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'RAMBO', 15 IN CASSA INTEGRAZIONE. "QUASI TUTTE DONNE"
I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi: "Manca l'iniziativa da parte delle Istituzioni"

15 lavoratrici, quasi tutte donne, sono tate messe in cassa integrazione per la crisi al Calzaturificio Rambo di Badia a Cerreto, frazione di Gambassi Terme. "Un'altra situazione - dicono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista - di incertezza e precarietà nel comparto e del settore moda e in generale nella zona dell’Empolese Valdelsa". Rifondazione comunista, ribadisce tutta la propria preoccupazione "per l’avanzare della crisi economica e per l’assoluta mancanza di iniziativa della Istituzioni, Comuni, Provincia di Firenze e Regione Toscana sul versante della proposta e della facilitazione di percorsi formativi di specializzazione della manodopera, e concorda con il monito lanciato dal sindacato alle associazioni datoriali e le Istituzioni", con il quale si sottolinea il rischio di "trovarci in una condizione in cui sarà difficile favorire nuove tipologie di prodotto e di impresa per questo territorio”. In questa situazione drammatica "è necessario uno sforzo di iniziativa a sostegno e tutela dei lavoratori da parte delle istituzioni".
Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo.

"La notizia annunciata, dal sindacato Filctem Cgil Empolese-Valdelsa in una conferenza stampa aggiunge un tassello di incertezza e precarietà nel comparto e del settore moda e in generale nel tessuto produttivo della zona.
Sono 15 i lavoratori messi in Cassa integrazione per la crisi al Calzaturificio Rambo di Badia a Cerreto, frazione di Gambassi Terme; si tratta di cassa integrazione guadagni per crisi finanziaria e mancanza di ordini.
Rambo è un’azienda che negli anni ha dimostrato la capacità di mettere in commercio centinaia di migliaia di paia di scarpe creando un indotto di varie piccole attività contoterziste, trascinate nelle conseguenze di questa crisi.
L’allarme lanciato dalla Filctem Cgil è chiaro e necessita di risposte: “Il nostro timore è che tra aziende del settore che hanno già chiuso, altre in crisi e alcune vicine a chiudere i battenti, si arrivi a fine 2013 ad avere dai 200 ai 250 posti di lavoro persi nei comuni della Valdelsa fiorentina nel settore moda”.
La maggiore preoccupazione sta nel fatto che le piccole imprese artigiane vicine alle chiusura potrebbero avere difficoltà a onorare i debiti con i lavoratori per quanto riguarda i salari arretrati eventuali liquidazioni e versamenti previdenziali.
Questa delicata vertenza non è certo aiutata dalla legislazione vigente né dalla devastante riforma Fornero voluta dal governo Monti che rende più difficile l’accesso alla cassa integrazione straordinaria. Preoccupante è la modalità con la quale la crisi economica e sociale continua a colpire il territorio dell’Empolese Valdelsa, i suoi assetti produttivi e l’insieme dei livelli occupazionali. I lavoratori continuano a pagare gli effetti di questa crisi in termini di perdita di posti di lavoro, diritti, salari e redditi.
Rifondazione Comunista, ribadisce tutta la propria preoccupazione per l’incedere della crisi economica e per l’assoluta mancanza di iniziativa della Istituzioni, Comuni, Provincia di Firenze e Regione Toscana sul versante della proposta e della facilitazione di percorsi formativi di specializzazione della manodopera, e concorda con il monito lanciato dal sindacato alle associazioni datoriali e le Istituzioni: …” rischiamo di trovarci in una condizione in cui sarà difficile favorire nuove tipologie di prodotto e di impresa per questo territorio”.
Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere la solidarietà ai lavoratori Calzaturificio Rambo di Badia a Cerreto, frazione di Gambassi Terme, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire in merito alla crisi del settore moda nel Circondario attribuita alla crisi finanziaria e alla mancanza di ordini, sulla cassa integrazione che interessa 15 lavoratrici del Calzaturificio Rambo e sulla copertura della CIGS sul territorio Empolese Valdelsa in previsione dell’estensione degli ammortizzatori sociali alle realtà suddette.
Altresì chiediamo di sapere se la Provincia di Firenze, unitamente al Comune di Gambassi Terme e all’insieme dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa, abbia avviato o previsto percorsi formativi atti a non perdere la tradizione e le specializzazioni da sempre presenti nelle professionalità sul territorio abbinandoli a processi di innovazioni strategiche, produttive e redditive sul versante occupazionale.

Infine chiediamo di sapere quali sono gli strumenti di tutela e sostegno attivati dalla Provincia di Firenze, unitamente al Comune di Gambassi Terme e all’insieme dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese per i lavoratori del comparto moda e la convocazione di una seduta della Commissione Lavoro della provincia di Firenze sulle specifiche vertenze del settore".

29/05/2013 13.34
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze