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Parco di Pratolino disastrato dalla tempesta. Piange il Gigante dell'Appennino
Alessandro Manni (Città Metropolitana): "200 alberi abbattuti, nessun danno ai monumenti". "Pronti a reagire", ma danni quantificati in almeno 150 mila euro

200 alberi abbattuti dal vento nel Parco di Pratolino (foto Michele Brancale, redazione di Met)

All’indomani della tempesta con raffiche di vento fino a 150 km/h, la Città Metropolitana di Firenze conta i danni riscontrati al proprio patrimonio artistico, architettonico e ambientale. Disastrato il Parco di Pratolino-Villa Demidoff.
200 alberi sono stati abbattuti dalla bufera e si stima che possano caderne altri. Quantificato in 150 mila euro, per il momento, il danno subito. "Grazie al lavoro condotto dalla Direzione del parco e dagli Uffici competenti negli anni scorsi - spiega il consigliere delegato ai Parchi Alessandro Manni - si sono di fatto potuti prevenire problemi ai monumenti, che non sono stati colpiti".
Insomma "il Gigante che veglia sul Parco non si abbatte e neanche noi: siamo pronti a raccogliere la sfida ed a lavorare per mostrare nuovamente il nostro patrimonio a tutto il mondo".
Nessuna opera artistica né manufatto "è stata direttamente toccata dalla catastrofe. In particolare, il primo pensiero andava al Gigante dell’Appennino (recentemente restituito alla vista del pubblico dopo i lavori di restauro), alla Cappella (circondata da lecci e farnie), alla Grande Voliera e alle Spugne, tutte opere di inestimabile valore site nella zona monumentale, di origine medicea, circondate da alberature di pregio (principalmente lecci)".
Risultano illese le due Mete di spugna. Esse si trovano nei pressi della fontana di Giove, (tra questa e il Colosso dell’Appennino) e sono ricavate da una grande spugna di 30.000 libbre arrivata dalla Corsica nel 1584. In origine collocata al centro del prato ottagonale presso l'Appennino, adesso invece risulta circondata da farnie (il boschetto originario ottocentesco disegnato da Frietsch).
Sono in fase di elaborazione alcuni progetti proprio per il restauro delle mete e del condotto sotterraneo che porta l’acqua alle stesse.
Da una prima, rapida, osservazione che dovrà essere dettagliata nei giorni a venire, si sono riscontrati solo parziali e minimi danneggiamenti agli edifici, ovvero i seguenti: Montorsoli, dove si è parzialmente staccata la guaina di copertura del tetto, e Portineria del Parco, dove sono state divelte alcune tegole. Per fortuna gli altri immobili non hanno riportato danni. Queste dunque le note “positive”.
D'altra parte il Parco risulta disastrato. Le raffiche di vento hanno divelto le alberature di altezza superiore a 20 metri, a causa dell’effetto “vela” che ha in pratica causato lo sradicamento del tronco, con schianto a terra dell’intera alberatura. Le specie maggiormente coinvolte sono state cipressi, ippocastani, robinie e farnie (zona monumentale) oltre all’abete bianco (zona Nord).
Le alberature di grandi dimensioni, oltre a rappresentare patrimonio arboreo, costituiscono elemento di indubbio effetto paesaggistico. Gli esemplari di pregio schiantati si stimano in una trentina (farnie, lecci e abeti bianchi), sulle complessive 200 piante abbattute, tra zona centrale e zona Nord.
Si stanno ancora rilevando i danni sulla zona Sud (Viale Zampilli, Gamberaie, Mulino e Rio delle Serre).
Nel dettaglio, esemplari di notevole interesse di tipo monumentale di impianto ottocentesco e novecentesco (farnie e lecci, con diametro del tronco superiore ai 70 centimetri) si sono schiantati in zona Spugne e nel boschetto a Nord del Gigante; abeti bianchi (di altezza superiore ai 30 metri) si sono schianti in zona Montili.
Altri schianti e crolli: partendo dal Viale di ingresso si notano cipressi divelti lungo il muro di via Bolognese e ippocastani a ridosso della Portineria, anch’essi sbarbati e a terra.
Anche sulla Ghiacciaia (costruzione originale, seminterrata dove veniva conservato il ghiaccio raccolto durante l'inverno per poterlo utilizzare) si è abbattuto un grosso cipresso.
