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Comune di Firenze
Strage di piazza Dalmazia, il sindaco ha commemorato Samb Modou e Diop Mor nel settimo anniversario dell’assassinio
Nardella: “Ferita profonda nel cuore della città determinata da un atto razziale. Bisogna lavorare per prevenire la violenza ingiustificabile e barbara”
“La strage di piazza Dalmazia del 2011 è una ferita profonda nel cuore della città di Firenze, che è sempre stata una città ‘aperta’, plurale, dialogante. È una ferita determinata da un atto deliberato di violenza razziale, che è la peggiore forma di violenza perché si basa sull’annullamento della dignità umana, sull’odio, sull’intolleranza, sentimenti che non vanno mai minimizzati o giustificati. Anzi, dobbiamo sapere distinguere i valori profondi che sono alla base di una comunità che vuole vivere in pace e che vuole rispettare i principi fondamentali che sono scritti nella nostra Costituzione”. Così il sindaco Dario Nardella ha ricordato, nel settimo anniversario della strage di piazza Dalmazia avvenuta il 13 dicembre 2011, i due senegalesi morti per mano di Gianluca Casseri.
Alla cerimonia, che si è svolta intorno alla targa che nella piazza ricorda l’assassinio di Samb Modou e Diop Mor, oltre al sindaco erano presenti l’ambasciatore del Senegal in Italia Mamadou Saliou Diouf, l’assessore ad Accoglienza e Integrazione Sara Funaro, l’assessore all’istruzione del Comune di Scandicci e presidente dell’Associazione dei senegalesi di Firenze Diye Ndiaye, il presidente del Consiglio comunale Andrea Ceccarelli, il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli, alcuni consiglieri comunali tra cui Fabrizio Ricci, Serena Perini, Tommaso Grassi e Donella Verdi e a una rappresentanza di consiglieri di Quartiere. Presenti tra gli altri l’imam del capoluogo toscano e presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir, il rabbino Amedeo Spagnoletto, il console onorario del Senegal avvocato Eraldo Stefani, la vedova di Samb.
“Ricordando ciò che successe nel 2011 - ha continuato Nardella - Firenze afferma di essere una città forte unita e democratica, che sa riconoscere il valore della vita umana. É per questo siamo qui, nella speranza che tanti giovani possano crescere come buoni cittadini perché non basta solo ricordare, bisogna anche lavorare sull’educazione, la scuola e le famiglie: solo così si costruisce una buona e vera comunità”. “Oggi tutti, i politici per primi – ha aggiunto il sindaco – hanno una grande responsabilità, quella di non usare la fragilità delle persone e i sentimenti di intolleranza e egoismo. Quando la politica, per scopo di consenso elettorale, soffia sul fuoco sfruttando le paura dei cittadini si macchia di una responsabilità gravissima. Quando poi succedono fatti gravi come quelli che sono accaduti in tante città italiane, a Firenze l’omicidio di Idy Diene e la strage di piazza Dalmazia, è troppo tardi per recriminare, giustificarsi e chiedere scusa. Bisogna lavorare per prevenire atti di violenza ingiustificabile e barbara e questo compete alla società civile, al mondo della cultura, ma prima di tutto alle istituzioni. I politici che le rappresentano devono sapere che rappresentano il Paese, la Repubblica e devono per primi rispettare i principi della Costituzione italiana”.
“Io credo che ci sia una parte di politica che invia messaggi ambigui - ha concluso il sindaco Nardella - e confonde il sacrosanto principio della legalità che riguarda tutti con l'intolleranza verso soggetti di etnie diverse".

Strage di piazza Dalmazia, il sindaco

13/12/2018 16.47
Comune di Firenze


 
 


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