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RICHARD GINORI, "ACCORDO RESPONSABILE, MODALITA' DISCUTIBILI DA VERIFICARE"
I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista pongono una serie di richieste

I lavoratori della Richard Ginori approvano a larga maggioranza - 224 voti a favore, 21 contrari e 24 astenuti - l'ipotesi di accordo tra le parti sociali e il piano di Gucci per il rilancio della storica manifattura sestese di porcellana. Grazie alla "straordinaria mobilitazione dei lavoratori e alla coerente e intransigente azione di rappresentanza esercitata dai Cobas", si è così registrata, secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdii, una ricomposizione unitaria del tavolo sindacale e si è ottenuto l’unico accordo possibile e realizzabile in quel contesto, "un'intesa impensabile fino a qualche giorno fa, anche se non cancella il dramma dei 73 lavoratori costretti a pagare le colpe di una mala gestione di cui non hanno alcuna responsabilità". Entro il 22 maggio il Tribunale di Firenze, sulla base dell’accordo raggiunto, dovrebbe definitivamente sciogliere ogni riserva e assegnare l'azienda al gruppo Gucci. "Sconcertante, ingiusta e lesiva della dignità di centinaia di uomini e donne - polemizzano Calò e Verdi - è stata la modalità con la quale la curatela ha scelto di consegnare le lettere dei lavoratori ammassati per ore, nel caos più totale, sotto il piazzale della direzione". Rifondazione Comunista nel prendere atto dell’intesa tra le parti raggiunta chiede al Presidente della Provincia di Firenze di riferire dettagliatamente sull’accordo sottoscritto, sulla formale assegnazione della Richard Ginori a Gucci (GRG srl a socio unico), sul piano industriale, sui percorsi realmente attivati ai 73 lavoratori in carico al fallimento, sull’entità degli investimenti dichiarati da Gucci e sui tempi previsti per la ripartenza. Le istituzioni "vigilino sull’osservanza dell’accordo e si impegnino a tutelare e sostenere tutti i lavoratori". Presentata in Provincia di Firenze una domanda d'attualità. Di seguito il testo.

