IN PROVINCIA LE POESIE DI ALMA BORGINI
Lunedì 3 ottobre, ore 16.30, Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi, Firenze, via Cavour 1
La scrittrice fiorentina Alma Borgini sembra usare il bisturi per scavare con le parole quello che sembra il caos ed invece è la vita. Si può trovare un senso alle cose. C’è, anche se è
incompiuto. Nella sua nuova raccolta, edita da Giuliano Ladolfi Editore, che verrà presentata lunedì 3 ottobre, alle ore 16.30, nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi (Firenze, via Cavour 1), Borgini distilla con molta intensità e chiarezza temi che erano stati toccati anche nella precedente «Ballata scorretta» (Polistampa) e che qui si fanno lettura del presente, lente di ingrandimento per un giudizio non rassegnato anche se sofferto e che talvolta appare sussurrato: «Ai nostri giorni i tempi/ contano più dei sentimenti-/ non è ragionevole/ tenere
in poco conto/ del cellulare e della vita/ questi ultimi spiccioli». D’altra parte i sentimenti non vanno confusi con il senso emozionale e indeterminato che si fa esaltazione: «Noi ci identifichiamo con il corpo/ ma siamo qualcosa di più del corpo./ Ci identifichiamo nella
sensazione/ ma non siamo le sensazioni./ I potenti si identificano col potere/ ma sono soli in un vortice oscuro». L’esito della vita dispersa è tutt’altro che indeterminato: «La più grande sofferenza/ degli esseri umani/ è attaccarsi a qualcosa di fuori/perdendo la relazione col tutto/ con l’anima delle cose viventi». Tutto questo su ogni piano d’orizzonte: «Una casa è per una famiglia/ e non serve se la famiglia è dispersa./ Non tornerò mai a vedere la casa/ nuova ristrutturata».