nel 1927, Avis è passata da 17 soci a 1.300.000 volontari, registrando negli ultimi 30 anni una crescita di quasi il novanta per cento nel numero di iscritti e del sessanta per cento nel numero di donazioni effettuate. È uno dei dati inseriti nello studio “Avis: 90 anni di impegno nella medicina e nella società”, presentato questa mattina in Consiglio regionale. Nel corso dell’incontro è stato sottolineato quanto sia essenziale una collaborazione sempre più stretta tra istituzioni e volontariato, nella salvaguardia del diritto alla salute costituzionalmente garantito. Entrando nello specifico degli eventi più significativi, la nascita del volontariato del sangue si fonda su importanti scoperte scientifiche, a partire da quella dei gruppi sanguigni all’avvento dell’anonimato, superando il passaggio dalla trasfusione braccio a braccio a forme più indirette, quindi passando a gestire i primi servizi trasfusionali, intervenendo nella selezione accurata dei donatori dopo la scoperta della trasmissione del virus HIV anche con la trasfusione, nonché sostenendo e diffondendo la plasmaferesi e le donazioni di midollo osseo.

Un contesto nel quale è essenziale da sempre la collaborazione con le strutture ospedaliere e con i primari, che hanno trovato in Avis una risorsa insostituibile per il benessere dei pazienti e per il funzionamento di tutto il sistema trasfusionale. Solo un dato: prima che nascesse l’associazione il sangue in Italia si pagava 900 lire e l’unico modo per ottenerlo gratuitamente era rivolgersi a donatori di fortuna come parenti o amici. Da qui l’importanza del lavoro di Avis, nel diffondere un nuovo modello di solidarietà e altruismo, rispondendo a specifiche esigenze del territorio, come la diffusione di malattie del sangue o il verificarsi di gravi calamità naturali, nell’esclusivo interesse della qualità e della sicurezza dei pazienti e dei donatori. L’auspicio è che Avis possa continuare nel tempo a trasmettere nella società italiana la cultura del dono e l’umanizzazione della medicina, abbracciando l’Italia tutta, come per la nuova campagna. La conferenza è stata infatti anche l’occasione per presentare in anteprima il nuovo sito www.avis.it, online da oggi, sabato primo aprile, e la nuova campagna di Avis #dialettisolidali che, come spiega la responsabile comunicazione, Claudia Firenze “vede protagonisti 13 tra donatori e riceventi a cui abbiamo chiesto di individuare dei proverbi dialettali contenenti la parola sangue. Obiettivo di questa campagna, che comprende spot per tv e radio e scatti fotografici, è sottolineare che il sangue è ciò che ci accomuna tutti, dal Nord al Sud Italia, dalla grande città al piccolo paese”.

A dare il “la” alla giornata fiorentina: la delegazione guidata dal presidente nazionale Avis, Vincenzo Saturni che, con il labaro della più antica associazione di volontariato del sangue d’Italia, sosta davanti alla targa che, in via Sant’Antonino, ricorda il luogo che nel 1895 diede i natali all’ematologo Formentano, fondatore Avis. Come ha commentato Saturni:“la conferenza di oggi non è casuale. Essere a Firenze vuol dire far memoria della città che ha visto nascere un uomo che, con la sua intuizione, ha permesso in 90 anni a centinaia di migliaia di persone di trovare una risposta al loro bisogno di cure e salute, attraverso il dono anonimo e gratuito di altrettante centinaia di migliaia di persone che in questi decenni hanno scritto la nostra storia. Il libro che oggi presentiamo è in qualche modo un ringraziamento sia a Formentano sia a tutte le donne e gli uomini che hanno scritto, e ancora scrivono, la nostra storia”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Adelmo Agnolucci, presidente di Avis regionale Toscana: “siamo onorati di poter ricordare il grande impegno di umanità delfondatore di AVIS. Una storia durata 90 anni, e che per la sua forza solidale non si esaurirà. Dobbiamo continuare ad alimentare questa lunga catena, anche perché i bisogni degli ospedali non diminuiscono e per la cura di molte patologie serve necessariamente l’apporto di sangue e plasma dei nostri donatori”. (ps)

01/04/2017 20.26
Regione Toscana


 
 


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