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CRISI ALLA EX FIPEM DI REGGELLO
Il vice Presidente Barducci ha risposto ad una domanda di Giunti (La Margherita)
e ad una del gruppo di Rifondazione Comunista

La crisi dell’azienda ex Fipem (ora Nuove Energie Elettromagnetiche Spa) di Reggello è stata al centro di due domande d’attualità, poste dal gruppo di Rifondazione Comunista e dal consigliere della Margherita Piero Giunti, in Consiglio provinciale. “Le Organizzazioni sindacali hanno chiesto l’attivazione dell’unità di crisi – ha illustrato il vice Presidente della Provincia ed assessore al lavoro Andrea Barducci – ci siamo adoperati in tal senso e già dalla prossima settimana l’assessorato incontrerà le rappresentanze sindacali. Si tratta di un’azienda che attualmente lavora per Telecom, occupa 23 dipendenti, la produzione da sempre si divide in due filoni principali, carpenteria e tubi di plastica per la telefonia. Lo stabilimento ha avuto al proprio interno fino a 250 dipendenti che poi, nel corso degli anni, è progressivamente diminuita. L’azienda ha fatto ricorso all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, in particolare la cassa integrazione ordinaria. Negli ultimi mesi la proprietà ha deciso di dirottare la produzione dei tubi a Piacenza ed ha informato le organizzazioni sindacali di aver deciso di vendere il 50% del grande stabilimento, paventando la chiusura dell’attività e la messa in mobilità di tutti gli addetti. Secondo l’azienda i bilanci sarebbero in pari, ma l’immobile in quanto tale graverebbe in modo determinante sul conto economico. La stessa azienda richiama il calo degli ordini, l’aumento del costo delle materie prime e la conseguente diminuzione dei margini”. Giunti ha ricordato come “Ci troviamo di fronte ad un’altra crisi aziendale in un altro pezzo di territorio della nostra Provincia. Un’azienda del Valdarno che nel corso della sua storia ha subito varie stagioni di crisi. Difficile una riconversione professionale per i 26 lavoratori, non più giovanissimi; inoltre, la proprietà ha intenzione di spostare la produzione a Piacenza, semplicemente perché risparmierebbero molto nel trasporto del materiale. Comune e Provincia sono chiamati ad un’azione molto forte per far sì che questa produzione rimanga sul territorio. Sarebbe un grave danno la chiusura dell’ex Fipem”. Calò (Prc) ha criticato le scelte dei gruppi aziendali “Che spostano le produzioni esclusivamente in una logica di mercato. Purtroppo non mi sembra d’intravedere una disponibilità dell’azienda a mantenere questa struttura. Ed è per questo che abbiamo chiesto un’incontro nella Sesta Commissione consiliare per approfondire la questione. Occorre approntare un tavolo di crisi e mettere in campo una serie di strumenti di accompagnamento a questa crisi”.

17/09/2005 13.11
Provincia di Firenze