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MENARINI, TAVOLO MINISTERIALE A ROMA. "MILLE ESUBERI? UNA FORZATURA"
Rifondazione: "L'azienda recuperi piuttosto un profilo di responsabilità ed esponga un piano industriale"

Tavolo ministeriale a Roma per la Menarini. Sul piatto i mille esuberi richiesti dall’azienda in Toscana contro modifiche alle norme Governative sui farmaci generici. "Una forzatura inaccettabile - secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - posta per fini diversi da quelli direttamente interessati alla produzione".
Rifondazione comunista auspica che a cominciare dal tavolo Ministeriale venga recuperato "un profilo di responsabilità sociale da parte dell’azienda, con la esposizione di un piano industriale chiaro e attinente alla reale situazione. Chiediamo inoltre, che le Istituzioni Provincia di Firenze Comuni interessati e Regione Toscana, prevedano un piano di supporto al reddito, ai salari e all’occupazione". Presentata una domanda d'attualità in Provincia. Di seguito il testo.


"Apprendiamo che è previsto nella giornata di oggi (6 dicembre) l'incontro a Roma per il futuro della Menarini, il tavolo Ministeriale richiesto urgentemente dai sindacati e dall'assessore regionale alle attività produttive, dopo l'annuncio da parte dell’azienda della richiesta per la procedura di mobilità dei 1000 lavoratori .

La sospensione del provvedimento non ha tolto il rischio di perdere il posto di lavoro ai lavoratori, quindi l’attenzione deve rimanere massima da parte di tutte le Istituzioni, rimane ancora tragicamente valida l’affermazione fatta dalla RSU aziendale …“mille lavoratori erano in pericolo, mille lavoratori restano a rischio”…
Il sostegno di tutte le Istituzioni alle richieste sindacali verso il Governo con la necessità di condannare da una parte il comportamento aziendale della Menarini, con il tentativo di intimidire i lavoratori ponendo sullo stesso piatto: da una parte i problemi derivanti dalle prescrizioni governative alle aziende farmaceutiche sulla norma che favorisce l'acquisto dei farmaci generici; dall’altra gli assetti occupazionali.
Una forzatura inaccettabile.
Auspichiamo che la direzione aziendale si presenti al tavolo ministeriale recuperando un profilo di responsabilità sociale e che nella più alta sede istituzionale venga illustrata la sua proposta di politica industriale - prima multinazionale italiana del settore farmaceutico- con un piano industriale certo, togliendo immediatamente la richiesta unilaterale di esubero per i mille lavoratori.
In questo quadro Rifondazione Comunista nel ribadire il totale appoggio alla vertenza in atto, ai lavoratori, e ai sindacati di categoria stigmatizzano il comportamento della proprietà che fino a questo momento ha mostrato un basso profilo sociale, inattendibilità per quanto riguarda l’esposizione della reale situazione dell’industria farmaceutica e superficialità nella gestione della crisi in atto. Ci appelliamo quindi alle Istituzioni Provincia di Firenze, Comune di Firenze, il Comune di Bagno a Ripoli e Regione Toscana perché sia preteso e reso noto un piano industriale certo e supportato dalle reali stime economiche per quanto riguarda il volume di affari della Menarini, mettendo come priorità la salvaguardia dei livelli occupazionali.



Gli scriventi consiglieri di rifondazione Comunista chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sugli sviluppi della vertenza, sulla situazione in atto nello stabilimento Menarini alla luce anche dell’ incontro al tavolo Ministeriale che si svolgerà a Roma. Sull’attacco ai diritti e all’ occupazione attuato dall’azienda Menarini, con la richiesta di 1000 esuberi nella Regione Toscana, posto dall’azienda anche per fini diversi da quelli direttamente interessati alla produzione.

Altresì chiediamo di sapere se la Provincia di Firenze i Comuni interessati alla vertenza, la Regione Toscana, hanno preteso dall’azienda un piano industriale articolato e trasparente, e se a sua volta intendono prevedere un piano di supporto al reddito, ai salari e all’occupazione.

06/12/2012 13.35
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze