MODA E CONTRAFFAZIONI: GARANTIRE LA TRACCIABILITA’ DEI PROCESSI DI PRODUZIONE
Cianfanelli preannuncia al Consiglio provinciale una campagna di sensibilizzazione rivolta ai consumatori
Garantire la tracciabilità di quanto avviene all’interno delle filiere produttive della moda. Sostenere processi di certificazione dei prodotti. Favorire la tutela delle condizioni lavorative e la sostenibilità dei costi sociali.
Sono queste le proposte dell’assessore alla Moda della Provincia di Firenze, Elisabetta Cianfanelli, per affrontare in modo concreto e realistico il fenomeno della contraffazione.
“Con l’attuazione di queste proposte – ha sostenuto Cianfanelli - la posizione del sistema manifatturiero fiorentino nella dimensione internazionale uscirà rafforzata e il nostro territorio sarà caratterizzato dalle sue imprese di alta gamma. Comunicare all’esterno che il modo in cui vengono realizzati i prodotti della moda è tracciabile, come avviene in alcuni settori del comparto agro-alimentare, può divenire una opportunità di sviluppo innanzitutto locale”.
Cianfanelli - che ha illustrato le sue proposte rispondendo in Consiglio provinciale ad una domanda di attualità del gruppo di An - è intervenuta anche sugli aspetti della commercializzazione della merce contraffatta e, riferendosi al ‘Patto per Firenze Sicura dell’Area Metropolitana Fiorentina’, ha anticipato l’effettuazione di una campagna di sensibilizzazione, rivolta a cittadini e turisti, con l’obiettivo di comunicare chiaramente che l’acquisto di beni contraffatti costituisce reato.
In base ai dati forniti da Confindustria e dell’Associazione pellettieri italiani (AIMPES) il giro di affari della contraffazione nella sola Italia è di 7 miliardi di euro e il 50% riguarda abbigliamento e accessori. Il settore pelletteria da solo vale circa 1,2 miliardi di euro, il 36% del totale. A risentirne maggiormente sono le borse con un valore presunto di 840 milioni di euro e 34 milioni di pezzi contraffatti. Per cinture, portafogli e piccola pelletteria il fatturato illecito è di 240 milioni di euro, per la valigeria, zaini, cartelle da lavoro il fatturato illegale ha un valore presunto di 120 milioni di euro. Toscana, Marche e Lazio sono le regioni nelle quali è particolarmente diffuso il fenomeno contraffattivo nella pelletteria. In Toscana, negli ultimi due anni, sono stati sequestrati prodotti del sistema moda (tessile, abbigliamento e pelletteria) per oltre 1 milione e trecentomila pezzi e si stima che di questi, oltre trecentomila siano articoli di pelletteria. Il fenomeno della contraffazione è in aumento in Toscana così come nel territorio nazionale.
Come ha sottolineato nel suo intervento l’assessore Cianfanelli “l’indotto moda ha catturato a sé, come in una ragnatela, le grandi case di moda garantendo loro un vantaggioso sistema di subfornitura, capillare ma scarsamente regolamentato e difficilmente controllabile. La dipendenza totale dal sistema di subfornitura crea situazioni in cui i subfornitori hanno un portafoglio-clienti sbilanciato verso un determinato cliente e ne subiscono, o possono subirne, impatti letali. È inevitabile che di fronte ad un sistema fragile, con regole eludibili come quello delineato, si crei lo spazio fertile per l’insinuarsi di possibili devianze. Questo contribuisce senza dubbio a situazioni di sfruttamento dei lavoratori, fra cui donne, minori e minoranze immigrate molto spesso utilizzate come manodopera per il sistema di distribuzione”.
Per il consigliere di An Piergiuseppe Massai è comprensibile “che l’Assessore non voglia fare azioni di protezione, però comprendo anche che se non fa un’opera di protezione quanto meno non deve fare un’opera di distruzione. Le dichiarazioni dell’Assessore, e che sono state riportate dai giornali, fanno di tutto all’infuori di dare tracciabilità al settore moda. Gli operatori, da una parte hanno una facciata pulita, dall’altra invece operano in termini criminali. Non ci siamo accorti solo ora che a Firenze e Provincia ci sono più cinesi che in altre città. Da una parte l’Assessore deve tenere conto di quello che è il suo settore, e quindi il settore moda che sta a cuore al Centrosinistra, dall’altra deve stare dietro agli errori del Centrosinistra che, con quel buonismo peloso che poi non serve né a chi lo riceve e né agli altri, dice che ci vuole tanta solidarietà e tanta attenzione anche per chi non la vuole”.