"I lavoratori della Richard Ginori approvano a larga maggioranza - 224 voti a favore, 21 contrari e 24 astenuti - l'ipotesi di accordo e il piano di Gucci per il rilancio della storica manifattura sestese di porcellana.
Questi sono i dati emersi dal referendum svoltosi venerdì 17 maggio dopo le due assemblee separate tenute da Cgil Cisl Uil e da Cobas.
Si tratta di una intesa importante e significativa, raggiunta con grandi difficoltà, sofferenze e partecipazione popolare poiché lo sforzo maggiore riguardava il raggiungimento della piena occupazione, in un contesto in cui, come più volte avevano denunciato i Cobas, era sparito dal bando di vendita l’art 2112 del Codice Civile, articolo che prevedeva il passaggio di tutti i lavoratori nella nuova azienda.
Gucci ( GRG srl a socio unico) sulla base dell’offerta avanzata partiva dalla riassunzione di 230, lasciando gli altri 73 lavoratori in carico al fallimento, sui quali aveva annunciato una disponibilità ad individuare un percorso “…di accompagnamento al pensionamento, l’attivazione di servizi di outplacement, con primarie società del settore oppure soluzioni occupazionali presso terzi o addirittura un sostegno per chi volesse mettersi in proprio …”.
Nei sei giorni di trattiva in Confindustria il tema degli esuberi, del percorso, di tutte le forme di sostegno e tutela possibili è stato il principale argomento trattato dalla componente sindacale, la quale aveva più volte richiesto un dichiarato e concreto atto di responsabilità sociale a Gucci propiro sul delicato tema del lavoro e occupazione. Atto di responsabilità che di fatto è avvenuto e sul quale ne attestiamo la serietà nell’ottemperare agli impegni.
Grazie alla straordinaria mobilitazione dei lavoratori, alla coerente e intransigente azione di rappresentanza esercitata dai Cobas, si è così registrato una ricomposizione unitaria del tavolo sindacale e si è ottenuto l’unico accordo possibile e realizzabile in quel contesto, una intesa impensabile fino a qualche giorno fa anche se non cancella il dramma dei 73 lavoratori costretti a pagare le colpe di una mala gestione di cui non hanno alcuna responsabilità.
A quanto è dato sapere l'accordo prevede che Gucci assumerà direttamente con la Grg 230 dei 303 addetti di Ginori, per far ripartire al più presto una produzione di alta fascia nel settore dei servizi per la tavola. Per loro si tratta di un'assunzione ex novo con un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, a condizioni economico normative coerenti con quelle attualmente godute, e con riconoscimento dell'anzianità accumulata presso la Richard Ginori. Dei 73 esuberi, 47lavoratori (ma il numero potrebbe aumentare nei prossimi mesi) saranno riassunti in aziende che fanno parte del ramificato indotto Gucci nell'area fiorentina. Per altri 9 lavoratori scatterà il prepensionamento, per i restanti 17 la Grg si impegna a fornire un servizio di outplacement (un'agenzia che trovi loro un impiego), oppure incentivi diretti a chi intende andarsene volontariamente per mettersi in proprio. Se l'outplacement non andasse a buon fine scatterebbe anche per loro l'incentivo, raddoppiato, all'esodo.
Dentro l’accordo ci sta la grande scelta di solidarietà decisa dai 230 lavoratori che saranno rioccupati i quali hanno rinunciato alla propria quota della 14a mensilità per contribuire a incrementare la buona uscita per chi rimarrà senza alcuna opportunità di ricollocamento. Una lezione di sana mutualità, di responsabilità e di dignità umana.
Da qui al 22 maggio il Tribunale di Firenze, sulla base dell’accordo raggiunto, dovrebbe definitivamente sciogliere ogni riserva e assegnare l'azienda al gruppo Gucci.
Ma la giornata del 17 maggio non è stata solo la giornata in cui i lavoratori sono stati chiamati ad esprimere il proprio pronunciamento sull’ipotesi di accordo purtroppo è stata anche la giornata in cui la curatela ha pensato bene di consegnare le lettere della selezione avvenuta.
Ignorando ogni sorta di giusta tensione emotiva sopportata dai lavoratori il curatore fallimentare e il co-curatore fallimentare hanno chiamato a raccolta i lavoratori, i quali ammassati nel cortile sotto la direzione avrebbero atteso nel caos più totale che gli venisse consegnata tramite altoparlanti la lettera con la propria sorte. Stanti così le cose, sarebbe stato uno spettacolo avvilente, irriverente, sconcertante e lesivo della dignità non solo dei lavoratori e della lavoratrici, ma di centinaia di uomini e donne. Le prime lettere sarebbero state consegnate alle 19,45 le ultime verso le 1a di notte. Non ci sarebbero parole, se le cose sono andate veramente così, per condannare il comportamento irrispettoso della curatela, la superficilità e l’approssimazione con la quale si è rapportata ai lavoratori che hanno fatto grande la Ginori per quello che è.
Detto questo gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista
nel prendere atto dell’intesa tra le parti raggiunta,
del pronunciamento espresso dai lavoratori a favore dell’ accordo,
nel ribadire solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori,
chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamnente sull’accordo sottoscritto, sulla formale assegnazione della Richard Ginori a Gucci ( GRG srl a socio unico), sul piano industriale, sui percorsi realmente attivati ai 73 lavoratori in carico al fallimento, sull’entità degli investimenti dichiarati da Gucci e sui tempi previsti per la ripartenza.
Infine chiedono alla Provincia di Firenze, unitamente alla Regione Toscana e al Comune di Sesto Fiorentino di vigilare sull’applicazione dell’intesa, mettendo in essere tutti gli strumenti di sostegno e tutela che avranno bisogno tutti lavoratori".

20/05/2013 09.33
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze