La Festa della pesca Regina di Londa edizione 2017 si è conclusa con successo. La conoscenza della pesca tipica della montagna fiorentina ha fatto un passo in avanti in questa edizione che ha puntato i riflettori su questa produzione di nicchia che sta crescendo e che può diventare un’attrattiva anche per i giovani che vedono nell’agricoltura la loro strada.
Il percorso della Pesca Regina di Londa in questo 2017 si era aperto con la conferenza stampa tenuta dall’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi che aveva parlato dell’importanza delle produzioni di nicchia, proseguendo con la proposta di “Sei chef per una Regina” dove sei importanti chef fiorentini hanno messo nel menù un piatto a base di pesca Regina di Londa.
Da venerdì 8 a domenica 10 settembre a Londa si è svolta la festa dedicata alla pesca Regina come tradizione ormai da circa 40 anni e che da quest’anno è entrata a far parte del ciclo delle Feste Sagge delle Foreste Casentinesi e, nonostante il meteo inclemente, hanno partecipato moltissime persone.
Come di consueto una giuria di esperti ha selezionato la miglior pesca Regina 2017: Vincitrice per la cultivar pesca Regina di Londa Azienda agricola Alberto Corradossi, vincitrice per altri cultivar Azienda Agricola Nozzarini di Uliano Nozzarini.
Per la gara dell’intortata la vincitrice è risultata la giovane Camilla Palmieri.
Per la “Disfida della Regina” Premio GustarViaggiando si sono sfidati i blogger Marco Bechi (www.marcobechi.it) ed Elisabetta Cuturiello (www.cakeandco.eu) che in un partecipato cooking show hanno preparato due ricette diverse, innovative e gustose che hanno visto nella pesca Regina di Londa l’ingrediente caratterizzante.
Vincitore della “Disfida alla Regina”, decretato dal pubblico, è risultato anche se di poco, Marco Bechi con il suo “Crostone al pesto di sedano e pesca regina” che ha portato a casa il fiorino d’oro del maestro orafo fiorentino Paolo Panco, un soggiorno presso l’Agriturismo La Noce di Francesca, una cena per due al ristorante “Al 588” a Borgo i Vicelli di bagno a Ripoli con lo chef Andrea Perini più prodotti del territorio.
Ad Elisabetta Cuturello sono andati il fiorino d’argento di Paolo Penko, prodotti tipici del territorio.
La giornata è stata poi arricchita dal cooking show di Settimo Sordi uno dei ristoratori che hanno aderito a “Sei chef per una Regina” del ristorante fiorentino “Da Settimo” in via del Barco 21, che ha cucinato in diretta “Gamberoni imperiali al brandy su pesca Regina”.
Presente anche la gelateria CassiaVetus di Terranova Bracciolini (AR), al 4° posto nella classifica nazionale dei gelati più buoni d’Italia, che da tempo porta nelle fiere nazionali del food il “gelato alla pesca Regina”.
Storia della pesca regina
La pesca Regina di Londa è un frutto che racconta un pezzo della nostra storia. Un frutto “ritrovato”, un frutto antico, una pesca a maturazione tardiva che, per le sue particolarità, apre il dibattito sulla necessità di recuperare le varietà perdute o dimenticate.
La Pesca Regina di Londa si inserisce in quel panorama italiano che dal 1990 ha registrato la perdita del 75% della diversità genetica delle colture agricole, secondo i dati Coldiretti del 2014.
La Confederazione Italiana Agricoltori parla di un rischio che colpisce più di un quarto degli oltre 5mila prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Una perdita economica stimata in 11 miliardi di euro.
L’attuale produzione nel territorio di Londa e confinanti è variabile e si attesta tra le 20/30 tonnellate di cui l’80% di pesca Regina e il 20 di altre varietà a diverso periodo di maturazione.
La storia della pesca Regina di Londa riparte a metà del secolo scorso quando un esperto arboricoltore Alfredo Leoni, la portò alla ribalta del mercato fiorentino riscoprendola per caso.
Appena 10 furono le marze “strappate” ad un contadino che aveva questa cultivar dimenticata. Fu la fortuna del paese di Londa che negli anni del boom e fino al 1980 vide crescere l’interesse verso la sua pesca tardiva e non vide, al contrario di molti paesi italiani di montagna, lo spopolamento del suo territorio.
La pesca tardiva a polpa bianca è ancora presente sul mercato a settembre inoltrato. Una pesca per sua natura a “km zero” in quanto non sopporta la lunga refrigerazione e il trasporto prolungato. La varietà è resistente naturalmente a molte delle principali malattie del pesco e cresce bene tra i 100 e i 700 metri di altitudine. L’Appennino toscano da subito si è presentato come zona ideale di coltivazione. Oggi, dopo l’abbandono dei campi avvenuto intorno agli anni’80, gli agricoltori sono tornati ad amare questa pesca unica, che insieme ad altre varietà a diversa maturazione, è uno dei capisaldi della coltivazione della zona.
La Pesca di Londa si inserisce nel rapporto storico che la Toscana ha con la pesca, frutto tipico dell’estate e con la necessità di riportare sulle tavole la frutta troppo spesso dimenticata pur essendo alimento fondamentale per la nostra dieta.
Un tempo ritenuto frutto ornamentale ma presente in Toscana fin dal 1500 grazie ai Medici che introdussero i “pomari” nelle ville toscane. E proprio qui, tra Mugello e la Val di Sieve, non a caso, si conserva questa antica cultivar. #pescalonda
La Pesca Regina di Londa è ancora acquistabile presso le aziende agricole del territorio di Londa.
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