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PATTO DI STABILITÀ: CHIESTA LA MODIFICA LEGISLATIVA
A rischio le politiche dei servizi, i meccanismi di crescita e sviluppo

Il Consiglio provinciale è tornato a discutere del Patto di stabilità con una delibera dell’assessore al bilancio Alessandro Lo Presti. Il documento è stato approvato con 18 sì (centrosinistra) ed 8 astensioni (Prc, FI, An, Udc, CdM). Approvato anche un Ordine del Giorno d’accompagnamento con 19 sì (Ds, La Margherita, PdCI, Verdi, Prc, i firmatari del documento) e 7 no (FI, An, Udc, CdM). In particolare, l’Odg d’accompagnamento impegna e da mandato al Presidente ed alla Giunta a proseguire l’azione di sostegno delle protesta nei confronti del governo nazionale e di sollecitazione indirizzata a sostenere le richieste di modifica legislativa avanzate più volte nel corso dell’anno da Upi e Urpt. Di attivare azioni per escludere le spese d’investimento dal tetto imposto dal patto di stabilità, consentendo in questo modo di arginare le conseguenze, altrimenti estremamente negative, che si produrranno sulle politiche dei servizi, sui meccanismi di crescita e di sviluppo e, conseguentemente, sulla situazione economica del nostro territorio. Porre in essere tutte le misure necessarie atte ad evitare che i meccanismi della Legge Finanziaria relativi al Patto di stabilità 2005 vengano riproposti nel 2006, verifichi con la Regione che la normativa posta in essere permetta l’effettivo assolvimento delle funzioni trasferite, anche, eventualmente, muovendosi per eccepire la costituzionalità delle norme contenute nella Finanziaria relative al Patto di stabilità interno. Sostenga con Urpt e Upi la disciplina di un nuovo Patto di Stabilità interno per il 2006 che consideri l’obiettivo programmatico da realizzare riferito al saldo relativo alla situazione corrente del bilancio con esclusione delle spese di investimento, consentendo in tal modo la valorizzazione del ruolo delle Province negli investimenti per lo sviluppo locale, l’innovazione e la crescita del sistema socio-economico di riferimento e la tutela dei diritti sociali dei cittadini. Invii il documento al Presidente della Repubblica, al Governo, al Parlamento, all’Upi, all’Urpt, alle categorie economiche e sociali della Provincia.

01/08/2005 16.21
Provincia di Firenze