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Regione Toscana
Piano della pesca: l’informativa di Remaschi
L’assessore regionale ha fatto una relazione preliminare ai sensi dello Statuto, seguita da un breve dibattito con Roberto Salvini (Lega) e Irene Galletti (M5S). Respinto un ordine del giorno presentato dalla Lega
“Il Piano regionale per la pesca nelle acque interne, o Piano ittico regionale, è lo strumento di programmazione e di indirizzo in attuazione della legge regionale “Gestione delle risorse ittiche e regolamentazione della pesca nelle acque interne” n. 7/05. In seguito al riassetto istituzionale, introdotto dalla legge regionale 22/2015, le funzioni attinenti la pesca nelle acque interne, che prima erano in carico a Province e Città Metropolitana, sono transitate in Regione. Il Piano è perciò passato dall’essere uno strumento di pianificazione di carattere generale, all’interno del quale si inserivano i piani provinciali di attuazione a livello locale, ad essere l’unico strumento di programmazione del settore”. Lo ha precisato l’assessore regionale Marco Remaschi nell’informativa data al Consiglio nel pomeriggio di oggi 29 gennaio, ai sensi dello Statuto.

Remaschi ha precisato che nella legge regionale 7/05 all’articolo 8 si prevede che il Piano debba contenere alcuni elementi: la suddivisione in zone ittiche; i criteri per la realizzazione e la gestione degli istituti ittici previsti dal regolamento di attuazione; la misura dei prelievi per la pesca dilettantistica, sportiva e professionale, relativamente a luoghi, tempi, modi, specie e dimensioni della fauna ittica prelevabile; l’elenco delle specie ittiche autoctone e le misure di tutela da adottare per la loro conservazione; l’elenco delle specie ittiche alloctone che necessitano di interventi di contenimento o riduzione e i relativi metodi di controllo da adottare; le linee di indirizzo per le immissioni ittiche e i criteri di gestione degli impianti ittiogenici pubblici della Toscana; i corpi idrici sui quali possono essere installati i retoni, tenuto conto dei valori storici e paesaggistici, delle tradizioni e delle consuetudini, nonché della sostenibilità rispetto alla risorsa ittica, determinandone altresì le modalità di esercizio e le misure.

L’assessore ha infine ricordato che il Piano ittico regionale individuerà i corpi idrici in cui può essere esercitata la pesca professionale nelle acque interne, definendo i tempi e i mezzi con cui tale attività è esercitabile e la pesca con i retoni (bilance con lato superiore a 5 metri) in un quadro di sostenibilità ambientale.

Il consigliere Roberto Salvini (Lega) ha espresso “dubbi e perplessità” rilevando il “ritardo” della Giunta. “La pesca nelle acque interne – ha osservato – viene ormai praticata solo nei laghi”. Da qui la considerazione di un documento pieno di “ombre” che “non propone nulla di nuovo per il rilanciare il settore.

Irene Galletti (Movimento 5 stelle) ha rilevato quanto sia “poco produttivo escludere le piccole associazioni che arricchiscono l’offerta anche locale”. Anche l’aspetto agonistico e il lato commerciale che emergono nell’informativa non convincono la consigliera: “Non è produttivo e non valorizza la risorsa ittica”. Per Galletti si dovrebbe cambiare il “principio ispiratore della legge prima ancora che lavorare a un Piano”.

L’assessore Remaschi ha replicato in chiusura di dibattito, annunciando la disponibilità ad approfondire quanto affrontato dall’Aula, ma prima occorre verificare se sia possibile operare “sotto l’aspetto del diritto e dell’applicabilità”. “La legge regionale del 2005 è abbastanza datata. Se si ritiene di dover intervenire, aspetto contributi da portare anche all’interno della commissione consiliare competente” ha concluso.

Collegato all’informativa anche un ordine del giorno presentato dalla Lega e illustrato da Salvini che l’aula ha respinto a maggioranza. L’atto chiedeva impegni alla Giunta e al presidente per sollecitare le due Camere ad approvare nel più breve tempo possibile il Ddl 695/2018 “Norme generali per la protezione e la conservazione della fauna ittica nelle acque interne attraverso la determinazione di principi fondamentali riguardanti la gestione delle acque pubbliche del territorio nazionale ai fini della pesca e del turismo alieutico sportivo-ricreativo”. Questo in modo da poter individuare “criteri ispiratori nuovi e più moderni e per inquadrare la disciplina della materia nel contesto delle riforma del titolo V, con il conseguente rilievo da attribuire alle competenze legislative regionali”. L’atto chiede inoltre al Presidente di partecipare, per quanto possibile, alla formazione della legge.

29/01/2019 17.52
Regione Toscana


 
 


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