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AUSCHWITZ: GLI STUDENTI IN PELLEGRINAGGIO CON NEDO FIANO
Visita ai lager. Deposizione di una corona. Stasera l'assemblea per raccogliere le riflessioni dei ragazzi

Presidente della Provincia di Firenze e Nedo Fiano, prezioso testimone della Shoah

Nedo passeggiava per una via di Firenze, qualcuno gli accostò la pistola al fianco e gli disse: "Tu sei ebreo". Poi quel viaggio da bestie, in treno, su quei binari che spariscono sotto terra e che a vederli, ad Auschwitz, sembrano ripetere ancora oggi lo stridore dei freni e lo smarrimento dell'arrivo in un luogo in cui non si è voluti andare. Le parole di Nedo Fiano, anziano e prezioso testimone della Shoah, scendono nel profondo. Sopravvissuto ad Auschwitz, distilla ogni parola per raccontare la sua storia ai cento studenti fiorentini, in una sala predisposta nell'albergo in cui alloggiano. Nel pellegrinaggio della memoria che stanno conducendo con la Provincia di Firenze, i ragazzi hanno con sè un''Agenda della memoria', una sorta di quaderno che è stata loro donata per annotare, prendere spunto, riflettere. Hanno visto il numero tatuato dell'internato Fiano e oggi, proprio Nedo, li accompagna a Auschwitz nella mattina e a Birkenau nel pomeriggio. Li aspetta davanti ad alcune vetrine, dove sono depositati i capelli tagliati alle donne deportate dai nazisti e uccise. Anche don Renzo Rossi, il prete fiorentino che è stato amico di don Lorenzo Milani, è con loro, dà spunti per pensare. "Io voglio parlare del campo di sterminio – ha scritto una volta Fiano - perché è il fatto più drammatico, più incredibile, più tragico che l'uomo possa vivere, è un allontanamento progressivo dalla vita, è la distruzione interiore dell'uomo". "Quanto soffrirò?", si chiedeva il prigioniero una volta scoperto che le ciminiere non nascondevano fabbriche ma forni crematori: "Non è una fucilazione, verrò bruciato, verrò prima gasato e poi bruciato... Dovrò soffrire venti minuti, mezz'ora, non so, come fanno?". Fiano aveva la fortuna "di parlare due lingue e mezzo" e venne inquadrato in un Kommando, di fronte ai forni crematori, dove i prigionieri venivano inviati all'arrivo. Una prima sala, con l'etichetta illusoria di Sala di disinfestazione, era la sala nella quale venivano ammassati i prigionieri nudi, dopo essere stati invitati a depositare in ordine i loro abiti, le loro scarpe, ed ogni altra cosa il loro possesso ("Mettete le vostre scarpe bene in ordine, la sinistra allacciata con la destra, in modo da ritrovarle dopo la disinfestazione")". "Disinfestazione", cioè camere a gas.
Nella mattinata e nel pomeriggio gli studenti hanno per loro una mezzora di silenzio in cui riflettere, nel lager. La Provincia di Firenze, con il Presidente, deporrà una corona in memoria delle vittime della Shoah. Stasera si incontreranno di nuovo tutti insieme e saranno questa volta gli studenti a parlare, a raccontare, a dare voce alla memoria raccolta.

07/04/2008 11.35
Provincia di Firenze