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L’ADESIONE DEL CONSIGLIERE DONATI AL GRUPPO MISTO
Il dibattito in Consiglio provinciale

Sull’adesione al Gruppo Misto – Democratici Liberi del consigliere Demetrio Donati si è svolto, in Consiglio provinciale, un ampio dibattito. Donati, che ha preferito non partecipare al dibattito limitandosi ad un breve intervento, ha ribadito che: “Finché non sono andato in pensione ho lavorato nell’ambiente sanitario per 33 anni e sono andato in pensione come dirigente dell’A.S.L.; mi sono impegnato nel campo sociale, nel campo sportivo e in politica. Chi mi ha conosciuto in questi quattro campi o anche al di fuori, e soprattutto sul piano umano, sa che persona è Demetrio Donati. Se qualche consigliere volesse ulteriori delucidazione, sono lieto di dargliene privatamente come ho già fatto in questi giorni con diverse persone”. Per Bevilacqua (FI): “Non possiamo che prendere atto della decisione del consigliere Demetrio Donati e nel prenderne atto non possiamo tacere il nostro disappunto e conseguentemente stigmatizzare il comportamento di questo signore, che ha anche, precedendo il mio intervento, presentato se stesso come galantuomo. Io credo che il comportamento che oggi il consigliere Demetrio Donati ha posto in essere si possa definire in tanti modi, ma di tutti questi non trovo in nessuno di essi la definizione di galantuomo. Il consigliere Demetrio Donati sa di entrare nel gruppo di Forza Italia a causa di un evento che è tragico, che ha colpito, e lo sappiamo tutti, non solo il gruppo di Forza Italia, ma tutto questo Consiglio. Il consigliere Donati ha un atteggiamento nei confronti non solo del gruppo di Forza Italia, ma io dico nei confronti dell’intero Consiglio di questa Provincia, che spregia quello che è il valore dell’istituzione e il ruolo del consigliere”. Colpito per la vicenda si è detto Calò (Prc): “Mi colpisce il tono di come si subentra al posto di una persona che è venuta a mancare e che non si è dimessa da un gruppo politico, da una formazione politica a me totalmente avversa per motivi di lavoro o altro. Se si entra in crisi con una formazione che ci ha permesso di partecipare ad una competizione il mio principio cosa richiederebbe? Richiederebbe di restituire il mandato e di tornare in quella società civile dalla quale io provengo. Questo è quello che a me provocherebbe ed è quello che mi ha insegnato la fortunata militanza che ho avuto nel Partito Comunista Italiano”. Anche per Bassetti (Udc): “Donati si è candidato a fare il consigliere provinciale, è stato il primo dei non eletti ma la sua aspirazione è stata quella di subentrare. Una persona normale in questo caso, però, non doveva accettare la nomina a consigliere, per come sono andate le cose. In più c’è la beffa nei confronti degli elettori che hanno votato Forza Italia e hanno votato la Casa delle Libertà. Queste sono le cose che fanno disamorare i cittadini dalla politica”. Lensi (FI) ha sottolineato: “Due elementi. Il primo elemento è la fuga del consigliere Donati di fronte ad un legittimo dibattito che questo Consiglio affronta sulla tragica scomparsa del nostro precedente capogruppo, la seconda valutazione che faccio è il nome del sottogruppo nel gruppo misto che ha scelto il consigliere Donati: “Democratici liberi” il cui acronimo mi ricorda DL. La scelta effettuata dal consigliere Donati mi appare bizzarra e politicamente non accettabile. Se il consigliere Donati fosse rimasto al suo posto, gli avrei dato onore di un confronto politico. Credo che la sua decisione, come quella prossima ventura, che sarebbe veramente un’altra bizzarria, di arrivare tra due mesi, dopo i congressi, in un nuovo gruppo con qualche cambiamento, fa perdere di dignità e interesse questo luogo”. Il vice Presidente della Provincia Barducci si è detto dispiaciuto per il fatto che: “Il consigliere Donati non abbia deciso di rimanere, misurandosi con un dibattito difficile. Viviamo in un contesto democratico in cui è possibile e legittimo cambiare opinione. Il problema c’è, è indiscutibile. Ma il sistema per poter essere il più possibile vicini e rispettosi anche di un mandato politico elettorale non è disgiungibile da un dato di responsabilità personale che coglie l’opportunità del momento”. Marconcini (PdCI) ha sottolineato come lui non avrebbe accettato l’incarico. “Non lo avrei accettato per i motivi che molti consiglieri che mi hanno preceduto hanno detto e certamente, se lo avessi fatto, sarei stato in aula ad ascoltare quelle che sono le considerazioni, che capisco anche aspre, degli altri consiglieri”. Per Massai (An): “Donati, che ho conosciuto per cinque anni, va a tradire, molto probabilmente, quello che fino ad allora si è pensato fosse la strada giusta e questa strada giusta la si è indicata agli elettori. Nel momento in cui si ritiene che quella strada non sia giusta, si può cambiare idea. Ma se ne prende atto con responsabilità, perché Donati è stato eletto sotto un programma che è alternativo ed è difficile essere credibili come amministratori nel momento in cui quel programma o si smentisce e si passa dall’altra parte: questo si chiama opportunità”. Per Targetti (Prc): “Se molti esponenti, anche di rilievo, della Casa delle Libertà abbandonano il loro partito vuol dire che c’è una crisi politica, c’è un cambiamento, quindi è ovvio che ci dev’essere il diritto di cambiare opinione. Però bisogna coniugare questo diritto al rispetto della fonte del diritto, perché quando si parla di rappresentanza, devo rappresentare un’idea e se la si cambia nasce un problema”. Per Avezzano Comes (FI): “Donati ha dimostrato di non volere trovare il coraggio, la forma morale, di assistere a questo dibattito. Crediamo che le posizioni come quelle del consigliere Donati non siano accettabili, non siano condivisibili, non siano possibili e tollerabili in un’assise dove ambizioni personali legittime devono trovare il loro spazio, devono trovare la loro collocazione ma nel rispetto di quel collante che è quello della dignità al nostro lavoro. Purtroppo, dal gruppo della Margherita, alla quale il consigliere Donati già appartiene da due anni, non sono arrivati contributi a questo dibattito”. Infine il Presidente del Consiglio Mattei: “Lunedì, alla fine del mio intervento, ho detto con il nodo alla gola e con un po’ di presunzione, che Graziano Grazzini sarebbe stato felice della mia elezione a Presidente del Consiglio, sarò garante di ogni esigenza del consigliere Donati, ma oggi mi sento di dire che a Graziano e alla sua memoria è stato fatto un torto”.

21/09/2006 20.06
Provincia di Firenze