Regione Toscana
Olivicoltura: tutelare produzione tradizionale
L’assessore Stefano Ciuoffo ha risposto ad una interrogazione di Andrea Ulmi (Lega)
L’assessore Stefano Ciuoffo ha risposto ad una interrogazione del consigliere Andrea Ulmi (Lega), con la quale chiedeva alla Giunta di “farsi portavoce presso il Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) affinché venga prevista una forma di tutela dell’olio toscano ottenuto da un sistema di produzione tradizionale - non intensiva o super intensiva – e se l’esecutivo regionale intenda intervenire attraverso il Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico (Pit) al fine di prevedere forme di tutela del paesaggio toscano”.
Nella prima parte della risposta, afferente al settore agricolo, dopo aver ribadito la valenza strategica del settore olivicolo oleario e alla necessità di urgenti interventi di rinnovamento, è stato ricordato come la Regione nello scorso autunno abbia presentato un documento di proposta per il rilancio di tale settore, facendo tesoro dei contributi presentati dai rappresentanti della filiera regionale; il documento è stato inviato al Mipaaf come contributo di confronto per la discussione a livello nazionale.
Nel merito in particolare del tema dell’olivicoltura super intensiva la risposta ha specificato come la Regione preveda una strategia per incentivare gli investimenti per la realizzazione di nuovi impianti e reimpianti di oliveti. A tal proposito nella predisposizione del documento è stata effettuata una riflessione specifica sul modello di coltivazione super intensivo con varietà internazionali, la cui validità è considerata importante da alcuni imprenditori – per il notevole livello di meccanizzazione – e quindi di drastica riduzione dei costi. D’altro canto la realizzazione di questi impianti suscita forti preoccupazioni di molti altri rappresentanti della filiera che temono una perdita di tipicità, vista l’impossibilità di certificare come Dop o Igp l’olio ottenuto da tali oliveti.
La risposta, infine, ribadisce che la scelta potrebbe attestarsi, a fronte della impossibilità di escludere dai futuri bandi regionali gli impianti super intensivi realizzati con varietà internazionali, sulla attribuzione di una decisa priorità ai nuovi impianti o reimpianti realizzati con varietà del germoplasma autoctono o comprese nei disciplinari di produzione delle Dop e Igp della zona di impianto.
Nella seconda parte della risposta, afferente al settore dell’urbanistica, si fa presente come direttamente il Pit non intervenga con norme rivolte a regolamentare l’olivicoltura super intensiva, ma che comunque il piano concorre alla salvaguardia e alla valorizzazione dei paesaggi caratterizzati dalla coltura dell’olivo, molto presente in Toscana.
Secondo il consigliere Ulmi, che si è soffermato sul significato dell’olivo nella iconografia classica e leggendaria, “è difficile pensare agli ulivi come ai filari delle viti”, anche se non si può non considerare la possibilità di impianti super intensivi. Da qui l’invito a lavorare, tutti insieme, per garantire “un adeguato compromesso tra lavoro, ambiente e valenza dell’olivo autoctono”.
22/06/2021 20.24
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