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2. SYMBOLA, IL MADE IN TUSCANY, COLDIRETTI NEL PIATTO
Firenze, sabato 14 gennaio 2006, ore 13 Palazzo Medici Riccardi - Sala Est - Ovest

C’è il meglio della cucina fiorentina e i prodotti che hanno contribuito a fare grande la Toscana sulla tavola imbandita. Oggi da Coldiretti, in occasione del seminario sulla “Soft Economy”, origine e tradizione sono gli ingredienti fondamentali del menù che si concretizza in un autentico trionfo di specialità
e di piatti che hanno un legame stretto con il territorio, con la sua storia e la sua cultura.
Si comincia con un’ampia proposta di insaccati resi particolari dalla stagionatura, dal mix di spezie, dalla grana dell’impasto e dalle carni utilizzate per la preparazione: la mondiola di Lucca e la mortadella di Prato, due autentiche specialità le cui carni sono insaporite dall’alchermes.
A seguire gli immancabili pecorini che racchiudono i profumi dei pascoli del Mugello, della Maremma e delle Crete Senesi.
Accanto ai tipici crostini toscani, preparati con un saporito impasto di fegato e milza,
la tradizionale fettunta, antico piatto povero la cui origine risale al XII secolo, che viene proposta con una selezione di oli extravergini di oliva, ideali per esaltare
l’importanza dell’origine sul colore, sul profumo e sulle caratteristiche del condimento prodotto nelle differenti aree della regione.
Si prosegue con un tris di primi piatti. Apparentemente poveri, come vuole la tradizione contadina, ma ricchi, saporiti e completi. Vengono servite: la famosa ribollita, emblema della cucina fiorentina, preparata con verdure di stagione, pane casalingo e buon olio; la pasta con i ceci, legumi presenti in Toscana già dal Medioevo; le crespelle, piatto più ricercato, nato a Firenze anche se successivamente,
importato da Caterina dei Medici all’epoca del suo matrimonio con il futuro Enrico II di Francia, è stato adottato dai francesi che lo hanno trasformato nelle crepes.
Tra i secondi piatti spicca il peposo dell’Impruneta, noto anche come “peposo alla Fornacina”.
Impruneta è un paese vicino a Firenze, famoso per la produzione del cotto. Le donne utilizzavano per cuocere teglie di muscolo insaporito con il vino, i forni generalmente usati per cuocere mattoni e vasi.
È nato così questo piatto tipico in cui si fondono tradizioni artigiane e agricole.
Accanto al peposo, Coldiretti presenta altri due piatti della tradizione povera: la trippa e il cibreo, il cui nome potrebbe derivare dall'arabo e significare “cibo da re”, viene preparato con frattaglie di pollo. Si racconta che tale pietanza fosse particolarmente apprezzata da re e regine, a cominciare da Caterina dei
Medici che addirittura rischiò di morire per averne fatto indigestione.
Regina assoluta del pranzo è la classica fiorentina con l’osso che, dopo la riabilitazione dell’Ue, è tornata a essere una delle indiscusse protagoniste della cucina toscana. A chiusura del pasto, in onore della più tipica tradizione contadina, biscotti secchi e vinsanto, immancabili nelle case toscane.
Attenta alla valorizzazione del made in Italy e alla difesa dei prodotti che hanno uno stretto legame con il territorio dove nascono, Coldiretti innaffia il menù con un eccezionale Candia bianco secco e con un buon Rosso IGT Toscano, abbinando i piatti più robusti con il celebre Morellino che nasce sulle colline di Scansano (Gr) e con il Rosso di Montepulciano, parente stretto del grande Nobile che matura nelle cantine di Montepulciano.

13/01/2006 14.09
Provincia di Firenze