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GIORNO DEL RICORDO, PIERO GIUNTI: "RIEMPIRE LA VORAGINE CARSICA DELLA MEMORIA". ANDREA BARDUCCI: "LE RAGIONI DI STATO NON POSSONO GIUSTIFICARE AMNESIE"
Il Presidente del Consiglio provinciale di Firenze in apertura dell'Assemblea solenne dedicata alla ricorrenza. Cosimo Ceccuti cita Magris: "Ci vuole memoria senza ossessione"

Il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci (a destra) con il professor Cosimo Ceccuti (Foto Antonello Serino - Met)

Quella delle foibe è "una voragine carsica della memoria". Così il Presidente del Consiglio provinciale di Firenze Piero Giunti in apertura dell'Assemblea solenne per il Giorno del Ricordo. Tra gli ospiti il Prof. Cosimo Ceccuti, ordinario di Storia contemporanea,e Silva Rusich, esponente delle famiglie dei profughi.
"Gli infoibati - ha spiegato Ceccuti - sono stati uccisi due volte: fisicamente e nella memoria. Come ha detto Claudio Magris, ci vuole memoria senza ossessione".
Le foibe erano il luogo in cui si gettavano le cose che non servivano più. Gettare un uomo in una foiba era come sbarazzarsi di un rifiuto. Il Prof. Ceccuti ha compiuto una dettagliata ricostruzione della tragedia, individuando le certezze (come le retate degli autocarri della morte che rastrellavano i civili a Trieste, la foiba di Basovizza) e i filoni da esplorare per gettare luce ulteriormente sulla "pulizia etnica", l'epurazione preventiva operata da Tito nei territori investiti dalla tragedia. Il 90 per cento degli italiani fu costretto a scegliere la via dell'esilio. Quella cessò di essere la Venezia Giulia.
Molti esuli oggi non hanno più voce, tanti sono gli anziani. Silva Rusich, ha ricordato il padre che aveva 20 anni quando si consumò l'eccidio: prima nelle file titine contro i nazifascisti, poi con i partigiani italiani per difendere la presenza italiana. Tantissimi vissero il dolore nel silenzio e poi furono fatti sparire. Chi si salvò fu profugo ma anche per questa condizione visse a lungo da emarginato.
Per il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci "non possiamo dimenticare. Dobbiamo aiutare le generazioni più giovani a ricordare perché ciò che è accaduto non si ripeta. La storia recente ci ripropone purtroppo vicende analoghe. Tra qualche giorno presenteremo l'Atlante delle guerre: si ripresentano con la stessa cattiveria episodi, situazioni, che ci riportano a quello che è accaduto. C'è un ruolo decisivo nelle scuole, ma anche nella didattica spesso ci si ferma troppo presto. Una nuova primavera dell'umanità si fonderà sulla consapevolezza che niente può giustificare tragedie simile. Non vi può essere alcuna motivazione diplomatica, di ragion di Stato, per nascondere quel che è accaduto agli occhi dell'opinione pubblico. Così per le foibe, come per l'armadio della vergogna: quell'armadio va rigirato, completamente". Nel nostro presente non può essere al centro solo la finanza, per cui i conti tornano, ma altri valori.

10/02/2014 15.40
Provincia di Firenze - Ufficio Stampa Consiglio