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Regione Toscana
Fusione Comuni: Casentino, referendum contestuale in tutti i centri interessati
Il Consiglio regionale approva i quesiti referendari, che saranno oggetto della consultazione popolare nello stesso giorno. Gli interventi di Bugliani, Bianchi, Mugnai, Borghi, Marras, Fattori
Il quesito referendario che sarà sottoposto ai cittadini di Chiusi della Verna prevede, alternativamente, una scelta tra tre soluzioni: quella di fondersi con i comuni di Chitignano e Castelfocognano, quella di fondersi con i comuni di Bibbiena e di Ortignano Raggiolo, quella di non procedere ad alcuna fusione. Analogamente, ai cittadini degli altri comuni interessati (Chitignano e Castel Focognano da un lato, Bibbiena e Ortignano Raggiolo dall’altro) sarà sottoposto un quesito per esprimere la propria volontà di fondersi o meno tra loro e con il Comune di Chiusi della Verna.
Lo ha deciso, con l’unanimità dei votanti, il Consiglio regionale della Toscana, che ha votato anche un ordine del giorno all’unanimità, con l’impegno ad approvare una delle due ipotesi di fusione solo nel caso in cui ci sia maggioranza favorevole in ciascun comune interessato.
Il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), illustrando la delibera in aula, ha ricordato che il dibattito sulle fusioni dei comuni nel Casentino impegna il territorio ed il Consiglio regionale da oltre un anno. La commissione aveva già formulato i quesiti referendari sia sulla proposta di legge d’iniziativa popolare per l’istituzione del Comune di Casentino La Verna, per fusione dei comuni di Bibbiena, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo, sia sulla proposta di legge per l’istituzione del Comune di Chiusi Verna Chitignano Castel Focognano, per fusione dei comuni di Castel Focognano, Chitignano e Chiusi della Verna.
In entrambe le proposte di legge è coinvolto il comune di Chiusi della Verna ed è perciò stato chiesto un parere al Collegio di garanzia statutaria, che ha visto quel comune depositare specifica memoria. Il Collegio ha formulato due ipotesi, una in via principale, una in via subordinata. In via principale, che è poi la soluzione adottata, si parte dalla considerazione che sia legittimo lo svolgimento contestuale delle consultazioni referendarie per tutti i Comuni interessati, adattando allo scopo i quesiti. È stata scartata l’ipotesi subordinata, con eventuale proposta di una scelta più ristretta, perché i comuni coinvolti non sono tra loro confinanti.

“Abbiamo forti dubbi che i cittadini del Casentino siano veramente a conoscenza dei vantaggi, e degli svantaggi, derivanti dalle fusioni, che dovrebbero essere frutto di un processo autenticamente partecipativo o lo sbocco naturale di una continuità territoriale, economica, commerciale, storica”, ha osservato Gabriele Bianchi (M5S). A suo parere, tra i comuni che si sono fusi, sta serpeggiando una certa delusione, dovuta, ad esempio, dall’aumento delle tariffe.

Secondo Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) il riassetto istituzionale del Casentino è un’esigenza da tutti sentita, resta aperto il problema sul come. “Se ne esce giocandoci la tripla 1, X, 2 – ha osservato – Con la tripla si vince sempre”. Viceversa il Consiglio regionale avrebbe dovuto avanzare una proposta organica e non soluzioni pilatesche, che sostanzialmente avallano guerre fra sindaci e partiti spaccati a metà. “Le fusioni hanno un senso se servono a dare qualcosa in più ai cittadini – ha affermato – Se diventano lo strumento per regolare i conti nelle comunità locali, sono sbagliate”. Mugnai ha quindi annunciato voto favorevole sull’ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd Marras, che impegna il Consiglio a procedere con le fusioni solo nel caso ci sia maggioranza in ogni comunità. Un orientamento che, a suo parere, dovrebbe essere esteso a tutti referendum sulle fusioni. Viceversa ha dichiarato di non partecipare al voto sulla delibera.

“Si cerca di trovare il modo, fino ad arrivare al Collegio di garanzia statutaria, per rendere chiaro ciò che chiaro non è – ha affermato Claudio Borghi (Lega Nord) – La fusione di due comunità deve essere realizzata nella più assoluta ed incondizionata concordia d’intenti. Questa è una forzatura giuridica. Un accrocchio”. Per questo ha annunciato la non partecipazione al voto sulla delibera ed il voto favorevole sull’ordine del giorno presentato da Marras. “Non ho dimenticato quanto accaduta sull’Abetone – ha puntualizzato – È stata una violenza contro le comunità”.

“Non è vero che in Casentino non si vogliono fare le fusioni. In realtà negli ultimi cinque anni ci sono più proposte di fusione che comuni”, ha osservato il capogruppo Pd Leonardo Marras. Più precisamente, di fronte a due proposte “tecnicamente e politicamente configgenti”, a suo giudizio abbiamo due strade: bocciarle o approvarle entrambe. Ed il Collegio di garanzia ha indicato lo svolgimento simultaneo della consultazione popolare come soluzione possibile. Marras ha poi sottolineato che siamo di fronte ad una situazione speciale, inedita, con una sovrapposizione di proposte, avanzate da consigli comunali senza essere precedute da una fase di partecipazione popolare e, quella di iniziativa popolare, da un numero di firme legittimo, ma che il Consiglio ha già aumentato per evitare che nasca da iniziative solo politiche. Una situazione straordinaria che ha suggerito anche di presentare l’ordine del giorno, che ha accolto l’apprezzamento delle istituzioni Casentinesi.

Voto favorevole, sia sulla delibera che sull’ordine del giorno, è stato dichiarato da Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra), che ha osservato di avere auspicato questa soluzione ancora prima del Collegio di garanzia ed ha invitato il Pd ad ‘universalizzare quanto prevede oggi per il Casentino, in modo da non avere pesi e misure diverse. (dp)

26/04/2017 13.35
Regione Toscana


 
 


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