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Comune di Barberino Val d'Elsa
Barberino Val d'Elsa. Leto Fratini, scultore antifascista
Inaugurata la mostra negli spazi del trecentesco Spedale dei Pellegrini
Lo scultore Leto Fratini, protagonista dell'arte del Novecento, rivive nella prima mostra italiana che ripercorre il suo breve ma intenso e prolifico percorso biografico e artistico. Da Vico d'Elsa, dove nasce e vive con la famiglia fino all'età di 24 anni, a Milano dove trova terreno fertile per esprimere poetica e tecnica, utilizzando gesso, bronzo e terracotta negli ambienti culturali più fervidi che animavano gli anni '35-42. L'uomo e l'artista in un grande evento che scandaglia gli aspetti storici e l'alto valore artistico della sua produzione. Il taglio del nastro della mostra, curata da Federica Chezzi e realizzata grazie all'impegno del nipote Marco Borgianni, è stato il momento centrale di una festa che si è tenuta all'interno del castello medievale di Barberino Val d'Elsa cui hanno partecipato tantissime persone.

I promotori, i sindaci dell'Unione comunale del Chianti fiorentino, Giacomo Trentanovi e David Baroncelli, insieme allo storico dell'arte Antonio Natali e ai sostenitori dell'evento, aziende locali e istituto di credito, hanno illustrato il lavoro di ricerca e approfondimento dedicato ad un personaggio poco indagato da critici e storici, prima di guidare il pubblico alla scoperta dei tesori di Leto e dei suoi amici, tra cui Mario Ballocco, padre dell'astrattismo italiano, e del maestro Giannino Castiglioni.

Negli spazi allestiti da Marco Borgianni, lo Spedale dei Pellegrini risplende di una nuova luce e batte di un nuovo cuore per l'arte moderna e contemporanea. Grazie alla mostra si riscopre un tassello del mosaico italiano di cui Leto Fratini fu autore. Lui che provò a scrivere la propria storia da antifascista lavorando nel mondo dell'arte, al tempo del regime. Fratini fu arrstato quanto ritenuto troppo vicino agli ambienti culturali delle riviste “Corrente” e “Vita giovanile” che ruotavano intorno alla Milano dissidente, in posizione di rottura con il regime.

Tra gli 80 tesori esposti, sculture, dipinti e bassorilievi, la collettiva, aperta fino al 26 agosto, accende i riflettori su parte del carteggio uscito dal carcere Le Murate di Firenze, l'unico a noi conosciuto, che racconta la prigionia di Leto Fratini, dopo essere stato catturato dai fascisti. Tredici lettere scritte dal prigioniero e inviate alla famiglia, un anno prima di morire. Domani, martedì 24 aprile alle ore 21, si terrà negli spazi del Palazzo comunale di Barberino Val d’Elsa la presentazione del saggio storico “Leto Fratini, Scultore. Percorsi esistenziali e traiettorie dell'antifascismo tra Firenze e Milano” a cura di Carmelo Albanese.

La presentazione del progetto di ricerca su Leto Fratini è promosso dall'Unione Comunale in collaborazione con l'Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età Contemporanea e con il patrocinio della Regione Toscana. Saranno presenti il presidente dell’Unione comunale del Chianti fiorentino David Baroncelli, il sindaco Giacomo Trentanovi, l’onorevole Laura Cantini, il presidente dell’Istituto storico della Resistenza Simone Neri Serneri e il curatore del saggio. La presentazione sarà arricchita dalle letture dell’attore Antonio Petrocelli. La mostra è promossa dall’Unione comunale del Chianti fiorentino ed è stata sostenuta da Banca di Cambiano, Panurania, Icet, Borri, Comet e Pro Loco di Tavarnelle.

23/04/2018 10.58
Comune di Barberino Val d'Elsa


 
 


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