Piana Fiorentina e Padule Fucecchio, sì ai Pit
Il primo Piano, di cui la Metrocittà è capofila, approvato e finanziato dalla Regione Toscana. Ceccarelli: "Un passo avanti per lo sviluppo delle aziende agricole". Ammissione e risorse anche per il Pit del Padule di Fucecchio e Cerbaie
Due Piani integrati territoriali (Pit) in cui è coinvolta la Città Metropolitana di Firenze (come capofila per quello della Piana Fiorentina e quello per il Padule di Fuecchio e Cerbaie, di cui è capofila il Consorzio forestale delle Cerbaie) sono rientrati tra i quattro ammissibili e finanziabili nella graduatoria delle Regione Toscana.
Per il Pit della Piana era stato richiesto un finanziamento di 3.000.000,00 di euro e sono stati stanziati 2.964.101,87 euro. Per il Pit del Padule Fucecchio e Cerbaie il finanziamento richiesto ammontava a 975.228,00 euro e ne sono coperti dalla Regione 943.428,00.
"Grazie al Pit - spiega Andrea Ceccarelli, consigliere della Metrocittà delegato alla Pianificazione territoriale - una parte della Piana cambierà volto. Grazie alla regimazione, alla qualità dell'acqua e alla preservazione della biodiversità, si consentirà lo sviluppo delle aziende agricole in quest'area del territorio metropolitano.
In 24 mesi, dal momento in cui viene approvato dalla Regione, il Pit coinvolgerà circa 596,30 ettari, pari all' 8% dell’intera Piana Fiorentina , circa 120 dei quali ricadenti anche in aree Natura 2000 (individuate a livello Ue come siti di importanza comunitaria, dove devono essere garantiti interventi a tutela della biodiversità). Si attua anche attraverso il Pit il Piano strategico metropolitano".
Com'è noto all’interno del Piano Sviluppo Rurale (Psr 2014-2020) la Regione Toscana ha previsto l’attivazione dei Progetti Integrati Territoriali “Pit” ovvero progetti che attraverso un’azione organica di soggetti pubblici e privati affrontano a livello locale specifiche criticità ambientali promuovendo il mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole nell’ambito delle seguenti tematiche: suolo e dissesto idrogeologico, gestione e tutela delle risorse idriche, biodiversità, paesaggio, energia.
I Pit consentono l'attivazione, nell'ambito dello stesso progetto, di una molteplicità di sottomisure/operazioni previste nel Piano di sviluppo rurale.
Per ciascun progetto integrato territoriale deve essere individuato un soggetto capofila e il numero minimo di soggetti partecipanti è 15, di cui almeno 12 partecipanti diretti. Fra i partecipanti è obbligatoria la presenza di almeno 10 agricoltori.
I partecipanti diretti richiedono contributi nell'ambito del progetto e al tempo stesso sostengono l'onere finanziario loro spettante per le diverse tipologie di investimenti, nell'ambito della sottomisura o operazione che attivano.
I partecipanti indiretti sono invece coinvolti indirettamente nella realizzazione degli obiettivi del progetto integrato territoriale in quanto possono giovarsi delle ricadute positive della realizzazione del progetto stesso. Non richiedono contributi nell'ambito del Pit.
I soggetti interessati sottoscrivono un “Accordo Territoriale” che rappresenta un vero e proprio contratto fra le parti interessate e costituisce un forte impegno reciproco per affrontare le problematiche ambientali individuate.
A marzo è stato approvato, in via definitiva, dalla Città Metrpolitana l'Accordo territoriale per la Piana fiorentina, poi sottoscritto da tutti i soggetti, che sancisce un protocollo operativo di tutti soggetti con compiti e ruoli specifici da realizzare nei tempi dettati dalla Regione e i dati relativi di tutti gli interventi progettati.
Per ciascun progetto integrato territoriale dovevano essere raggiunti dei partecipanti minimi, di cui almeno 12 partecipanti diretti in maggioranza aziende agricole attive nella piana fiorentina ovvero nel perimetro del parco agricolo della Piana.
Il progetto che la Città Metropolitana, in qualità di soggetto capofila, ha coordinato e presentato alla Regione Toscana all'interno del Psr 2014-2020 (Bando Multimisura 'Progetti Integrati Territoriali') ha visto l'adesione diretta di 17 imprese agricole, 1 gestore di terreni, 4 Enti pubblici territoriali, 1 dipartimento dell'Università di Firenze, 1 Consorzio di Bonifica, 3 Organizzazioni professionali agricole.
In totale i beneficiari sono 27. Vi sono infatti anche partecipanti indiretti: 2 aziende agricole, 5 enti pubblici, 4 associazioni locali, 1 Associazione territoriale di caccia, 1 Rappresentante della Filiera Cerealicola fino al raggiungimento di un importo di interventi a finanziamento di 3.000.000 di euro.
Il progetto avrà la durata di 24 mesi e tra soggetti pubblici e privati coinvolti si è stimato l'interessamento di circa 596,30 ettari pari al 8% dell'intera Piana Fiorentina in parte, circa 120 ha ricadenti anche in aree Natura 2000 (individuate a livello Ue come siti di importanza comunitaria, dove devono essere garantiti interventi a tutela della biodiversità).
Il Pit 'Piana Fiorentina' si prefigge di dare le giuste basi alla produzione agricola attraverso il ripristino di opere per la regimazione delle acque superficiali in eccesso e per favorire al contempo l'assorbimento della maggior quantità d'acqua possibile. Per migliorare la qualità delle acque e per la protezione delle stesse da fenomeni di inquinamento diffuso derivanti dall'attività agricola saranno previsti bacini di lagunaggio o di fitodepurazione per la depurazione naturale delle acque circolanti.
Inoltre sono previsti l'ampliamento e il recupero di zone umide finalizzate alla conservazione della biodiversità. L'attività svolta nell'ambito del Pit 'Piana Fiorentina' concorrerà ad incrementare la protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, ad incrementare la resilienza ai cambiamenti climatici, a migliorare la gestione delle acque e tutela dei corpi idrici, a conservare e ripristinare gli elementi caratteristici del paesaggio, e salvaguardare e valorizzare la biodiversità.
L'obiettivo atteso più significativo è rappresentato dal mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole, che concorreranno attraverso l'azione progettuale promossa e coordinata dai partner pubblici, alla riqualificazione paesaggistica dei territori interessati oltre a mirare al ripristino della funzionalità degli ambienti agrari e delle zone umide, attraverso la ricostituzione dell'ecosistema.