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SOLLICCIANO, I CONSIGLIERI PROVINCIALI: "TUTELARE I BAMBINI"
Gli interventi delle forze politiche. Approvato ordine del giorno dell'Assemblea di Palazzo Medici Riccardi nella seduta straordinaria nel penitenziario fiorentino

Il Consiglio provinciale riunito a Sollicciano

Seduta straordinaria del Consiglio provinciale di Firenze. Gli interventi dei consiglieri provinciali. Alessandra Fiorentini, vice presidente della Commissione Politiche sociali Alessandra Fiorentini ha presentato una mozione sullo stato delle istituzioni penitenziare nella Provincia di Firenze.
Massimo Lensi, radicale, nel Gruppo Misto, ha sottolineato che "se non c'è coesione fra tutti gli enti locali, se non c'e partecipazione degli operatori, questa è una battaglia che non va avanti. C'è bisogno della coesione tra enti e l'impegno di tutti deve essere di portarci insieme sulla stessa frontiera".
Marco Cordone (Lega Nord), con un intervento contestato dai detenuti, ha spiegato che "la priorità del Governo non può essere il sovraffollamento ma la certezza della pena. Vi sono strutture sottoutilizzate, come il Pozzale".
Alessandro Cresci, per Progetto Toscana-Italia dei valori, ha voluto esprimere la stima per l'impegno dei detenuti nel lavoro, "ben sapendo che fuori la situazione è durissima e che l'operato di tutti deve essere finalizzato a far crescere il lavoro ora che ce n'è poco".
Per Samuele Baldini (Udc) la dignità è l'aspetto comune di chi offende e di chi è offeso: la riforma del carcere fa parte della riforma della giustizia. Ci vuole "un sistema almeno normale della giustizia e della vita in carcere". Quanto all'assenza di consiglieri, "chi non c'è ha sempre torto".
Secondo Caterina Conti (Pd) "stare abbiamo fatto discussione su grandi temi e sui diritti di cittadinanza che portano dignità. Ci vogliono far credere che dalla crisi si esce solo se si hanno meno diritti. Questo avviene anche in carcere. Da questa condizione possiamo uscire solo se investiamo su più diritti e anche su chi consente ai detenuti che escono dal carcere di reinserirsi. La situazione delle carceri è dovuta a leggi sbagliate, come la Bossi-Fini: non si può finire in carcere perché immigrati. Anche le leggi sulla tossicodipendenza sembrano determinare l'impossibilità di uscirne".
Sulle madri in carcere con figli e sull'attivazione di una struttura esterna al carcere si è fermi da tre anni. C'è una responsabilità su cui fare "tutto il possibile" perché si possa realizzare un altro tipo di custodia, a tutela innanzitutto dei bambini. Su questo obiettivo c'è unità di intenti da parte delle forze del Consiglio provinciale di Firenze.

Questo il testo del documento approvato dai consiglieri provinciali di Pd, Progetto Toscana-Idv, Udc, Radicali nel Gruppo Misto e dal consigliere Barillari del Gruppo Misto (contraria la Lega Nord).

"Il presente documento, che il Consiglio provinciale approva in questa seduta straordinaria, ha come obiettivo l'individuazione di elementi di politica amministrativa relativi ad alcuni dei tanti problemi del sistema penitenziario ed è il frutto unitario del lavoro della Quarta commissione della Provincia a seguito di un lungo periodo di approfondimento, pur mantenendo i gruppi presentatori del documento in Consiglio Provinciale posizioni, sensibilità e idee diverse rispetto alle modalità di soluzione e di proposta programmatica rispetto alle politiche carcerarie;

il Consiglio Provinciale

Evidenzia le condizioni degli istituti di pena in Italia contrarie allo spirito della riforma penitenziaria del 1975, ispirata a una maggiore umanizzazione della pena, e lo stesso enunciato dell’art. 27 della Costituzione italiana;

denuncia il grave sovraffollamento, le carenze di risorse economiche, la scarsità di personale di Polizia Penitenziaria e sanitario, lo stato di degrado strutturale in cui versano, a livello generale, gli istituti di pena della Regione Toscana.
Nelle carceri toscane, secondo gli ultimi dati diffusi dal “Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, relativi al 31dicembre 2012, sono presenti 4.148 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 3.261 con un tasso di sovraffollamento del 127,2%; le donne sono 152, gli stranieri 2.286;

Richiama la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, pronunciata l’8 gennaio 2013, c.d. sentenza Torreggiani, che costituisce una pesante condanna nei confronti dell’Italia e del suo sistema penitenziario, giacché condanna il nostro Paese per violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea ovvero la proibizione di trattamenti inumani e degradanti;

