Arcidiocesi di Firenze
Saluto alla intitolazione di una strada al Card. Ermenegildo Florit
La cerimonia giovedì 15 giugno
Vorrei aprire il mio saluto con parole che trovo scritte nel testamento spirituale dello stesso cardinale Ermenegildo Florit: «È Dio a disporre con paterna provvidenza la trama segreta dei fatti. Egli è il principio, il respiro per mezzo del quale tutto vive, l’oceano verso cui corrono tutti i rivoli dell’esistenza: “Da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose, a lui la gloria nei secoli!”».
In questa visione di una vita e di una storia che sono nella volontà di Dio mi sembra debba essere collocato anche quanto avviene oggi: la città di Firenze offre un segno di grata memoria a colui che ebbe per molti anni come solerte e generoso pastore. Il Signore vuole che la sua memoria resti viva tra noi.
I molti meriti del card. Florit sono stati ampiamente rievocati nei diversi autorevoli messaggi che sono giunti in questa circostanza, a cominciare da quello che a nome del Santo Padre ha inviato il Segretario di Stato card. Piero Parolin.
Non voglio pertanto ripetere fatti e circostanze per le quali il card. Florit ha meritato la riconoscenza della Chiesa, universale, italiana e fiorentina, e della società civile di questa città.
Tra i molti ritengo debba essere posto in primo piano il suo intervento nei giorni dell’alluvione, un intervento con cui diede visibilità a quell’animo pastorale paterno e al tempo stesso di responsabilità civile che in altre occasioni non aveva potuto emergere nelle sue vere intenzioni a causa di circostanze avverse.
Mi sia però permesso di ricordare anche un altro contributo che il card. Florit ha offerto alla crescita religiosa e civile del nostro Paese, di cui non si apprezza sufficientemente il valore. Mi riferisco all’aver presieduto l’elaborazione della traduzione in italiano dei libri sacri che, a partire dal 1974 sono stati proclamati nella liturgia della Chiesa e letti per la crescita spirituale personale, prendendo il posto dell’antica traduzione diffusa nel mondo cattolico dagli inizi del novecento e dovuta ad un altro arcivescovo fiorentino, mons. Antonio Martini. Al card. Florit dobbiamo quindi lo strumento fondamentale dell’alfabetizzazione religiosa degli italiani dal Concilio in poi, un contributo importantissimo per la costruzione della identità non solo cattolica ma anche civile italiana, considerata l’importanza della Bibbia per la cultura in genere, in quanto La Bibbia costituisce «il grande codice della cultura occidentale», secondo la nota formula di Northrop Frye.
La targa con cui il Comune di Firenze ha voluto ricordare l’antico arcivescovo della città – gesto per il quale esprimo viva gratitudine alla Giunta e al Consiglio Comunale cittadino – sia anche un monito a non perdere queste radici culturali a cui egli ha dedicato tanta parte della sua vita e per cui di lui serbiamo viva memoria e gli siamo profondamente grati.
Firenze, 15 giugno 2017
Giuseppe card. Betori
Arcivescovo di Firenze
16/06/2017 8.00
Arcidiocesi di Firenze