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LE CROCI DI SAN GIOVANNI: UNA MOSTRA FESTEGGIA IL DECENNALE 2004-2013
I preziosi omaggi fatti ogni anno al Cardinale e al Sindaco di Firenze in onore del Santo patrono raccolti in un’esposizione dal 10 al 25 giugno a Palazzo Medici Riccardi

Le Croci di San Giovanni

Una pagina di storia fiorentina si apre alla comunità con una mostra che vuole festeggiare il '''decennale delle “Croci di San Giovanni”''': l’omaggio realizzato dal 2004 ad oggi dall’orafo Paolo Penko per essere offerto, come vuole la tradizione, al Cardinale e al Sindaco di Firenze nella mattina del 24 giugno, durante la processione di celebrazione di San Giovanni Battista, patrono della città.
Le preziose opere saranno esposte '''dal 10 al 25 giugno 2013 nella Sala del Caminetto di Palazzo Medici Riccardi''', insieme a pali dipinti da importanti artisti come Talani, Pini e Guarnieri, eseguiti negli ultimi anni per il palio remiero organizzato dalla Società di San Giovanni Battista.
La mostra è stata organizzata dalla Società di San Giovanni Battista (che si occupa della festività del patrono e dei fuochi d'artificio della sera della festa, oltre e diverse altre attività culturali e benefiche) e da LiberArte. L'esposizione ed il catalogo su “Le Croci di San Giovanni” sono stati presentati alla stampa  dal Presidente della Società di San Giovanni, avv. Franco Puccioni, dall’artista Paolo Penko, e dall’autrice del volume e ideatrice dell'iniziativa, Anita Valentini. '''L'inaugurazione''' si svolgerà presso la Sala del Caminetto di Palazzo Medici Riccardi '''lunedì 10 giugno alle 17.30''' alla presenza di autorità civili, religiose e militari.
'''Le Croci di San Giovanni'''
La Società di San Giovanni Battista, da dieci anni, grazie alla generosa disponibilità del maestro orafo Paolo Penko, rende omaggio all’Arcivescovado e al Comune di Firenze, offrendo loro un’opera d’arte suntuaria dai molteplici significati, in sintonia con una secolare tradizione che, per un lungo tempo, ha fatto del momento degli omaggi alla Signoria  -in seguito ai granduchi - e al Cardinale della città, una delle fasi salienti della festa del santo patrono.?L’idea per concretizzare l’offerta prende spunto dalla “croce”, uno dei simboli che contraddistinguono nell’iconografia cristiana l’effigie di San Giovanni Battista. Nelle immagini del santo, infatti, la consueta croce - al pari della figura dell’agnellino - è allusiva alla sua funzione di Nunzio del sacrificio del Cristo (così come il cartiglio lo è del suo essere profeta e la ciotola con l’acqua si riferisce al sacramento del Battesimo). '''?Nel corso dei secoli''', gli artisti hanno raffigurato il Precursore con diverse croci, dalle più semplici, formate da canne di bambù, che ricordano la vita eremitica nel deserto del santo, ad altre più sfarzose, per riflettere il carattere aulico dell’oreficeria in produzioni con pietre pregiate, con cristalli, in niello o in smalto. Dal tardo XV secolo, nei dipinti, nei paramenti o nelle sculture, le croci, sorrette dalle effigi giovani o adulte del Battista, sono state arricchite con rubini (o granati e coralli) e perle (o cristalli e avori), allusivi del Sangue e del Corpo di Cristo.?Pertanto, in occasione della festa di san Giovanni, dal 2004 il sodalizio dona all’Arcivescovado e al Comune di Firenze una croce che riproduce in materiale prezioso, di volta in volta, uno dei sacri simboli dipinti, scolpiti o plasmati in una delle opere prodotte, nel tempo, dalla splendida arte fiorentina, dai maestri quali Filippino Lippi, il Ghirlandaio, Andrea del Sarto o il Verrocchio, solo per citare alcuni fra i tanti eccellenti autori. Se le croci sono ogni anno differenti per tipologia, per tecnica e per materiale, rimane identico il loro basamento in argento, che propone in piccolo formato la sezione superiore del Battistero di Firenze, fulcro dei festeggiamenti del 24 giugno e, inoltre, parte preponderante dello stemma della Società di San Giovanni Battista; l’emblema di Firenze, il giglio fertile, “sbocciato”, lega il tetto del Battistero alla croce
'''La Società di San Giovanni Battista'''
