LECCIO, "ENNESIMO MEGA CENTRO DI MODA"
Rifondazione comunista chiede alla Provincia di Firenze di verificare "l'effettiva natura dell'operazione"
Nasce "l’ennesimo mega centro di moda e design Fashion Valley Company Store a Leccio contiguo ai tanti outlet". Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista rileva come l’inaugurazione del Centro venga "osannata come grande occasione di lavoro per i territori in crisi". Provincia di Firenze, Comune di Reggello stipulano un accordo con i gruppi proprietari per la formazione e la selezione degli addetti alle vendite nei 32 negozi previsti.
"Nuova cattedrale della precarietà e dello sfruttamento sul lavoro o reale beneficio per nuova occupazione? - chiedono i consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Rifondazione Comunista apre la verifica sulla effettiva natura dell’operazione e sui costi sostenuti dalla Provincia". Ecco il testo predisposto da Rifondazione.
"19 novembre 2011 è stato inaugurato a Leccio nel Comune di Reggello un nuovo centro della moda e design di Fashion Valley Company Store, nuovo polo dell’outlet di oltre 6000 mq (come preludio ai 20.000 mq del progetto finale) e con i primi 10 negozi aperti dei 32 previsti a regime.
Il centro dedicato all'abbigliamento e all'home design ha già attratto marchi noti come Versace, John Richmond e Vivienne Westwood. Da quanto viene dichiarato dal gruppo La Castelnuovese (che fa parte della società Mandò Village proprietaria del nuovo centro commerciale) questa nuova cittadelle della moda offrirà alla fine dell'insediamento di tutte le attività 300 posti di lavoro. Al momento dell'inaugurazione erano già stati assunti una cinquantina di dipendenti.
Per l'individuazione degli addetti la Provincia di Firenze, nella figura dell'Assessore provinciale a Lavoro e Formazione siglò a giugno 2011 con il Sindaco di Reggello e con il Mandò Village (joint venture tra il gruppo Europ Invest e Gruppo La Castelnuovese) un protocollo d’intesa avente la finalità di “...mettere insieme le potenzialità del pubblico ed i bisogni del privato...”.
Il protocollo fu inserito a detta della Giunta Provinciale quale modalità di
contrasto alla crisi del mercato del lavoro, anche grazie ad una serie di innovativi accordi con il privato.
Nello specifico, la Provincia di Firenze, si impegnava ad effettuare entro il mese di ottobre la preselezione e, dove necessario, la formazione dei 120 dipendenti di Fashion Valley Company Store, un’operazione già utilizzata in altre occasioni (Mc Donald’s o all’outlet di Barberino) con la quale la Provincia di Firenze mette a disposizione degli imprenditori del territorio la propria esperienza nella preselezione del personale e nella gestione di curriculum e risorse umane.
La Provincia con questa nuova intesa e collaborazione con i soggetti si impegnava a mettere tutto quello che è di sua competenza, ossia le capacità e l’attenzione alla formazione.
Per realizzare i punti dell'accordo è stato utilizzato
il Centro per l’impiego di Figline Valdarno che con il nome di Servizio Preselezion Company Stores tra giugno e ottobre ha gestito il servizio di informazione sui profili ricercati dal polo Fashion Valley, per l’inserimento dei CV nel sistema web di preselezione e per i primi colloqui con gli utenti. Inoltre sulla base di quanto dichiarato dalla provincia di Firenze “...le ricerche di personale saranno inoltre pubblicate online sul sito http://prenet.provincia.fi.it/cpi/ e chiunque, collegandosi da casa o presentandosi ad un Cpi di Firenze o di tutta la provincia, pooteva candidarsi in risposta ad uno o più profili professionali richiesti...”.
Secondo la proprietà le opportunità di lavoro avrebbero riguardato commessi addetti alle vendite e responsabili di negozio specificando che la ricerca sarebbe stata indirizzata soprattutto verso i giovani ai quali sarebbero stati proposti inizialmente contratti di lavoro a tempo determinato.
Successivamente i gestori assicuravano che il primo ingresso avrebbe rappresentato solo un periodo di prova al quale sarebbe seguita l’assunzione vera e propria a tempo indeterminato “…tenendo conto delle capacità e delle disponibilità dimostrate…”.
Questa modalità, a loro modo di vedere, si sarebbe resa necessaria “…perché il lavoro per le grandi firme della moda e dell’accessoristica italiana richiede doti commerciali di un buon livello o comunque molta voglia di imparare un lavoro che, per quanto possa apparire semplice, è invece impegnativo e di grande responsabilità, costituendo l’anello tra il brand-produttore e il consumatore…” (estratto dalla rivista “Costruire per il futuro”. News dal mondo della Castelnuovese. Autunno 2011.)
Palazzo Medici Riccardi si impegnava inoltre ad attivare brevi moduli formativi per un massimo di 40 ore per completare la formazione della figura di “addetto alle vendite” utilizzando i percorsi professionalizzanti dei Centri Formativi Territoriali (CFT).
Gli scriventi consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista a fronte:
di similari esperienze pregresse accadute negli outlet e centri commerciali del territorio divenuti luoghi di sfruttamento, precarizzazione e violazione contrattuali, normative e salariali dei lavoratori utilizzati
di impegni sottoscritti tra Istituzioni e società e gruppi imprenditoriali che danno vita a dette attività proponendo grandi quantità di occasioni di lavoro e opportunità sul territorio e alle comunità locali interessate
degli accordi sottoscritti tra Provincia di Firenze, Comune di Reggello e gruppi proprietari di Fashion Valley Company Store per l’individuazione e formazione degli addetti ai negozi attraverso il Centro per l’Impiego di Figline Valdarno in forza dei quali i CFT avrebbero attivato moduli formativi per completare la formazione della figura di addetto alle vendite,
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’assessore competente:
il resoconto dettagliato del lavoro svolto nella preselezione, formazione dei lavoratori per il nuovo Centro, quante richieste siano pervenute, da quali realtà territoriali, i dati anagrafici, quanti risultino alla ricerca di un primo impiego e quanti di una ricollocazione.
di sapere quante candidature abbiano utilizzato il sistema online e quanti si siano rivolti direttamente a un Centro per l’impiego, quali siano state le agenzie che hanno attivato i moduli formativi per il completamento e la formazione della figura di addetto alle vendite. Quanti degli operatori che hanno utilizzato i percorsi offerti dai CFT siano stati effettivamente assunti e in fine il costo dell’operazione per la Provincia di Firenze.
Tutto ciò per capire se l’apertura dell’ennesimo centro commerciale abbia rappresentato un’occasione reale di lavoro vero e una concreta opportunità di contrasto alla precarietà nei territori con una corretta finalizzazione delle risorse pubbliche".