CALENZANO, SCIOPERO ALLA SEAC. RIFONDAZIONE: "APRIRE CONFRONTO SERIO"
Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista segnala la situazione a Palazzo Medici Riccardi
Mercoledì 2 novembre 2011 i lavoratori di Seac, dello stabilimento di Calenzano, effettuano uno sciopero con presidio di fronte ai cancelli dello stabilimento. Da quattro mesi, segnalano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, "i lavoratori sono senza stipendio mentre l’azienda cerca di cambiare i contratti di solidarietà in Cassa integrazione straordinaria senza presentare alcun piano industriale". La Rsu e la Fiom Cgil chiedono il pagamento degli stipendi arretrati e l’apertura di un confronto industriale "serio, autorevole e responsabile". Il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista esprime "solidarietà ai lavoratori e sostegno alla vertenza mentre alla Provincia di Firenze e al Comune di Calenzano si richiede il massimo delle iniziative volte ad ottenere una modifica nella gestione e il recupero di un profilo alto sul piano della responsabilità sociale. In gioco è il destino dei lavoratori, dell’occupazione e dei loro diritti". Presentata in Provincia una domanda d'attualità. Di seguito il testo.
"Mercoledì 2 novembre 2011 i lavoratori di Seac stabilimento Calenzano effettueranno 3 ore di sciopero, con presidio di fronte ai cancelli, per protestare contro la proprietà che da 4 mesi non paga gli stipendi e per contrastare il tentativo di trasformare il contratto di solidarietà già sottoscritto in Cassa integrazione straordinaria. Si tratta di una scelta grave e irresponsabile e di basso profilo sociale tutta giocata sulla pelle dei lavoratori. Da tempo la RSU e la Fiom Cgil hanno chiesto alla proprietà di presentare un piano industriale al fine di capire quali sono le prospettive future dal punto di vista occupazionale e produttivo. A tutt’oggi non si è compreso se dietro questa modalità di attaccare il lavoro e i diritti c’è la scelta di dismettere il sito produttivo.
La SEAC è una azienda metalmeccanica manifatturiera che progetta, produce e vende strumentazione biomedica per laboratorio (sistemi per analizzare il sangue) da anni la sua attività è fortemente integrata con le Università di Firenze e Prato, con istituti di ricerca internazionali ed anche con realtà produttive del territorio.
La sede è a Calenzano ed occupa una settantina di lavoratori. Negli ultimi anni la società ha ridotto le vendite ed il fatturato e, dopo la fallita vendita ad una multinazionale del settore, si trova in difficoltà.
La Rsu, la Fiom Cgil ed i lavoratori chiedono che la società paghi le retribuzioni arretrate e che si renda disponibile ad avviare un confronto presentando un piano industriale che contempli la salvaguardia dei posti di lavoro ed il rilancio della società. Ci sono le professionalità ed il know how sia per proseguire le attività nel settore che per affrontare riorganizzazioni produttive verso altri settori.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
nell’esprimere la piena solidarietà ai 70 lavoratori di SEAC di Calenzano che da 4 mesi non percepiscono il proprio stipendio a fronte di un tentativo unilaterale della proprietà di trasformare il contratto di solidarietà già sottoscritto in Cassa integrazione straordinaria,
nell’affermare il pieno sostegno politico e istituzionale alla vertenza in atto
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla gravità della situazione allo stabilimento SEAC dal punto di vista del lavoro, della corresponsione dei salari, dei contratti di solidarietà, degli ammortizzatori sociali e del prospettive produttive.
Altresì chiediamo di sapere quali iniziative intende adottare la Provincia di Firenze nei confronti della proprietà affinché la medesima recuperi un profilo gestionale di alta responsabilità sociale, rispettando i propri impegni contrattuali e presentando come richiesto un piano industriale.
Infine chiediamo di sapere se la Provincia di Firenze unitamente al Comune di Calenzano siano stati interessati dalla vertenza e se entrambe le Amministrazioni Locali hanno intenzione di sostenere la vertenza e di attivare tutte le misure necessarie di sostegno al lavoro, ai salari e redditi dei lavoratori".