Ricorda che nel territorio della provincia di Firenze sono siti cinque istituti di pena di vario livello amministrativo: la casa circondariale di Firenze “Sollicciano”, l’istituto a custodia attenuata di Firenze “Gozzini”, l’istituto penitenziario minorile di Firenze “Meucci”, l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo e l’istituto a custodia attenuata “Pozzale” di Empoli;

Ringrazia il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria (PRAP) e la direzione del N.C.P. Sollicciano per aver coadiuvato e attivamente collaborato alla decisione dell’amministrazione provinciale di Firenze di convocare il Consiglio Provinciale all’interno della struttura penitenziaria di Sollicciano;

Saluta gli ospiti presenti al Consiglio Provinciale a Sollicciano e li ringrazia;

Prende atto, con dispiacere, delle dimissioni di Alessandro Margara, Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, e lo ringrazia per il prezioso lavoro svolto;

Richiama le deliberazioni di Consiglio Provinciale n.97 del 27/6/2011 e n.135 del 22/11/2012;

Richiama le competenze della Provincia di Firenze in materia di formazione professionale e educazione scolastica; competenze importanti per definire politiche attive sul territorio con la finalità di stabilire un nesso tra Istituti penitenziari e società attraverso un trattamento del detenuto finalizzato alla rieducazione e al reinserimento;

Ricorda il lavoro di approfondimento svolto dalla Quarta Commissione Consiliare (sociale, lavoro e formazione) della Provincia che, in numerose sessioni di lavoro, ha incontrato, a volte direttamente all’interno degli istituti penitenziari, alcune direzioni amministrative penitenziarie (Sollicciano e OPG di Montelupo),
le Istituzioni comunali di Firenze, Empoli e Montelupo, gli operatori del volontariato carcerario, i sindacati di Polizia Penitenziaria, il Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze al fine di valutare, in maniera priva di pregiudizi e scivolamenti ideologici, le possibilità reali per il ripristino di una soglia minima di umanità carceraria e di normalità nella funzione della giustizia;

Ricorda che, secondo un'indagine voluta dall'Agenzia Regionale di Sanità (Ars) che ha coinvolto quasi i tre quarti dei detenuti toscani, il 33,2% di costoro soffre di patologie psichiatriche, fra le quali si segnalano disturbi derivati al consumo di stupefacenti (12,7%) e le nevrosi (10,9%), frequentemente legate al difficile adattamento alla reclusione;

Ricorda inoltre un’indagine voluta dall’Agenzia Regionale di Sanità (Ars) nel 2012 con la quale si rende evidente che oltre il 70% della popolazione detenuta nelle carceri toscane (età media 38,5 anni, con basso livello di istruzione, composta per la metà da stranieri e per la quasi totalità - 96,5% - maschile) sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell'apparato digerente.

Considera gravemente insufficiente l’attuale numero di unità operative di Polizia penitenziaria, di unità amministrative e di educatori presenti all’interno delle strutture penitenziarie della Provincia di Firenze, così come considera deficitaria l'assistenza psicologica, a cominciare da quella legata alle attività di osservazione e trattamento dei detenuti, per cui si rende necessario l'adeguamento
degli organici del personale penitenziario e amministrativo, nonché dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli educatori e degli psicologi, non solo per ciò che concerne la loro consistenza numerica, ma anche per ciò che riguarda la promozione di qualificazioni professionali atte a facilitare il reinserimento sociale dei detenuti e per garantire adeguata tutela della loro salute;

Considera seriamente insufficiente l’attuale numero di unità operative di Polizia penitenziaria, alla luce di quanto stabilito con il decreto ministeriale 8 febbraio 2001;

Considera positivamente il lavoro svolto dalle numerose associazioni di volontariato nel carcere senza le quali le condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie sarebbero in condizioni peggiori di quelle, già gravissime, attuali;

Valuta il sovraffollamento, la mancanza di spazi, l'inadeguatezza delle strutture carcerarie, la mancanza degli organici e del personale civile, lo stato di sofferenza in cui versa la sanità all'interno delle carceri, una situazione contraria ai principi costituzionali e alle norme del regolamento penitenziario impedendo il trattamento rieducativo e minando l'equilibrio psico-fisico dei detenuti, con incremento, anno dopo anno, dei suicidi e di gravi malattie;

Deplora il ritardo nel superamento degli Opg, dovuto all'inerzia del Governo e a una legge di difficile attuazione, applicata poco agevolmente nelle parti relative alle dimissioni "senza indugio" degli attuali internati, per inadempienze delle Regioni e delle Asl/Dipartimenti di salute mentale".

31/07/2013 16.35
Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze