PIANA FIORENTINA, I NUOVI ABITANTI HANNO LE ALI
Un grammatica per capire il territorio. Dati interessanti da una pubblicazione del Consorzio di bonifica
I nuovi abitanti della Piana hanno le ali e… nomi particolari. Si chiama “Tuffetto”, sia sedentario che migratore, uno dei volatili più comuni tra gli stagni di Gaine, Padule, Focognano e Peretola. Con lui, ma un po’ meno numeroso, lo Svasso maggiore. Il Tarabusino, poi, giunge nella piana verso la metà di aprile per restarci fino alla fine di agosto. Lo si apprende da “Tra natura e opere di bonifica”, pubblicazione curata da Simone Benini e Iacopo Manetti per il Consorzio di Bonifica dell’Area fiorentina, presentata stamani in Provincia nella Sala Rossa di Palazzo Medici Riccardi. “Il Consorzio svolge un’importante azione di manutenzione dei fiumi e di conoscenza del territorio – ha osservato l’assessore alla Pianificazione territoriale Tiziano Lepri – Questo libro rappresenta uno strumento molto utile per esplorare l’area fiorentina in destra d’Arno”.
Per il Presidente del Consorzio di bonifica Carlo Cappellini, si è cercato di “mettere in evidenza le esperienze dirette che la struttura del Consorzio ha avuto nel corso degli anni nella realizzazione di opere ed impianti mirati alla sicurezza idraulica, integrandole con approfondimenti di carattere ambientale – naturalistico”, con una particolare sottolineatura verso la diffusa sensibilità ambientale dei cittadini, delle loro associazioni sia sociali che naturalistiche e verso la determinazione e l’impegno, profuso in questi ultimi anni, dalla Provincia di Firenze, dalla Regione Toscana, dai Comuni e dall’Autorità di bacino dell’Arno.
La piana di Firenze-Prato-Pistoia si estende dai Colli fiorentini fino oltre il torrente Ombrone a nord del fiume Arno. Ci sono stati momenti di grande difficoltà nella gestione idrogeologica di questo territorio interessato, nel corso degli anni, da una trasformazione profonda da un’attività agricola molto estesa ad un intenso sviluppo residenziale e produttivo. Un territorio inoltre invaso da tante esondazioni ed alluvioni.
Dallo studio condotto da Benini e Manetti si ricava che lo stato di conservazione delle zone umide della Piana “non risulta essere ancora soddisfacente considerando l’estesa area dove è ancora consentita l’attività venatoria e la presenza di una sola area protetta (gli “Stagni di Focognano”) di discrete dimensioni in cui sono state intraprese azioni di salvaguardia della fauna selvatica”.
Prospettive? Partendo da aree che sono vincolate sarebbe possibile ipotizzare la realizzazione in tempi brevi di una rete di aree umide protette di pianura che possa in futuro collegarsi con le aree di pregio montane della Caldana e di Monte Morello. Un primo nucleo potrebbe essere individuato al centro della Piana nelle aree delle Anpil di Focognano e del Podere le Querciola. Inoltre l’utilizzo più attento dei terreni interni della casse d’espansione potrebbe essere all’origine di altre aree umide, di aree attrezzate a verde pubblico e, in caso di grandi dimensioni, per attività sportivo ricreative. Il segretario dell’Autorità di bacino dell’Arno, Giovanni Menduni, ha sottolineato l’azione a difesa del suolo espressa dal Consorzio anche in chiave della valorizzazione ambientale e naturalistica del territorio fiorentino.