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Pergola, Niccolini, Mila Pieralli, Rifredi
Al Teatro Niccolini, Destinatario sconosciuto
Sabato 16 e domenica 17 febbraio, il romanzo di Kressmann Taylor adattato e diretto da Rosario Tedesco, in scena con Nicola Bortolotti e lo stesso Tedesco.
Al Teatro Niccolini di Firenze, sabato 16 e domenica 17 febbraio, ore 19, il Ventesimo secolo si racconta in musica con Destinatario sconosciuto, il romanzo di Kressmann Taylor adattato e diretto da Rosario Tedesco, in scena con Nicola Bortolotti e lo stesso Tedesco.

“Lo spettacolo – affermano Bortolotti e Tedesco – esalta il sottile gioco psicologico che spinge a un punto di non ritorno l’amicizia tra due uomini, smascherandone, alla luce della Storia, ipocrisie e meschinità. È una “partita a scacchi” con il passo del thriller, che riserva come epilogo un sinistro scacco matto”.

Tradimento e vendetta: un viaggio alle radici dell’odio, raccontato con lucida preveggenza. Tre brani per coro a cappella di Mozart, Hindemith, Weber, eseguiti dal vivo dal Coro Giovanile della Scuola di Musica di Fiesole diretto da Joan Yakkey, irrompono nel cuore di Destinatario sconosciuto, assumendo il ruolo di voce della Storia.

Una produzione Bortolotti e Tedesco.



Nel 1938 la rivista “Story” di New York pubblica Destinatario sconosciuto, breve romanzo epistolare firmato da Kressmann Taylor. In realtà, è un nome d’arte: ad adottarlo è la trentacinquenne Kathrine Kressmann. Nata e cresciuta nell’estrema provincia americana (in Oregon), Kressmann si trasferisce con la laurea in tasca a San Francisco. Nel 1928 sposa Elliott Taylor, proprietario dell’agenzia pubblicitaria dove lavora. Pubblicato nel 1939 come libro vero e proprio, vende in America 50mila copie. Da tutta l’Europa continentale, dove ne viene immediatamente vietata la circolazione, viene ignorato per 60 anni: solo nel 1999, tre anni dopo la morte dell’autrice, viene tradotto in francese e diventa un best-seller. In forma di spettacolo ha debuttato in Francia nel 2001, poi in Israele e a New York. Al Teatro Niccolini di Firenze, sabato 16 e domenica 17 febbraio, ore 19, Destinatario sconosciuto arriva nell’adattamento e regia di Rosario Tedesco, in scena insieme a Nicola Bortolotti. La traduzione è di Ada Arduini. Una produzione Bortolotti e Tedesco.

“Abbiamo scelto questo romanzo – spiegano Tedesco e Bortolotti ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – per il suo carattere privato, dapprima intimo e poi morboso. La grande amicizia che lega i due protagonisti e il suo progressivo disfarsi sono il sintomo di una trasformazione, di una “discesa agli inferi” dell’idea stessa di umanità, valori, cultura. Ed è sorprendente come un testo breve riesca così bene a illuminare e dissolvere gli enigmi della Storia”.

Ad attrarre l'attenzione di Elliott e Kathrine, nel 1938, è un trafiletto riportato dai giornali. Tornati in America dalla Germania, alcuni studenti avevano scritto ai loro amici tedeschi lettere fraterne dove prendevano in giro Hitler. In risposta avevano ricevuto un accorato invito a smetterla, dato che la posta era sotto stretta sorveglianza: “Siamo in pericolo. Queste persone non scherzano”.

È a questo episodio che Kathrine s’ispira per scrivere Destinatario sconosciuto, che inizia nel novembre 1932 quando l’ebreo Max Eisenstein (Rosario Tedesco) e il tedesco Martin Schulse (Nicola Bortolotti), soci in affari a San Francisco e amici fraterni, si separano. Martin torna in Germania con moglie e figli e tra i due comincia uno scambio di lettere su cui si stende ben presto un’ombra nera: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall’ideologia nazista. Non cambia atteggiamento nemmeno quando Max, disperato, gli raccomanda di vegliare sulla sorella Griselle, un’attrice austriaca che è stata amante di Martin e che, nonostante gli avvertimenti ricevuti, ha voluto ugualmente recitare a Berlino. Questo comportamento porterà a un simbolico rovesciamento dei ruoli e a una raffinata vendetta.

“È un lavoro dai contenuti forti – spiegano – Max e Martin sono sfaccettati e infatti per il pubblico non è scontato capire da che parte stare, scegliere con che carattere schierarsi. La forza di Destinatario sconosciuto risiede proprio nel fatto che riesce a presentarci due personaggi non “tagliati con l’accetta”, ma anzi pieni di sfumature e contraddizioni, non così incanalabili in un lato scuro o meno. Nonostante le due diverse posizioni ideologiche siano caratterizzate da una propria positività o negatività – proseguono – alla fine tutto risulta mischiato, e questo contribuisce a rendere ancora più affascinante la vicenda. Per noi attori costituisce una grande sfida dare vita a psicologie raffinate, segnate perfino da un’ideologia malata”.

La messinscena di Destinatario sconosciuto è costruita per mosse e contromosse continue, con un preciso contrappunto musicale, non un accompagnamento, ma una struttura che s’intreccia alla drammaturgia, dove la lontananza, dapprima solo geografica, presto rende tangibile un’estraneità più profonda, e le parole si fanno armi letali. I tre brani per coro a cappella scelti sono di Wolfgang Amadeus Mozart, Paul Hindemith e Ilse Weber. Si tratta di un percorso musicale che racconta ciò che resta indicibile: Bona nox di Mozart descrive con tutta la sua leggerezza e scanzonata goliardia la Germania prima del nazismo; La biche di Hindemith su testo di Rilke è un esempio di quella Entartete Musik (Musica degenerata) che apre uno squarcio sulla censura e sul vero volto del regime; Wiegala di Weber è una ninna nanna che ci conduce direttamente alle soglie delle camere a gas.

“Il carteggio di Max e Martin rivela il senso profondo dei cambiamenti che sconvolgeranno l’Europa intera – spiegano Rosario Tedesco e Nicola Bortolotti – la musica, con il suo linguaggio diretto, accessibile emotivamente a tutti, è protagonista insieme alla parola. Ci ritroviamo a dover recitare in sostanza delle lettere. Siamo entrambi contemporaneamente sul palcoscenico, recitando o semplicemente “agendo” le missive: questo permette la creazione di una strana combinazione di concretezza e astrazione, con una piega sempre più ritmica e vorticosa”.

Destinatario sconosciuto mette dunque in luce toni e sfumature che legano e sciolgono tutti i nodi della Storia, quella privata di Max e Martin, e quella del XX secolo, che non accenna a smettere di essere “contemporaneo”.

“Pronunciamo frasi che abbiamo sentito ripetere identiche negli ultimi mesi dalla classe dirigente del nostro Paese – concludono – non occorre neanche calcare sull’attualizzazione: stiamo parlando di meccanismi universali. La Storia è ciclica e dunque si ripete, è vero, ma spesso ce ne dimentichiamo e apriamo la strada agli stessi orrori, dimostrando di non aver imparato niente dai nostri errori”.

12/02/2019 11.47
Pergola, Niccolini, Mila Pieralli, Era


 
 


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