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Redazione di Met
Santa Croce: restauri, manutenzioni e monitoraggi: impegnati oltre 23,5 milioni di euro
Sono state utilizzate in larga parte risorse proprie, derivanti dai biglietti. Ricorso a collaborazioni di carattere scientifico e a metodologie innovative
L’Opera di Santa Croce è da sempre impegnata nella cura del complesso monumentale con l’impiego di ingenti risorse e il supporto di collaborazioni di alto profilo tecnico-scientifico: anche per queste ragioni l’accertamento completo e trasparente sulle cause del tragico incidente dell’ottobre 2017 costituisce per l’Opera un’esigenza assolutamente prioritaria.

Per i restauri e la manutenzione, ordinaria e straordinaria, del complesso monumentale negli ultimi quindici anni sono stati impegnati oltre 23 milioni e mezzo di euro. Sono state utilizzate in larga parte risorse proprie dell’Opera derivanti dalle entrate dei biglietti, alle quali si sono aggiunti interventi da parte della Soprintendenza finalizzati a progetti specifici, contributi da donazioni e interventi diretti sostenuti dall’Opificio delle Pietre Dure.

Tra il 2002 e il 2017 l’Opera ha impegnato 16 milioni e 700 mila euro per interventi di restauro architettonico e strutturale che hanno riguardato in maniera estesa sia la basilica che le aree attigue e museali. Si è agito in particolare sulle coperture, sugli elementi architettonici, sui paramenti, sulle bifore e, per il campanile, con indagini specifiche riguardanti l’assetto, che hanno portato alla realizzazione di una speciale struttura antivibrazioni. Non meno impegnativi sono stati gli adeguamenti dell’impiantistica e dei sistemi di sicurezza, che includono impianti elettrici, rilevazioni antincendio, impianti di videosorveglianza e antintrusione, oltre a indagini georadar, svolte in collaborazione con l’Università di Pisa, sui sottoservizi nell’area museale e nel chiostro grande.

Altri 2 milioni e mezzo di euro l’Opera ha impiegato per la manutenzione ordinaria (dai 150 ai 200 mila euro l’anno).

Attività di monitoraggio microclimatico, svolte in collaborazione con il CNR di Padova e con l’Opificio delle Pietre Dure, hanno riguardato la Cappella Maggiore, le aree di sacrestia e il museo.

Ammontano inoltre a 2 milioni e 400 mila euro gli interventi diretti operati dall’Opificio delle Pietre Dure che si è occupato, tra altro, dei restauri del pulpito di Benedetto da Maiano, della Cappella Maggiore, delle indagini per le Cappelle Bardi e Peruzzi nell’ambito del Progetto Giotto, dei restauri di un gruppo di opere danneggiate dall’alluvione.

Risorse per 1 milione e 300 mila euro provenienti da donatori hanno contribuito a finanziare, tra l’altro, il restauro della Cappella Maggiore, del Crocifisso del Maestro di Figline e delle Robbiane delle cappelle Cerchi e Pulci, a cui quello dell’Ultima cena di Vasari (Fondazione Getty, Prada e Protezione civile) si aggiunge quale ultima importante operazione di salvaguardia delle opere d’arte dal rischio alluvionale.

Tutti gli interventi sono stati realizzati con le verifiche e la collaborazione delle Soprintendenze competenti.

10/02/2019 10.00
Redazione di Met


 
 


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