MARIO BOTTA NELLA GIPSOTECA RESTAURATA
Renzi: “Una eccezionale struttura messa al servizio della città e di grandi eventi”
Monciatti: “Un recupero edilizio esemplare, che lega la scuola alla più importante produzione culturale contemporanea”
“L’Istituto d’Arte di Porta Romana è un eccezionale complesso edilizio, che l’impegnativa opera di restauro avviata dalla Provincia di Firenze sta non solo restituendo e valorizzando nelle sue peculiarità storiche e artistiche ma anche trasformando in un contenitore naturale di eventi culturali di risonanza mondiale, che legano Firenze alla grande cultura europea”
Così il presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, ha sottolineato in occasione della inaugurazione della mostra “Mario Botta: Architetture del Sacro – Preghiere di Pietra”, il ruolo importantissimo che da oggi i locali della Gipsoteca dell’Istituto di Porta Romana giocano per la cultura fiorentina.
Il restauro dei locali della Gipsoteca dell’Istituto d’Arte è stato eseguito dalla Provincia di Firenze con il finanziamento dell’Ente Cassa di Risparmio tra il settembre 2002 ed il marzo 2005 e si inserisce in un processo di recupero dell’intero edifico, avviato nel 1997 dalla Provincia per valorizzare le eccezionali caratteristiche storiche ed artistiche del complesso edilizio di Porta Romana. Circa 1 milione e 900 mila euro l’importo complessivo per i lavori, progettati e diretti dalla Direzione Edilizia della Provincia, che ha adottato anche soluzioni fortemente innovative, come quella dell’impianto di riscaldamento completamene invisibile a pannelli radianti, che consentono un risparmio energetico del 15% rispetto ad un impianto di tipo tradizionale.
“Il restauro del complesso di Porta Romana – ha spiegato questa mattina l’assessore provinciale alla pubblica istruzione e all’edilizia scolastica Marzia Monciatti – è un cantiere senz’altro particolare e ritengo esemplare, che lega la scuola alla più significativa cultura contemporanea. Interpretando gli spazi della scuola come spazi della città, e l’attività scolastica come una risorsa di grandissima importanza, l’intervento di recupero sta facendo emergere le enormi potenzialità dell’Istituto d’Arte ed il ruolo di polo produzione culturale che esso potrà svolgere a livello anche internazionale”.
La delicatezza del contesto strutturale, da interessare con significative opere di sottofondazione, mal si conciliava con le esigenze di tutela delle opere d’arte collocate lungo le pareti del Salone, le cui condizioni di conservazione non consentivano di programmarne lo spostamento. Il progetto ha dovuto quindi prevedere importanti opere di protezione dei calchi inamovibili di cui oggi possiamo constatare l’efficacia. Analogamente l’esigenza di isolare tutto la pavimentazione del Salone dal terreno sottostante, interessato da una falda idrica superficiale, e di riequilibrare le quote dei quattro ambienti di progetto (Ottagono, Salone e Sali laterali) andava dosata con la conservazione delle originarie condizioni di percezione dei basamenti di tutti i gruppi scultorei. La soluzione delle due trincee laterali che conservano, all’interno del Salone, la quota originaria dell’ambiente, illustra il risultato della riflessione condotta di concerto con la Soprintendenza di Firenze.
Dal punto di vista architettonico il progetto ha ricercato la riconciliazione tra il carattere monumentale delle architetture Ottocentesche e la spazialità funzionale e percettiva degli ambienti dedicati alla collezione di calchi in gesso. In tal senso devono essere interpretati tutti i temi progettuali dalla proposizione di una fascia centrale in legno all’interno delle tre sale espositive che richiama sia il materiale di pavimentazione in uso nelle Scuderie Reali che il percorso espositivo di ognuno degli allestimenti della collezione documentati nelle immagini d’epoca; al colore, rigorosamente improntato al restauro dell’apparato decorativo ottocentesco nell’Ottagono di ingresso e nella porzione alta della Gipsoteca ma attento alla valorizzazione di ognuno dei periodi dell’edificio ben percepibili nelle decorazioni che ornano la sala laterale meridionale, eseguite nel 1921 a celebrazione della fiera fiorentina del libro del 1921 e testimonianza del primo esperimento di recupero funzionale del complesso.