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RICHARD GINORI, "STIPENDI IN FORSE?"
Rifondazione comunista interviene sulle vicende dello stabilimento di Sesto Fiorentino

Tornano in forse gli stipendi dei lavoratori della Richard Ginori 1735 di Sesto Fiorentino. Lo sostiene il gruppo provinciale di Rifondazione Comunista che, a fronte del susseguirsi di notizie dalla e sulla Richard Ginori, esprime "forte preoccupazione" e chiede alla Provincia di Firenze di "riferire dettagliatamente sui motivi del perdurare di mancanza di liquidità al punto di non consentire all’azienda la certezza dell’erogazione degli stipendi ai lavoratori". Con una domanda d'attuaità i consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calà e Lorenzo Verdi si rivolgono alla Giunta provinciale per chiedere "se non ritiene che l’accesso a strumenti finanziari debba andare di pari passo alla dimostrata volontà e capacità di fare impresa da parte del management aziendale". Di seguito il testo del documento.

"Esprimiamo forte preoccupazione per quanto sta accadendo ai lavoratori in merito al corretto pagamento delle retribuzioni. 
La proprietà in un incontro, richiesto e sollecitato dai Cobas, fa sapere che non è in grado di “fornire certezze sul pagamento delle retribuzioni” fino alla data del 31 gennaio.
Si tratta di un fatto grave e inaccettabile sul piano dei diritti che ripropone con forza quanto da tempo stiamo chiedendo circa l’attendibilità e l’autorevolezza di questo gruppo  manageriale nel gestire le attività, nel prospettare sviluppo  e nella capacità di fare impresa  in un contesto in cui la vicenda e le sorti dello stabilimento di Sesto Fiorentino continua a rimanere avvolto in un clima opaco e torbido.
Ciò che ancora preoccupa sono le scuse accampate dalla proprietà nel giustificare i ritardi quando vincola i medesimi allo stanziamento di risorse che la Regione Toscana dovrebbe attivare per sostenere un intervento sul Museo della Porcellana di Doccia.
Si infittisce dunque il mistero delle “cordicelle” che la proprietà avrebbe teso per sopravvivere, in questo complesso monopoli tutto giocato sulla pelle dei lavoratori.
Il primo è c/o il  Ministero dello Sviluppo Economico, il secondo c/o il Ministero delle Entrate, il terzo con il pool di banche ( Monte dei Paschi di Siena, Intesa S.Paolo, UniCredit e Fidi) , il quarto con le Amministrazioni Locali ( Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino) tralasciando su questo percorso ad ostacoli lodi e contenziosi ancora in atto con vari soggetti.
Preoccupa dunque che le “liquidità” che occorrono a pagare i lavoratori siano tutte in mano alle future “determinazioni”  della Regione Toscana.
Rimane lo sconcerto dei lavoratori di fronte all’atteggiamento dell’Azienda che ha fornito queste informazioni solo dopo la richiesta di incontro sollecitato dai rappresentanti sindacali Cobas.
Rimane tutto da decifrare è il futuro dell’Azienda, che rimane purtroppo unicamente legato alla possibilità di accedere a finanziamenti pubblici, laddove invece sarebbe necessaria la volontà e la capacità di fare impresa.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
a fronte del susseguirsi di notizie aggiornate dalla e sulla Richard Ginori 1735 SpA da parte degli organi di stampa e di comunicati delle OO.SS., fanno aumentare in maniera esponenziale la nostra preoccupazione e ci inducono di tornare nuovamente sulla vicenda Richard Ginori 1735 SpA a fianco dei lavoratori, e chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente su motivi del perdurare di mancanza di liquidità al punto di non consentire all’azienda la certezza dell’erogazione degli stipendi ai lavoratori.
Chiediamo inoltre di chiarire come si concretizza l'intervento in tempi brevissimi annunciato della Regione Toscana a favore del Museo delle Porcellane di Doccia, e quali siano le iniziative della Provincia di Firenze a supporto di questa iniziativa.
Se non ritiene che l’accesso a strumenti finanziari debba andare di pari passo alla dimostrata volontà e capacità di fare impresa da parte del management aziendale".

27/01/2012 15.55
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze