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Comune di Vinci
Il San Giovanni Battista e la ricerca della forma perfetta
In occasione della LVII Lettura Vinciana il conservatore del Louvre Vincent Delieuvin ha svelato le novità sull’opera di Leonardo emerse dal recente restauro
"L'incompiutezza del dipinto ci suggerisce che Leonardo abbia lavorato all'opera fino alla morte. La sua è stata una paziente e minuziosa ricerca della forma perfetta”. Le parole di Vincent Delieuvin, conservatore del Museo del Louvre che ha tenuto la LVII Lettura Vinciana sul restauro del San Giovanni Battista di Leonardo, hanno sancito l'inizio delle Celebrazioni Leonardiane 2017 a Vinci. La relazione di Vincent Delieuvin è stata introdotta dal sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia, che ha sottolineato “il forte rapporto con la Francia, consolidato nel tempo” e l'importanza di un appuntamento come la Lettura Vinciana: “Voluta da Renzo Cianchi con l'obiettivo di approfondire la grandezza del genio, superando una certa narrazione superficiale e folkloristica di Leonardo. Su questo palco è passato il meglio della cultura italiana ed europea”. Un restauro “estremamente difficile”, quello recentemente realizzato dai tecnici del Louvre, che non è potuto andare fino in fondo, ma che tuttavia ha consentito di scoprire ulteriori dettagli su una delle opere leonardiane che suscita ancora numerosi interrogativi. Del celeberrimo dipinto conservato al Museo del Louvre, infatti, s’ignora ancora oggi la genesi e la committenza. È noto che l’artista lo presentò, insieme con la Sant’Anna e la Gioconda, anch'esse incompiute come il Battista, al cardinale Luigi d’Aragona il 10 ottobre 1517 nella sua ultima dimora, il castello di Clos Lucé ad Amboise. Ma ad oggi non è stato ritrovato alcun documento che possa indicare una committenza, né il periodo preciso della sua ideazione. Alcuni disegni di Leonardo ci permettono comunque di collocare la sua genesi intorno agli anni 1504-1508, in un periodo di fervida immaginazione pittorica che vide la nascita di diverse composizioni. “In anni recenti - ha spiegato Delieuvin alla gremitissima platea del Teatro di Vinci - è stato ipotizzato che il destinatario dell'opera fosse un amico di Leonardo, Giovanni Benci, ma purtroppo non abbiamo riscontri certi. Possiamo però sostenere che la figura del Battista sia una forma già affrontata precedentemente dal Maestro, per la prima volta nell'Adorazione dei Magi, e successivamente nella Battaglia di Anghiari, dove si vede un angelo con il braccio sollevato che annuncia la Vergine. Disegno, quest'ultimo realizzato da un suo allievo e corretto in seguito dallo stesso Leonardo. L'evoluzione della figura del Battista si nota anche nella scultura di bronzo Predica del Battista, opera nata dalle mani di Giovanfrancesco Rustici, con la collaborazione del Da Vinci. Per cui è legittimo sostenere che la genesi del dipinto sia datata tra il 1507 e 1508”. Delieuvin ha raccontato il difficoltoso processo di restauro, che ha dovuto affrontare ben 17 strati di vernice: un graduale lavoro di assottigliamento degli strati, risultato molto più complesso sulla figura del Battista che sullo sfondo: “Normalmente - ha evidenziato - più si pulisce e più la figura si sbianca, diventando più fredda. In questo caso, invece, il San Giovanni rimaneva stranamente giallo. Abbiamo dunque deciso, per cautela, di fermarci e di non arrivare fino in fondo”. Una scelta dettata dal carente stato di conservazione in cui il dipinto è giunto fino a noi, ma anche dal “delicato lavoro di sfumatura operato da Leonardo” e quindi dalla necessità di non stravolgere il rapporto luci e ombre del quadro: “Qual era la luce ricercata dal maestro? - si è chiesto il conservatore - Difficile dare risposta definitiva. Il Battista è una figura molto legata alla luce, considerato appunto come il suo testimone. E sappiamo come il Maestro dedicò molta attenzione e tante ricerche alla resa della luce”. Una delle poche certezze emerse dal restauro è l'evoluzione della figura del Battista nella mente dell'artista: “L'analisi di fluorescenza con i raggi X ci ha permesso di scoprire i numerosi pentimenti e cambi di idea del maestro sull'opera - ha concluso il conservatore del Louvre - Si vede come Leonardo abbia cambiato più volte la posizione della figura e anche del braccio, preferendo dare maggior forza evocativa al movimento in torsione del corpo”. Durante la mattinata, inoltre, sono intervenuti la vicepresidente della Regione Toscana, con delega alla Cultura, Monica Barni, la direttrice del Museo Leonardiano e della Biblioteca Leonardiana, Roberta Barsanti, la console onoraria di Francia a Firenze, Isabelle Mallez, e l'assessore alla Cultura del Comune di Vinci, Paolo Santini. Quest'ultimo ha sottolineato il grande lavoro portato avanti negli anni dalla Biblioteca Leonardiana, divenuto centro di ricerca scientifica di altissimo livello: “Tutto questo lavoro portato avanti dalla Biblioteca ha dei legami profondi e inscindibili con le collezioni via via esposte nel Museo Leonardiano, ed è ciò che differenzia il nostro museo dai tanti, troppi forse, musei dedicati a Leonardo o alle sue macchine nati un po' ovunque in Italia e all'estero. La solidità delle argomentazioni scientifiche è i lrisultato di rigorose ricerche a supporto dell'opera di musealizzazione. E noi, su questa strada intendiamo proseguire”.

08/04/2017 17.52
Comune di Vinci


 
 


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