Si accendono le luci del monumentale lampadario del Teatro comunale Niccolini di San Casciano in Val di Pesa. Ed è un’emozione per tutta la comunità, il Comune e il suo storico partner, Fondazione Toscana Spettacolo che da anni in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale gestisce la programmazione artistica del teatro. Dopo più di un anno di stop, chiusura determinata dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, le porte dello stabile chiantigiano si riaprono. In platea, tra i palchi e sul palcoscenico della sala ottocentesca il teatro torna a vivere e a produrre quelle grandi emozioni che solo il mondo della scena, con i suoi protagonisti, artisti e operatori, registi, drammaturghi, interpreti, tecnici audio e video, costumisti, scenografi, addetti alla segreteria e maschere, è in grado di offrire al pubblico di ogni età.
Per la sua riapertura ufficiale il Niccolini, che la scorsa settimana aveva ospitato la doppia proiezione del docufilm “Occhi di ragazz#” per la regia di Stefano De Martin, riservata agli studenti e alle loro famiglie, si affida alla qualità e al prestigio di una compagnia la cui storia nasce e si intreccia con quella stessa del teatro dove è attualmente residente. Arca Azzurra Teatro presenta il suo ultimo lavoro, firmato dal grande drammaturgo e regista Ugo Chiti, che al Niccolini debutterà in prima nazionale il 30 maggio con repliche il 31 maggio, il 1 e il 2 giugno alle ore 20.15. La pièce “A debita distanza”, tratta dal Decamerone di Giovanni Boccaccio e I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, è frutto di un libero adattamento e regia di Ugo Chiti. In scena i bravissimi interpreti della compagnia toscana: Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci. I costumi sono di Giuliana Colzi, il disegno luci di Marco Messeri e le musiche di Vanni Cassori. L’aiuto regia Angelita Borgheresi, assistente ai costumi Susanna Fabbrini. Info e prenotazioni:
teatroniccolini@gmail.com, cell. 366.3038297.
“Il teatro è uno strumento di espressione di sentimenti autentici - dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di San Casciano, Maura Masini – foriero di quelle emozioni che sentiamo come necessarie nel percorso di recupero della nuova normalità, il teatro è condivisione, è socialità, è riflessione, è l’opportunità di riappropriarci dei nostri spazi fisici e interiori. E siamo felici di ripartire da dove ci eravamo lasciati, più di un anno fa, con la compagnia che da sempre ama, prova e produce per e nel nostro teatro, Arca Azzurra Teatro, protagonista della prima nazionale firmata dal grande Ugo Chiti. Il nostro obiettivo è quello di tornare a far vivere il Niccolini, insieme al nostro partner Fondazione Toscana Spettacolo, con la drammaturgia di qualità, spaziando dalla prosa alla danza e alla musica, puntando alla valenza sociale del teatro pubblico”.
La riapertura del Teatro Niccolini – sottolinea il direttore della Fondazione Toscana Spettacolo, Patrizia Coletta – rappresenta un momento di grande importanza per la vita culturale del territorio. Si tratta di un nuovo inizio, salutato da uno spettacolo nato lo scorso inverno, proprio durante il periodo di sospensione delle attività teatrali aperte al pubblico. Un lavoro in cui Ugo Chiti, ispirandosi al Decamerone di Giovanni Boccaccio e a I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, ci parla del tempo che stiamo vivendo. Con questa riapertura ha finalmente inizio una nuova stagione di vicinanza tra artisti e spettatori, un ritorno a quel vitale scambio di contenuti ed emozioni che da sempre caratterizza e rende unico il teatro”.
LO SPETTACOLO
Ci sono occasioni nelle quali un titolo viene fuori prima dell’opera a cui si riferisce, e non perché sia geniale, figlio riconoscibile dei tempi, richiamo sicuro per l’ascoltatore spettatore, ma così perché evoca immagini, altre parole, scambi, sottintesi, richiama luoghi, geografie fantastiche, situazioni, intrighi, idee e sciocchezze.
A debita distanza è l’idea che ha immediatamente fatto scaturire un paesaggio narrativo, un’epoca di riferimento, un distanziamento tutt’altro che sociale, fisico semmai fra l’attore e lo spettatore, tra il narratore e l’ascoltatore, che è appunto fisicamente misurabile, ma che umanamente, appassionatamente, gioiosamente, tragicamente deve essere nullo, anzi deve trasformarsi in una sorta di lotta o d’amplesso, qualcosa di quasi carnale, di fisico.
Lo spettacolo trae spunto da un pugno di novelle, la cui distanza dal XXI secolo è abissale, il ‘300, epoca di grandi, immensi progetti narrativi, sia per dimensioni fisiche che per dimensioni letterarie (il Decamerone di Messer Giovanni Boccaccio da Certaldo e I Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucher) e costruisce uno spettacolo di schermaglie amorose, di racconti di burle, di intrighi e di beffe, dove la distanza debita è data dal rispetto verso l’originale, ma anche dalla volontà d’essere il più vicino possibile al pubblico e parlargli così vicino al cuore, allo spirito, da fargli immaginare che queste storie nascano da lui stesso, a Kilometro zero, che sia la sua memoria quasi a farle scaturire.
Parole, situazioni così vicine da riconoscerle come proprie grazie all’adattamento operato sugli originali da Ugo Chiti e dalla sua collaudata capacità di giocare con il linguaggio dei grandi maestri del passato. La capacità comunicativa immediata è la cifra principale dell’ormai quasi quarantennale lavoro di Chiti e della sua compagnia. Gli attori di Arca Azzurra aderiscono alla cifra stilistica del drammaturgo toscano in maniera quasi simbiotica, tanto da coglierne le evidenze e i sottotesti, le sfumature, i rimandi, la ricchezza, l’arguzia, l’efficacia.