Proseguendo il cammino verso il Colosso dell’Appennino, si notano nella zona della Cappella (retro) due grossi lecci schiantati e a terra e rami spezzati sia di farnie che altre specie arboree.
Sia nel boschetto afferente al Gigante che quello retrostante si sono schiantati altri lecci (due esemplari di grandi dimensioni) e altre specie minori. Esemplari di notevole dimensione si sono inoltre schiantati nella zona delle Spugne, oggetto di recenti lavori (Progetti Misura PSR 227, Ditta Agriambiente).
Lungo il perimetro del Parco sono state rimosse, già ieri stesso, le alberature cadute lungo la via Bolognese, la via di San Jacopo e parte anche di via delle Serre, grazie all’intervento delle squadre forestali.
Il pregiato “abete bianco”, elemento materico più utilizzato per erigere l’architettura del Parco e che hanno differenziato Pratolino dagli altri giardini formali dell’epoca, rischia di scomparire dal paesaggio del Parco e insieme ad esso una parte di storia del Parco.
In aggiunta, i lavori eseguiti, finanziati con fondi comunitari, che avevano permesso l’apertura della zona Nord sono compromessi. I percorsi verso Montili sono adesso inaccessibili, numerosi gli alberi crollati, da rimuovere, che ostacolano il transito.
Si ritiene presumibile che al verificarsi delle prossime piogge potranno inoltre verificarsi altre cadute.
Per la messa in sicurezza del Parco sarà necessario provvedere alla potature di rami alti ed a nuova analisi di stabilità oltre alla rimozione di quanto caduto a terra.
I danni subiti si stimano pari a € 150.000.
Appare evidente che ingenti risorse finanziarie e umane dovranno essere impiegate per restituire la fruibilità almeno della parte tradizionalmente visitabile, nella migliore delle ipotesi non prima della fine del mese di aprile.
Per recuperare l’accessibilità della zona Nord, occorreranno almeno tre di mesi di lavoro incessante.
Com'è noto il Parco di Pratolino si compone di una parte (edifici e manufatti) di valore artistico e architettonico e di una parte (alberi monumentali) di valore ambientale.
Tra l’altro il Parco si è potuto recentemente fregiare, insieme alle altre Ville e giardini Medicei del territorio metropolitano, del prestigioso riconoscimento Unesco: la parte monumentale, definita “Giardino di Pratolino”, è diventata infatti patrimonio dell’umanità, rappresentando grande orgoglio per l’Amministrazione che negli anni passati ha creduto nella candidatura e l’ha fortemente voluta.
Sulla scia dell’entusiasmo Unesco e nell’intento di realizzare appieno il processo di valorizzazione del Parco, la Direzione ha eseguito interventi non solo finalizzati alla messa in sicurezza (che è sempre stata percepita come assoluta e spesso unica priorità) ma anche sull’ampliare la fruibilità. Infatti nel 2014 sono stati eseguiti interventi , finanziati con fondi comunitari, che hanno consentito l’ampliamento dell’area visitabile da 50 ettari a 70 ettari.
I lavori (recupero di attraversamenti fognari, sostituzione staccionate, rifacimento fondo viario, abbattimenti e ripulitura di piante morte, potature) avevano reso percorribili in sicurezza i percorsi in bosco (per complessivi 3 km), dal retro Scuderie fino al Casino di Montili, punto panoramico di eccezionale bellezza.
Erano stati investiti complessivamente circa € 180.000.
Ora, purtroppo, si contano i danni della tempesta. .
Da ieri la Direzione del Parco ha disposto l’inaccessibilità da parte dei non addetti ai lavori, soprattutto per le attività da svolgersi all’esterno. Restano quindi interdette, fino a nuova comunicazione, le attività didattiche e ogni altro genere di visita perché il transito risulta pericoloso, sia a piedi che con automezzi. ''(mb)''

Parco di Villa Demidoff disastrato dalla tempesta (foto Michele Brancale, redazione di Met)

Alle spalle del Colosso dell'Appennino (foto di Michele Brancale, redazione di Met)

06/03/2015 15.24
Città Metropolitana di Firenze