Università di Firenze
Don Luigi Ciotti entra nella Hall of Fame dell'Educazione degli adulti e formazione continua, per iniziativa dell'Università di Firenze
Il riconoscimento conferito agli Innocenti venerdì 8 novembre. La mattina in Aula Magna una lezione con gli studenti: “Contro le mafie serve un investimento educativo costante”
Don Luigi Ciotti ha ricevuto venerdì 8 novembre, per iniziativa dell’Università di Firenze, un prestigioso riconoscimento internazionale per la sua attività instancabile, a favore dell’inclusione sociale e dell’educazione alla legalità, attraverso associazioni e gruppi plurali.
Il protagonista di tante battaglie per la promozione della giustizia sociale entra nella Hall of Fame dell’Educazione degli adulti e formazione continua: a candidarlo al prestigioso riconoscimento è stato l’Ateneo fiorentino nella persona di Paolo Federighi, professore onorario in Pedagogia generale e sociale.
Don Ciotti è stato presentato come nuovo membro della Hall of Fame all’interno del convegno “International Adult and Continuing Education HOF” che si tiene fino al 9 novembre a Firenze, all’Istituto degli Innocenti con l’organizzazione del Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Ateneo.
Il riconoscimento è stato assegnato a don Ciotti, in particolare, per il suo contributo all’educazione attiva contro la criminalità e le mafie, sviluppata attraverso la creazione di reti nazionali e internazionali di associazioni – come “Libera” che coordina attualmente più di 1600 realtà – e attraverso la promozione di numerose attività formative, campagne culturali e progetti di ricerca, così come attraverso la costituzione di cooperative per l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità.
In mattinata Luigi Ciotti aveva tenuto nell’Aula Magna del Rettorato una lezione a studentesse e studenti, dal titolo “È la cultura che dà la sveglia alle coscienze. L'importanza dell'educazione nel contrasto alle reti criminali”, introdotta dal saluto della rettrice Alessandra Petrucci.
“La violenza culturale è la più difficile da sconfiggere perché penetra in profondità nel tessuto sociale e nei modi di essere delle persone – ha affermato don Ciotti rivolgendosi agli universitari -. È la cultura mafiosa del rancore, dell’avidità, della sopraffazione che rende le persone cieche di fronte ai diritti degli altri, sorde di fronte alla sofferenza di chi subisce lutti e ingiustizie”.
“Per questo – ha proseguito il fondatore di “Libera” - le mafie non si possono affrontare solo sul piano repressivo, ma serve un investimento educativo costante per sradicare la mentalità che le favorisce e combattere la rassegnazione di chi è vittima dei loro crimini”.
“Siamo profondamente onorati di aver contribuito a questo riconoscimento per una figura di così elevato spessore umano e sociale – ha commentato la rettrice Petrucci durante la giornata celebrativa. – L’Ateneo fiorentino vanta una lunga tradizione nel campo della formazione continua: la prima cattedra di educazione degli adulti in Italia fu istituita proprio qui a Firenze nell'anno accademico 1970/71, tenuta da Filippo Maria De Sanctis. E nella nostra Hall of Fame – ha concluso la rettrice – è già presente da tempo il professor Paolo Federighi, promotore del riconoscimento odierno a don Ciotti”.
11/11/2024 9.46
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