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PRESENTAZIONE DEL LIBRO "DON MILANI, LA VITA"
Domani, venerdì 19 ottobre, il Presidente della Provincia Matteo Renzi introduce l'autore, Mario Lancisi

Domani, venerdì 19 ottobre, alle 21, nella sala Consiliare del Comune di Incisa Val d'Arno il Presidente della Provincia Matteo Renzi parteciperà alla presentazione del libro "Don Milani, la vita", di Mario Lancisi (edizioni Piemme) in occasione dei 40esimo anniversario dalla morte del priore di Barbiana.



interverranno
Matteo Renzi - Presidente della Provincia di Firenze
Severino Saccardi – direttore di “Testimonianze”
Mario Lancisi - giornalista e autore del libro


Chi era don Lorenzo Milani
Ordinato sacerdote nel duomo di Firenze il 13 luglio 1947 venne inviato come coadiutore a San Donato di Calenzano, vicino a Firenze, dove lavorò per una scuola popolare di operai e strinse amicizia con altri sacerdoti come Danilo Cubattoli, Bruno Borghi e Renzo Rossi.
Negli anni a Calenzano scrisse Esperienze Pastorali, che ebbe una forte eco per i suoi contenuti eterodossi: Giovanni XXIII, venutone a conoscenza, non esitò a definire l'autore addirittura come un pazzo scappato da un manicomio[2]. A dicembre 1954, a causa di screzi con la curia di Firenze venne mandato a Barbiana (Vicchio, Firenze), minuscolo e sperduto paesino di montagna, dove iniziò il primo tentativo di scuola a tempo pieno, espressamente rivolto alle classi popolari, dove sperimentò il metodo della scrittura collettiva. Opera monumentale della scuola di Barbiana è "Lettera ad una professoressa", in cui i ragazzi della scuola (con la regia di Don Milani) denunciavano il metodo didattico che, a loro dire, favoriva solo i borghesi ed i ricchi (i cosiddetti "Pierini").
Per i suoi scritti (ad esempio, L'obbedienza non è più una virtù), e per affermazioni come "Io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi" venne (in modo superficiale) incluso nel novero dei cosiddetti cattocomunisti.
In seguito ad un suo scritto in difesa dell'obiezione di coscienza, dove ancora una volta si distaccava dall'insegnamento e dalla tradizione cattolica, venne processato, ma morì prima che fosse emessa la sentenza.
Fu Don Milani ad adottare il motto "I care", in contrapposizione al "Me ne frego" fascista, per denotare un modo nuovo di intendere l'educazione e le relazioni con gli altri.

18/10/2007 15.15
Provincia di Firenze