Regione Toscana
Bilancio e Next Generation Eu: il punto su spesa corrente e investimenti
Audizioni di Paolo Giacomelli e Gianni Anselmi in commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd)
“Vedo più difficoltà nella spesa corrente, che non nella spesa per investimenti” ha sintetizzato Paolo Giacomelli, direttore di Programmazione e bilancio della Giunte regionale nel corso di un’audizione in commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd).
“Il 2020 è stato un anno difficile per compensare il calo verticale delle entrate tributarie, che può mettere a rischio non solo il pareggio di bilancio, ma anche la gestione delle funzioni fondamentali – ha affermato il direttore - E’ stato istituito a livello nazionale un fondo di compensazione, ma le minori entrate tributarie stimate sono in Toscana circa 217 milioni di euro, a fronte del fondo compensativo di 160 milioni di euro, con un differenziale di circa 57 milioni di euro che per adesso restano nei numeri del bilancio regionale”.
Più in generale Giacomelli ha precisato che complessivamente la spesa corrente, escludendo la spesa sanitaria (che incide per circa l’80%), vale circa un miliardo e 200 milioni, di cui il trasporto pubblico locale assorbe 660 milioni di euro (430 con finanziamenti dallo Stato e 230 da risorse proprie), le spese di funzionamento 400 milioni di euro (196 per il personale), il servizio del debito 150 milioni di euro tra quota interessi e quota capitale. Giacomelli ha aggiunto che su una spesa di investimento di circa 700 milioni di euro, circa l’80% viene trasferito agli enti locali.
Sul versante degli investimenti il consigliere Gianni Anselmi ha fatto invece il punto sul programma ‘Next Generation Italia’, che segue informalmente su incarico del presidente Giani. Si tratta di un pacchetto che, insieme al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) di 191,5 miliardi, prevede atri 13 miliardi del fondo comunitario ‘React Eu’ e una programmazione complementare che vale 30,64 miliardi di euro e non è soggetta ai tempi del piano (il 2022 per l’impegno dell’70% delle risorse e il 2023 per il restante 30% e la fine dei lavori).
Anselmi si è soffermato sulle sei missioni, che caratterizzano il Pnrr: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture e mobilità sostenibile, ricerca, inclusione sociale, salute. In particolare ha sottolineato la necessità di attuare insieme una serie di riforme, a partire dalla pubblica amministrazione. “Parliamo del mondo che viene dopo la pandemia – ha osservato – Mentre vacciniamo, dobbiamo immaginare come mettiamo i nostri territori nelle condizioni di partecipare alla ripresa”. In questa prospettiva ha ricordato che digitalizzare la pubblica amministrazione vuol dire “dare i dati una sola volta e non più volte ad amministrazioni diverse, utilizzare i cloud, introdurre gli sportelli unici”. Con i progetti delle singole missioni potrà essere digitalizzato anche il patrimonio culturale e si apriranno nuove opportunità per i piccoli borghi, per l’innovazione in agricoltura, per il dissesto idrogeologico, le risorse idriche, le infrastrutture sportive nella scuola, il contrasto all’abbandono scolastico, i servizi sociali e sanitari nelle aree marginali, “Penso serva un presidio tecnico per gestire tutto questo, affiancato da un presidio politico – ha aggiunto – Occorre anche una programmazione negoziata, per fare accordi di programma finalizzati ai singoli progetti. Il Piano regionale di sviluppo sarà lo strumento di integrazione. Le prossime settimane saranno decisive”.
Numerosi gli interventi dei commissari presenti: Elisa Tozzi e Marco Casucci (Lega), Massimiliano Pescini e Valentina Mercanti (Pd), Stefano Scaramelli (Iv).
04/05/2021 17.46
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