Regione Toscana
Cittą Metropolitana di Firenze

CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

Home Home > Comunicati stampa >  Comunicato stampa  

GENIO FIORENTINO: I NOMI PER LA BATTAGLIA DI ANGHIARI
La composizione del Comitato scientifico per la ricerca dell'affresco

Si è insediato oggi a Palazzo Vecchio il Comitato scientifico istituito per la ricerca della “Battaglia di Anghiari”, la grandiosa opera di Leonardo forse ancora nascosta sotto un dipinto del Vasari. L’iniziativa, organizzata dal Comune e dalla Provincia di Firenze fa parte degli eventi previsti dal calendario del Genio Fiorentino 2007.

Il comitato, incaricato di ritrovare il dipinto considerato una delle massime espressioni d’arte di tutti i tempi è così composto: Presidenza: Sindaco del comune di Firenze, Leonardo Domenici (o suo delegato); Cristina Acidini (Soprintendente opificio pietre dure). Componenti: Matteo Renzi (presidente della Provincia di Firenze); Paola Grifoni (Soprintendente Beni architettonici e paesaggistici province Firenze Prato e Pistoia); Bruno Santi (Soprintendente Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico province Firenze Prato e Pistoia ) Cristina Danti (Direttrice Settore restauro pitture murali opificio pietre dure); Paolo Galluzzi (Drettore del Museo di storia della scienza); Maurizio Seracini (Università California a San Diego); Antonio Paolucci (Consulente del Comune, Sistema museale); Rab Hatfield (professore della Syracuse University); Carlo Atzeni (Università di Firenze, dip. Elettronica e Telecomunicazioni); Alessandro Cecchi (Direttore Giardino di Boboli) Carlo Pedretti (Professore, autore di numerosi studi su Leonardo da Vinci).

Fra i componenti della commissione incaricata degli studi sulla Battaglia di Anghiari vi sarà anche l’ingegner Maurizio Seracini (citato da Dan Brown nel libro “Il Codice da Vinci”), riconosciuto come il più grande esperto della trentennale ricerca del dipinto perduto di Leonardo. L’ingegnere fiorentino è anche l’autore di una mostra dedicata alla ricerca della Battaglia di Anghiari che fu presentata a Firenze proprio nel corso del Genio Fiorentino 2006

La presentazione del comitato è avvenuta nella Sala di Lorenzo, dopo che lo stesso ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli aveva dato il suo placet all’indagine, auspicando - in una lettera inviata recentemente al sindaco di Firenze, Leonardo Domenici - l’istituzione di una commissione “che dia corso agli accertamenti diagnostici indispensabili”.

Oltre ai nomi dei componenti il Comitato scientifico, a Palazzo Vecchio sono state illustrate anche le tecniche d’intervento, i macchinari che saranno utilizzati e la metodologia che verrà seguita.

La tecnologia che l’ingegnere Maurizio Seracini sta mettendo a punto in collaborazione con l’Università della California di San Diego, dovrebbe consentire infatti di accertare, senza intaccare gli affreschi, se qualcosa della prestigiosa opera di Leonardo - ancora ammirata nel 1549 - sopravvive davvero sotto i dipinti del Vasari che sono stati eseguiti posteriormente su un muro aggiunto alla parete originale del Salone dei Cinquecento.

Nello studio già effettuato per individuare l’assetto originale della “Sala grande” di Palazzo Vecchio al tempo di Leonardo, l’equipé dell’ingegner Seracini ha usato tecnologie nuove, quali il laser scanner per il rilievo dell’architettura, la termografia e l’indagine radar per studiare la struttura muraria e le modifiche apportate dal Vasari fra il 1563 e il 1571.

Nel corso delle successive fasi di lavoro previste dal Comitato scientifico, l’indagine radar sarà estesa a tutta la parete est del salone di Palazzo Vecchio per scoprire eventuali micro-cavità fra la muratura originale e quella eretta successivamente dal Vasari.

La nuova strumentazione in corso di realizzazione dall’Università della California sarà invece utilizzata per individuare in modo non invasivo gli elementi chimici presenti all’interno della muratura che potrebbero essere associabili ad eventuali pigmenti usati da Leonardo (come ad esempio la biacca a base di piombo) nella travagliata fase di pittura della Battaglia di Anghiari.

Lo stesso Leonardo narra che al momento di “posare il pennello” si scatenò un violento temporale che danneggiò il grande cartone da lui portato all’interno della Sala del Gran Consiglio (oggi Salone dei Cinquecento). Fu quello l’infausto inizio di ciò che si era subito imposto come l’evento artistico più importante di tutto il Rinascimento fiorentino, e che, secondo Cellini, già si configurava insieme a quello della “Battaglia di Cascina” di Michelangelo, come la “Scuola del mondo” per le nuove generazioni di artisti.

Il dipinto, che aveva per soggetto la cattura di una bandiera da parte di soldati fiorentini e che sarebbe diventato parte di un’immensa pittura murale rappresentante la “Battaglia di Anghiari”, era una delle massime espressioni dell’arte pittorica italiana non solo del Rinascimento, ma di tutti i tempi.

Una ulteriore fase dei nuovi lavori d’indagine che saranno avviati sotto la guida del Comitato scientifico, riguarderà proprio la ricerca storica dei materiali usati da Leonardo. “Avere la ‘lista completa dei materiali pittorici che la Repubblica Fiorentina forni’ a Leonardo” afferma l’ingegner Maurizio Seracini ci consentira’ di individuare proprio le eventuali tracce dei pigmenti usati dall’artista.

I ricercatori dell’Opificio delle Pietre Dure (prestigiosa istituzione scientifica fiorentina già celebre per numerosi restauri) si sono assunti il difficile compito di scoprire la tecnica pittorica usata da Leonardo per realizzare l’opera scomparsa.

Questa ricerca dovrebbe rafforzare le convinzioni scaturite dopo il recente ritrovamento di documenti di spesa relativi a lavori di muratura eseguiti sulla parete est nel novembre 1504 da parte del Prof. Rab Hatfield della Syracuse University, che hanno ulteriormente alimentato la speranza che “La lotta per lo stendardo”, ovvero la scena della “Battaglia di Anghiari” portata a compimento da Leonardo, possa trovarsi davvero dietro la muratura eretta dal Vasari durante il rifacimento strutturale del 1563. Un’altra ricerca di tipo storico-documentale commissionata dal Comitato Scientifico riguarderà proprio l’incarico che la Repubblica fiorentina affidò a Leonardo da Vinci nell’arco di tempo che va dal 1503 al 1563.


Ufficio Stampa Genio Fiorentino
Giuditta Boeti
Giulia Coli
392/9770521

18/05/2007 13.55
Provincia di Firenze