PROVINCIA, REGIONE E COMUNI SIGLANO UN ACCORDO PER VALORIZZARE I LUOGHI DI DON LORENZO MILANI
La presentazione in Palazzo Medici Riccardi
È stato presentato il 2 aprile nella Sala Rossa di Palazzo Medici Riccardi, dal Presidente della Provincia Michele Gesualdi, insieme agli amministratori di Regione Toscana (l’assessore alla Cultura Mariella Zoppi) e dei Comuni di Calenzano (l’assessore all’Istruzione Patrizio Sforzi), Firenze (l’assessore alla Cultura Simone Siliani), Montespertoli (il Sindaco Mauro Marconcini) e Vicchio (il Sindaco Alessandro Bolognesi) un protocollo d’intesa per la promozione della conoscenza e la valorizzazione della figura e l’opera di don Lorenzo Milani.
Il 27 Maggio 2003 ricorre l’80° anniversario della nascita di don Lorenzo Milani. Nel protocollo siglato in Palazzo Medici Riccardi si ricorda che “l’opera e il pensiero di Don Milani hanno profondamente segnato, a partire dagli anni ’50, la vita delle comunità locali nelle quali è vissuto e il dibattito politico culturale nel contesto fiorentino e toscano, acquisendo nel tempo una eco sempre più vasta, che ha inciso significativamente sulla maturazione della coscienza civile del Paese e sull’evoluzione della società italiana, nonché sulla riflessione interna alla Chiesa prima e dopo il Concilio Vaticano Secondo”. I temi da lui trattati nei libri e nell’azione pastorale quali la cultura come forma di liberazione e riscatto sociale, il primato della coscienza e la conseguente responsabilità individuale che ne consegue, la promozione dei più deboli, emanando dalla fede che li ha promossi si propongono in modo sempre crescente come fonte di riflessione, ispirazione e formazione per le coscienze di tante persone, credenti e non, riferimento culturale attuale e fecondo per esperienze didattiche e formative, per sensibilità sociali che oltrepassano gli stessi confini nazionali.
“L’esperienza umana di don Lorenzo Milani – spiega Michele Gesualdi - è strettamente collegata alle comunità in cui visse, alla cultura popolare a cui si accostò, di cui fa parte anche il linguaggio, con le asprezze e la vivacità tipiche delle genti di Toscana, e soprattutto alle persone che con lui condivisero fatiche e soddisfazioni, gioie e dolori, successi e amarezze del suo ministero sacerdotale, del suo insegnamento e della sua passione civile”. Le sue esperienze religiose e culturali pur avendo valenza universale restano indissolubilmente intrecciate alla terra di Toscana e in modo particolare ai luoghi dove visse e operò per più tempo: Montespertoli dove trascorse, fuori dall’anno scolastico, parte della sua infanzia e della sua adolescenza; Firenze dove è nato, si formò e si preparò al sacerdozio nel Seminario minore, e dove morì; San Donato a Calenzano dove impostò e svolse alcune linee pastorali dal 1947 al 1954, e infine Barbiana di Vicchio, dove operando dal ’54 in poi, fino al 1967, dette vita a una scuola per i ragazzi che avevano finito le elementari e dove completò ‘Esperienze Pastorali’, scrisse ‘Lettera a una un professoressa’, la ‘Lettera ai cappellani militari’ e il testo di autodifesa al processo intentato contro di lui,.
È sempre più vivo un interesse, sia in Italia che all’estero, per quella esperienza culturale e didattica e per quegli insegnamenti intorno ai quali sono proliferati studi, tesi di laurea, convegni, opere teatrali, televisive e cinematografiche.
A tutto questo si aggiunge anche un interesse forte per gli ambienti in cui operò e le persone che condivisero la sua esperienza, come dimostrano le tante persone che ogni anno si recano a San Donato per visitare la Parrocchia dove aprì la Scuola Popolare e che sono ancor più numerosi a Barbiana. Ancora oggi sono molti i testimoni diretti di quegli eventi che vivono e operano in queste terre. Alcuni di loro si sono riuniti in associazioni, istituzioni e fondazioni con lo scopo di raccontare e far conoscere azioni e pensiero di questo sacerdote fiorentino, promuoverne un approfondimento culturale, tutelare e valorizzare il patrimonio di testimonianze e documenti di lui e su di lui.
Gli Enti firmatari del protocollo, nella comune convinzione che la figura e l’opera di Don Milani costituiscano ormai un patrimonio inalienabile ed imprescindibile delle rispettive comunità, si prefiggono di valorizzarne l’esperienza e l’insegnamento, di promuovere il patrimonio di luoghi e testimonianze che portano il segno del suo passaggio. Nel perseguire questa finalità “metteranno in atto tutte le iniziative e collaborazioni necessarie, fra loro e con i soggetti istituzionali e associativi che attendano a medesimi scopi, ivi compresa l’individuazione di appositi capitoli di bilancio che permettano la promozione ed il sostegno di iniziative condivise”.
Al fine della reciproca informazione e del possibile coordinamento delle iniziative, gli Enti attivano un Tavolo di informazione e coordinamento, che si riunirà almeno una volta l’anno su convocazione dell’Ente capofila, individuato fin da ora nella Provincia di Firenze.