SEVES, RIFONDAZIONE: "EVITARE INTRECCI FINANZIARI E SPECULATIVI"
Per i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi è "ancora totale oscurità"
Vertenza Seves, il 9 gennaio si tiene il tavolo di crisi della Regione Toscana, alla presenza della Provincia e Comune di Firenze a seguito dell’accordo della multinazionale e delle banche con il fondo d'investimento Triton "che - dicono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - non salva lo stabilimento di Castello, dove lavorano 97 lavoratori, in cassa integrazione fino al 9 giugno".
Una vertenza complicata e drammatica, "ancora avvolta nella più totale oscurità, nella quale bisogna evitare che pesino sulla pelle dei lavoratori possibili intrecci finanziari e speculativi".
Appello della Cgil alle istituzioni nel continuare il loro impegno e non lasciare soli i lavoratori. Rifondazione comunista, nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Seves, chiede Presidente della Provincia di Firenze di riferire gli esiti del tavolo, su qual è il piano industriale e le possibili prospettive produttive e occupazionali per il sito di Firenze, se esistono altri progetti industriali da parte delle banche e del fondo d’investimento tedesco Triton, e quali sono tutti gli strumenti di sostegno al reddito, al salario e occupazione messi in essere per i lavoratori.
Sul tema i consiglieri hanno presentato una proposta di omanda d'attualità in Provincia di Firenze. Di seguito il testo.
"Come era stato annunciato a seguito possibile dismissione dello stabilimento della Seves, a seguito dell’accordo della multinazionale e delle banche con il fondo d'investimento Triton che non salva lo stabilimento di Castello, dove lavorano 97lavoratori, in cassa integrazione fino al 9 giugno, oggi si tiene il tavolo di crisi della Regione Toscana, alla presenza della Provincia e Comune di Firenze, al fine di capire le possibili prospettive occupazionali e produttive e soprattutto quali sono le reali intenzioni delle banche e del fondo d’investimento tedesco Triton. Durante i lavori del tavolo di crisi, fuori è previsto anche un presidio dei lavoratori di Seves.
L’accordo per il salvataggio del gruppo Seves (12 stabilimenti nel mondo, circa 2600 dipendenti) è stato concluso dalla stessa azienda con le banche che la controllano e l’acquirente, il gigante finanziario tedesco Triton. Le banche sono Bnp Paribas, Intesa San Paolo e Unicredit. Poco prima dell’accordo con Triton si era rifatto avanti, tramite i referenti Ruggi e Biondi, il fondo d’investimento italiano Opera.
Una vertenza complicata e drammatica... Chiaro e lapidario è stato il commetto della CGIL che dopo la doccia fredda dell’accordo tra Seves, banche e fondo Triton, chiede di sapere “…quale è il progetto industriale che hanno in testa, se per Firenze esistono altri progetti alternativi…. Chiediamo alle istituzioni, che finora ci hanno sorretto, di continuare in questo loro impegno. Non lasciateci soli…”.
Dunque ci sono meno di sei mesi di tempo per cercare nuove strade e salvare il lavoro, occupazione e anche la fabbrica di Firenze, che altrimenti chiuderà definitivamente. La produzione, intanto, è già ferma dal dicembre del 2012, con l’attività che è stata di fatto trasferita in uno stabilimento della Repubblica Ceca.
Gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Seves e il pieno sostegno politico e istituzionale alla vertenza sindacale, in relazione anche all’appello del sindacato che chiama tutte le istituzioni ad un appoggio incondizionato alle istanze dei lavoratori e alla convocazione del tavolo di crisi per il 9 gennaio 2013 chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire gli esiti del tavolo, qual è il piano industriale e le possibili prospettive produttive e occupazionali per il sito di Firenze, se esistono altri progetti industriali da parte delle banche e del fondo d’investimento tedesco Triton, quali sono tutti gli strumenti di sostegno al reddito, al salario e occupazione messi in essere per i lavoratori.
Chiediamo infine di sapere quali sono le altre iniziative a sostegno dei lavoratori della Seves che la Provincia di Firenze unitamente alla Regione Toscana e Comune di Firenze intendono adottare per contrastare la dismissione dello stabilimento di Firenze, il basso profilo di responsabilità sociale tenuto dalla proprietà e il conseguente massacro sociale che né potrebbe derivare da un’ eventuale chiusura".