PROVINCIA E BILANCIO, "MANOVRA DA 24 MILIONI DI EURO"
Analisi a tutto tondo e prospettive illustrate dall'assessore Lepri: "Ridurre lo stock del debito e liberare risorse da destinare agli investimenti". In aumento l'imposta di trascrizione dei veicoli. Il 2012? "Ci attende una nuova stagione di sacrifici e privazioni". Le reazioni in Consiglio provinciale
Bilancio della Provincia di Firenze. Sulla base del Documento Preliminare di Programmazione, approvato dalla Giunta e illustrato al Consiglio dall'assessore Tiziano Lepri, sarà operata una manovra sul bilancio corrente del 2012 di 24 milioni, fra maggiori entrate e minori spese, rispetto alle attuali previsioni per l’esercizio in corso.
Tali risorse, spiega Lepri, "saranno utilizzate per ridurre lo stock di debito, anche al fine di liberare risorse dalla riduzione delle rate di ammortamento dei mutui e destinarle agli investimenti dei prossimi anni".
Si tratta, comunque, di un impegno considerevole essendo la massa finanziaria manovrabile, cioè le risorse provinciali al netto dei trasferimenti regionali per funzioni delegate, di circa 100 milioni di euro. E in questa massa c’è tutto, anche le spese di funzionamento (personale, immobili, interessi passivi, attività degli organi).
Per quanto riguarda le entrate tributarie, si prevede nel 2012 un significativo incremento naturale del gettito, senza cioè interventi sulle tariffe deliberate dalla Provincia di Firenze che, come è noto, sono tutte al minimo.
Il gettito dell’imposta sull’assicurazione auto dovrebbe subire un incremento naturale a seguito dell’adeguamento dei massimali deciso dalle società nel corso di quest’anno. Sulla disciplina dell’imposta provinciale di trascrizione (Ipt) interviene anche il decreto di attuazione del federalismo provinciale e la "manovra di “Mezzagosto”.
Queste due circostanze determinano un naturale incremento delle entrate tributarie stimato, nel 2012, in circa 10 milioni di euro. Conseguentemente la manovra da effettuare con interventi "ricondotti alle nostre autonome decisioni ammonterebbe a circa 14 milioni".
Il bilancio corrente dell’Ente è stato sottoposto negli ultimi anni ad un forte stress finanziario. Solo nel corso di quest’anno le spese correnti hanno subito, anche a causa del consistente taglio dei trasferimenti regionali sulle funzioni delegate, una contrazione di circa 10 milioni di euro rispetto al 2010.
"Ci pare inevitabile in queste condizioni - sottolinea l'assessore - aprire una riflessione sul fronte dell’entrata e della fiscalità. Saremo probabilmente costretti ad attivare la leva fiscale, con un ritocco delle aliquote il più possibile equilibrato e diversificato e secondo criteri di selettività (chi più ha più paghi) e di premialità a favore dei comportamenti virtuosi". Detto questo rimane comunque la necessità di intervenire anche sulla spesa con un taglio significativo e con i problemi che ne conseguono. Non potranno non essere intaccati i livelli di erogazione dei servizi e la dimensione quantitativa delle risorse utilizzate per sostenere le diverse iniziative sul territorio. E’ bene sapere che "ci attende una nuova stagione, di sacrifici e di privazioni".
Il mantenimento degli impegni assunti con il Piano delle opere pubbliche rappresenta il segmento più critico dell’attività amministrativa da qui alla fine del mandato, proprio perché impatta direttamente e consistentemente con i limiti imposti dal patto di stabilità e con la carenza di risorse.
In primo luogo si dovrà far fronte alle opere già in corso di realizzazione, o in fase di avvio, o comunque già programmate, e finanziate per circa 120 milioni di euro: soldi già in cassa e che il patto di stabilità ci impedisce di spendere. Due le priorità per il 2012: gli interventi di manutenzione e quelli di completamento di opere già realizzate o in corso di realizzazione. Il Piano triennale 2012-2014, che la Giunta ha adottato venerdì scorso, prevede opere per circa 180 milioni di euro, autofinanziate per circa 33 milioni con risorse di bilancio e senza ricorrere a nuovo indebitamento.
"Il tema centrale del nostro impegno - continua Lepri - si conferma sempre più essere il patto di stabilità: come rispettarlo, senza rinunciare ad esercitare il nostro ruolo di governo del territorio; ma anche come cambiarne le regole, nella misura in cui ne saremo capaci, là dove esse confliggono con l’esercizio della nostra autonomia politica e istituzionale".
La manovra del Governo non solo "non sostiene lo sviluppo e la crescita, ma assume un carattere decisamente recessivo". Sarà quindi estremamente difficile amministrare nei prossimi anni".
Il contributo che viene imposto alle autonomie locali in termini di tagli e, soprattutto, in termini di obiettivi di patto di stabilità, ha ormai superato i livelli di sostenibilità.
Si deve riconoscere "il sostanziale fallimento delle politiche che hanno ispirato il governo del Paese nell’ultimo triennio e, sostanzialmente, nell’ultimo decennio. E non si venga a dire che le agenzie sono mosse da intenti politici (magari al pari della magistratura 'politicizzata'), rinnovando l’esercizio di quella pessima abitudine, di cui i nostri governanti sono campioni, di delegittimare chiunque esprima un’opinione diversa dalla propria, che è per l’appunto uno dei motivi del loro discredito. Non credo proprio che siano sufficienti a giustificare tutto ciò le sorti avverse e la crisi mondiale".
Fin quando non saranno messe in atto azioni concrete per affrontare seriamente i fattori strutturali di criticità del sistema economico e finanziario (abbattimento dello stock del debito e crescita dell’economia) "non potremo dire di esserci incamminati sulla strada giusta per uscire dalla crisi". Né le cose sono migliori sul fronte fiscale, "uno dei cavalli di battaglia delle forze politiche che hanno quasi ininterrottamente governato negli ultimi dieci anni" e su quello dell'evasione.
Alla comunicazione di Lepri, è seguito il dibattito dei consiglieri provinciali nella Sala IV Stagioni di Palazzo Medici Riccardi. Per Massimo Lensi (Pdl) la filiera degli enti locali è un consistente problema di fondo all'orgine del decificit. "E' lì - spiega - che si deve operare". Vista la condizione, tagli alle spese e incremento della pressione fiscale sono necessari.
Sara Biagiotti (Pd) rileva invece che la "la risposta alla grave crisi economica è sulle spalle degli Enti locali che si vedono tagliate le risorse e devono utilizzare le imposte per salvaguarare il livello di investimenti. E' l'incapacità del Governo a dare risposte serie che ha determinato lo scaricabarile sulle spalle degli Enti locali".
Secondo Andrea Calò (Rifondazione comunista) "il circolo vizioso che si è determinato comporta che il Governo taglia agli Enti locali e questi, a loro volta, aumentano la pressione fiscale o riducono i servizi. Un leit motiv che va interrotto. Dobbiamo convenire sulla necessità di realizzare concreti interventi sul versante delle tutele sociali e della salvaguardia delle comunità dei territori. Chiediamo al Centrosinistra di non riproporre la litania dell'austerità e dei sacrifici ma di contrastare la crisi e le ricette neoliberiste".
"Deve prevalere un senso di responsabilità - sostiene per pare sua Riccardo Lazzerini (Sel) - che prescinda dalle azioni finanziarie internazionali e soprattutto di questo Governo nazionale. col paradosso che probabilmente si chiederanno ulteriori sacrifici a nome di un Ente, la Provincia, che sulla carta già non esiste più".
"La Giunta provinciale - osserva Marco Cordone (Lega Nord) dovrebbe considerare che oltre alla grave crisi internazionale in Italia non esiste ancora un federalismo compiuto, una riforma dello Stato che permetterebbe agli enti locali virtuosi di non subire le colpe di altri. Da parte della maggioranza si sa solo criticare il Governo invece di essere più propositivi".
"L'analisi di Lepri è giusta - è il commento di Andrea Cantini (Idv) - la diagnosi ci mette in difficoltà a causa dei tagli operati dal Governo. Ci vuole da parte di tutta la maggioranza, noi compresi, una rigorosa attenzione alle spese con un salto di qualità per gli investimenti. Si devono in ogni caso trovare e destinare risorse in più per il lavoro e l'occupazione".