Login

MET



Controlli voce Chiudi controlli
: Volume:  1 Velocità  1 Tono:  1
Redazione di Met
“Padre”. Presentazione alla presenza della regista Giada Colagrande e di Marina Abramovich
venerdì 21 settembre, h. 21.00 allo Spazio Alfieri
Regia di Giada Colagrande. Un film con Giada Colagrande, Willem Dafoe, Franco Battiato, Marina Abramovic, Claudio Colombo (2016)


“PADRE” OVVERO L’ELABORAZIONE DI UN LUTTO CON UN CAST D’ECCEZIONE: WILLEM DAFOE, MARINA ABRAMOVIC E FRANCO BATTIATO


La regista Giada Colagrande e l’artista Marina Abramovic saranno presenti alla proiezione del film PADRE venerdì 21 settembre, h. 21.00 in esclusiva allo Spazio Alfieri.


Giada Colagrande, ha realizzato documentari sull’arte contemporanea e lungometraggi, nelle sue opere ha già collaborato con la performer Marina Abramovic, con cui ha realizzato nel 2012 il documentario “Bob Wilson’s Life & Death of Marina Abramovic”, con Willem Dafoe e la stessa Abramovic. La sua collaborazione con l’artista serba è proseguita con “The Abramovic Method” (2013). Oggi nel film “Padre” racconta la storia di Giulia che ha appena perso suo padre, il grande compositore Giulio Fontana. Attraverso la musica, egli la contatta dall’aldilà e la accompagna in un’iniziazione al mondo invisibile.


William Dafoe, compagno nella vita reale della regista, la accompagna in questo viaggio interiore con dolce fermezza mentre Marina Abramovic assume il ruolo della madre lontana, costantemente a sua volta in ricerca. Franco Battiato interpreta il ruolo del padre.


L'idea di realizzare un film che riguardasse la mia esperienza a seguito della morte di mio padre, il compositore Giulio Fontana, si è insinuata nella mia vita in modo graduale, perché ho iniziato ad avere questo tipo di visioni.
Giada Colagrande


"Quasi sempre solo immagini, solo a volte scene intere, ma mentirei se dicessi che mi sono seduta a scrivere una sceneggiatura. Il film l'ho realizzato come durante un sogno. In realtà l'unico elemento autobiografico della pellicola è che durante la realizzazione stavo attraversando il senso della perdita di mio padre ed ero immersa nel sentimento di rimpianto". I termini che si utilizzano usualmente dopo il decesso di una persona cara sono: "ci ha lasciato", "la perdita", "la scomparsa", "non è più con noi". Sono tutti modi, per Giada Colagrande, imprecisi per definire uno stato emotivo che invece dovrebbe spingerci a leggere gli accadimenti in maniera diversa. La sua Giulia, a cui dà corpo e voce, 'sente' che non può adagiarsi nel dolore o nella mestizia perché il padre è ancora vicino a lei e le chiede di procedere ad una elaborazione del lutto che percorra strade diverse, che lasci impronte non necessariamente lineari e 'razionali' in quel deserto emotivo che sembra essere diventata l'esistenza. La camera la segue in questa ricerca, divisa in capitoli a tema, in cui l'assenza/presenza paterna viene in qualche misura riequilibrata grazie alla messa in scena di uno spettacolo al femminile (diretto però da un uomo) in cui dare espressione vocale e corporea a donne che sono state fondamentali nel processo di emancipazione (non solo sociale) femminile.

Ingresso euro 7,00 soci UniCoop Firenze euro 6,00

18/09/2018 11.11
Redazione di Met


 
 


Met -Vai al contenuto