San Giovanni Battista, che la Chiesa commemora il 24 giugno, è il santo patrono di Firenze e la festa per onorarlo nel suo giorno si svolge nella città del fiore fin dai tempi più antichi. Giovanni Villani scrive che i primi cristiani a Firenze «ordinarono che si celebrasse la festa [di san Giovanni] il dì della sua nativitade» e, inoltre, riferisce di una «nobile e corta festa », che si fece nel giugno 1283 per la ricorrenza (Villani G., Cronica, Firenze ante 1348, ed. cons. a cura di Gherardi Dragomanni F., voll.4, Firenze, 1844-1845, vol. I, 1844, pp.82, 421). La prima descrizione della festa, che permette di avere un quadro indicativo del suo apparato e della sua articolazione, risale però alla fine del secolo XIV e si deve a Goro di Stagio Dati, il quale la racconta nella sua Istoria che va dall’anno 1380 al 1405 (Dati G., Istoria di Firenze dall’anno 1380 all’anno 1405,  Firenze secoli XIV-XV, ed. cons. Firenze 1735, pp. 84-89). Nel corso dei secoli, le diverse celebrazioni profane, che affiancavano quelle cultuali proprie della Chiesa, erano iniziative indipendenti fra loro, anche se derivanti tutte dall’amore per il santo patrono e per la città: opera di singoli cittadini, volenterosi e appassionati, e soprattutto della Signoria - in epoca repubblicana  - dell’ufficio della Zecca e dell’Arte di Calimala - anche e in special modo in età granducale - che aveva il patronato del Battistero. Col crescere della città e con l’abolizione delle Arti, si impose, invece, l’esigenza di  disciplinare i festeggiamenti per il 24 giugno sotto la guida di un unico ente, una libera associazione a carattere laico e privato, equidistante dal potere politico e da quello religioso. E così, sotto il regno del granduca di Toscana Ferdinando III di Lorena, sorse ufficialmente la Società di San Giovanni Battista, ancora oggi istituzione vitale nel custodire e nel divulgare la storia fiorentina. Il 29 gennaio 1796, il granduca la costituì con l’approvazione arcivescovile, allo scopo, fra l’altro, di «fare una decente musica la mattina della solenne sua festa [del Battista] nella chiesa del Battistero». La Società di San Giovanni Battista ancora oggi svolge col massimo impegno l’opera di valorizzazione della festa, organizzandone diversi aspetti, fra cui il più spettacolare rimane, senza dubbio, quello dei fuochi d’artificio (fochi in fiorentino) “sparati” dal piazzale Michelangelo ad illuminare la città al calar della sera, per chiudere in letizia il giorno del santo patrono.
Nel rispetto della tradizione, ultimamente l’anima moderna dell’antica istituzione viene messa in risalto dalla programmazione, nel corso dell’anno, di mostre d’arte, di conferenze, di spettacoli teatrali, di concerti e di visite guidate a Firenze e fuori città e dal conferimento di importanti premi, di cui il più prestigioso è il “Bel San Giovanni”, istituito nel 1991 per onorare fiorentini illustri; un premio che trova in palazzo Vecchio la sua cornice ideale e che si svolge ogni 29 gennaio, anniversario della fondazione del sodalizio. Tuttavia, la Società di San Giovanni Battista, forte di una struttura che le permette di far fronte ai tanti impegni grazie al consenso di un buon numero di fiorentini che ne sono soci, in collaborazione e in sintonia con il Comune di Firenze e con l’Arcivescovado e con il sostegno forte dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e di sponsor privati che negli anni si susseguono, continua ad avere quale scopo primario quello dell’organizzazione della festa patronale. '''Nel giorno del Precursore''', in raccordo con le cerimonie cultuali allestite dall’Arcivescovado cittadino, la Società di San Giovanni Battista provvede al corteo degli omaggi dei ceri, insieme al Corteo Storico della Repubblica Fiorentina del Comune di Firenze: in forma simbolica la tradizionale offerta della cera è giunta dall’età medioevale fino ai nostri giorni. La mattina del 24 giugno, dalla sede del sodalizio si muove un corteo formato dalla deputazione (il consiglio che governa la società), dai soci e da valletti in livrea oltre che dal Corteo Storico del Comune; la processione giunge a Palazzo Vecchio, da dove, accompagnata dal gonfalone della città, con il sindaco si reca in Battistero per portare i ceri, donati dalla sodalizio e dal Comune di Firenze. Non solo, ma da dieci anni anche l’offerta alle autorità è stata ripristinata, con una suggestiva cerimonia in Palazzo Vecchio e in Arcivescovado.
 

10/06/2013 13.01
Provincia di Firenze