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Fondazione Sistema Toscana/Mediateca Toscana
La rivoluzione siamo noi. Uno dei documentari più applauditi dell'anno. Il viaggio visionario nel tempo in cui l'Italia fu un centro dell'arte mondiale
Da un'idea di Ludovico Pratesi e Ilaria Freccia, regia di Ilaria Freccia. Arriva a Firenze, all’arena cinematografica “Apriti Cinema” Giovedì 5 agosto, piazzale degli Uffizi. Ingresso libero (ore 21.30) fino ad esaurimento posti
La rivoluzione siamo noi, locandina
Finalmente i luoghi della condivisione di bellezza sono tornati ad aprire, e tra questi il ritorno del pubblico nei cinema e nei musei e gallerie è tra le più salutari riappropriazioni di spazi mentali. Per celebrare questo ritorno, Luce-Cinecittà fa uscire nelle sale un film documentario che proprio nel dialogo tra cinema e arte brilla di scintille creative. La rivoluzione siamo noi, il film documentario diretto da Ilaria Freccia, da un’idea della regista e del curatore e critico d’arte Ludovico Pratesi, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà arriva per un tour di proiezioni-evento, dopo la felice prima mondiale all’ultimo Torino Film Festival, il passaggio sulle piattaforme, la selezione tra i finalisti dei Nastri d’argento e un pieno di attenzione dei media.
La rivoluzione siamo noi porta sugli schermi il racconto brillante, vivace e visionario di un momento straordinario nella storia dell’immaginario del nostro Paese: gli anni tra il Sessantotto e la fine dei ’70 in cui l’Italia fu uno dei centri propulsori e incandescenti a livello globale di un nuovo modo di leggere il mondo, le regole sociali e i rapporti, attraverso l’Arte.
Il documentario sarà proiettato a Firenze, giovedì 5 agosto all’arena cinematografica “Apriti Cinema”, al piazzale degli Uffizi, (ore 21.30), ingresso libero, fino ad esaurimento posti.

Si tratta di un viaggio che si snoda attraverso racconti e immagini di alcuni nomi che hanno fatto e fanno la storia del contemporaneo: Marina Abramovic, Michelangelo Pistoletto, Andy Warhol, Luigi Ontani, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Joseph Beuys. Galleristi di fama internazionale con racconti epici, come Lia Rumma e Fabio Sargentini. E una raccolta impressionante di archivi filmici, visivi, fotografie, provenienti da istituzioni, musei, gallerie, collezionisti, in grado ancora oggi di stupire per bellezza, provocazione, vitalità creativa. Una festa per lo sguardo. Non una storia, ma un viaggio mobile dentro un movimento che ha messo per un pugno di anni, attraverso un pugno di divertiti eroi, l’Italia al centro del quadro mondiale.

GUARDA IL TRAILER https://www.youtube.com/watch?v=JLiRfmynetM

‘Volevamo restituire – scrivono nelle note di regia Ilaria Freccia e Ludovico Pratesi - il sapore di quegli anni attraverso i ricordi dei protagonisti, intervistati oggi, insieme alle testimonianze dell’epoca, per creare così un movimento continuo tra passato e presente. Abbiamo trascorso giorni e giorni negli archivi, per cercare attimi di vita vissuta da riportare alla luce: uno sforzo che ha dato una serie di frutti insperati grazie all’enorme disponibilità di protagonisti e testimoni del tempo, che ci hanno aiutato a restituire una narrazione in diretta di quegli anni.
Un’occasione straordinaria di scoprire frammenti di vita quotidiana… in una fusione tra arte e vita che ha reso quegli anni indimenticabili’


LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI - SINOSSI

Tra la metà degli anni Sessanta e il 1980 l’arte in Italia conosce un momento di gloria sulla scena internazionale. La scena animata dagli artisti emergenti, suddivisa prevalentemente tra Torino, Roma e Napoli, si nutre di un clima vitale e dinamico, con continui e fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema.
Il momento politico e culturale determinato dal ’68, porta l’arte a uscire dalle gallerie e dai musei per entrare a contatto con la vita quotidiana, spesso con opere strettamente collegate alle istanze della politica e ai profondi cambiamenti sociali in atto. Artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis sperimentano nuovi linguaggi come performance, installazioni e happening, in relazione con la scena internazionale, aperta alle sperimentazioni. L’arte esce dalla cornice del quadro per invadere il mondo, entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei, in un incredibile intreccio con la realtà quotidiana dell’epoca.
I galleristi e i critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali più estremi, come Joseph Beuys, Herman Nitsch o Marina Abramovic, che trovano nel nostro paese occasioni di sperimentare linguaggi visionari e provocatori con grande libertà. In quegli anni diventiamo protagonisti della cultura contemporanea internazionale, con un’intensità straordinariamente vivace e radicale.
Il documentario illustra un periodo che vede l’Italia al centro dell’avanguardia, con gallerie
sperimentali come l’Attico o lo Studio Morra, le grandi mostre come Arte Povera+ Azioni Povere negli Arsenali di Amalfi o Contemporanea nel parcheggio di Villa Borghese a Roma, insieme a
festival di danza, teatro e poesia animati da personaggi come Philip Glass o Trisha Brown.
Un racconto visivo dal ritmo serrato, arricchito da materiali di repertorio, film d’arte e filmati inediti e dalle rare testimonianze di artisti, critici, galleristi e fotografi, protagonisti di quegli anni
davvero incandescenti, per cogliere l’atmosfera di un paese travolto da un cambiamento vissuto all’ insegna della creatività


ILARIA FRECCIA

Ha cominciato lavorando come assistente del fotografo Gianni Berengo Gardin. È stata produttrice associata per la serie di documentari The Great Pleasure Hunt diretti da Elliott Erwitt per l'H.B.O. Come filmaker ha collaborato con la compagnia di teatro sperimentale Mabu Mines al Public Theatre a New York. Ha diretto i seguenti documentari: Vision Quest e Strippers, prodotti da La Banda Magnetica/ Channel 4. Thangam, prodotto da RAI 3/Navert Film. Madras Eyes, prodotto da Rai Cinema Fiction, selezionato al Roma Film Festival, Rotterdam International Film Festival, Gay And Lesbian Film Festival di New York, San Francisco, London Film Festival. Premio Planet al Festival Libero Bizzarri 1999. L'iniziazione MK produzioni /Rai Tre, Festival Dei Popoli, edizione 2000. Un mondo senza povertà prodotto da Rai Tre/Intesa & C.P. Giusto un po’d’amore prodotto da Rai Tre/ Tele+/Intesa & C.P. Padre Pio Express, prodotto da Zeta Produzioni e Rai Tre, Premio Genova Film Festival, Cinquina miglior documentario David di Donatello 2004. In collaborazione con Salvatore Sansone ha scritto la sceneggiatura del lungometraggio Il tempo della confluenza Finalista al Premio Solinas 2004. Il lungometraggio You can be me con Nicholas Hunt. Nel 2012 dirige Il mondo che vorrei una serie di interviste a grandi personaggi contemporanei come Vandana Shiva, Serge Latouch, Grazia Marcanò, Mariangela Gualtieri e molti altri. Scrive con Mariolina Venezia la commedia Ognuno a suo modo. Il lungometraggio, Welcome to Loveland in sviluppo con Drama Filmes - Brasile. È autrice, con Marco Morana, della serie Tv A Priceless Gift - Vita e la morte di Jane Stanford, che ha ricevuto il contributo del MIBAC 2017 per la scrittura; e il lungometraggio Wildfire in sviluppo.


LUDOVICO PRATESI

Nato a Roma nel 1961, vive e lavora a Roma. Curatore e critico d'arte, dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro. Attualmente è Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea, Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti, e Direttore Artistico di Spazio Taverna. Professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Urbino dal 2018 e professore di Didattica dell’arte all’università IULM. Dal 2009 al 2011 è stato curatore scientifico di palazzo Fabroni di Pistoia. Dal 2006 al 2010 è stato Presidente dell’AICA, mentre dal 2012 al 2015 è stato Vice Presidente dell'AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italia. Critico del quotidiano La Repubblica, collabora regolarmente con Arte Mondadori, Artribune, Exibart e Treccani. Ha scritto diversi saggi, tra i quali Arte come identità, Perché l’Italia non ama più l’arte contemporanea e L’arte di collezionare arte contemporanea nel mondo globale, pubblicati da Castelvecchi.


LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI (Arte in Italia 1967/1977)
CREDITS

da un'idea di Ludovico Pratesi e Ilaria Freccia
Sceneggiatura Ilaria Freccia e Ludovico Pratesi
Regia Ilaria Freccia

con la partecipazione di Marina Abramovic, Mario Franco, Sergio Lombardo, Beppe Morra, Paolo Mussat Sartor, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luca Patella, Michelangelo Pistoletto, Paola Pitagora, Lia Rumma, Tucci Russo, Fabio Sargentini, Piero Sartogo
Interviste di repertorio
Lucio Amelio, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Jannis Kounellis, Mario Merz, Pino Pascali, Gian Enzo Sperone, Andy Warhol

03/08/2021 10.09
Fondazione Sistema Toscana/Mediateca Toscana


 
 


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