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RICCARDO GORI (PD): “UN CONSIGLIO PROVINCIALE STRAORDINARIO SU SCUOLA ED UNIVERSITÀ ALLA LUCE DEI PROVVEDIMENTI MESSI IN ATTO DAL GOVERNO”
Ed i ricercatori, intanto, annunciano uno “sciopero” didattico

“Questa è una riforma che destruttura invece che ristrutturare scuola ed Università”. Con queste parole il capogruppo del Partito democratico in Consiglio provinciale Riccardo Gori ha presentato la mozione, che porta anche le firme di Gloria Campi (Sinistra Democratica) e Massimo Marconcini (Comunisti Italiani), sui primi provvedimenti messi in atto dalla politica per rispondere al decreto approvato dal governo nazionale sull’Università. “Oltre alla mozione – ha spiegato Gori – stiamo lavorando per un Consiglio provinciale aperto con i Sindaci del territorio, operatori scolastici ed esponenti dell’ateneo fiorentino per affrontare i problemi della scuola primaria e secondaria e, soprattutto, per contrastare i provvedimenti del Governo che puntano a destrutturare l’Università. Gli annunci del Ministro Gelmini: dal voto in condotta al ritorno del grembiule servono solo per fare immagine. La verità è che c’è stato un taglio di spesa di 8 miliardi sui 20 previsti per la Pubblica Amministrazione a livello nazionale, con un incremento del rapporto tra alunni e studenti, una diminuzione degli insegnanti di sostegno con più difficoltà per i bambini disabili e la scuola primaria, che è tra le migliori a livello europeo, costretta a subire un taglio pesante, anche dal punto di vista didattico. Non solo. Col non completo recupero dell’ICI i comuni si vedono costretti a fare tagli negli asili nido e nelle mense scolastiche. Si rischia – chiosa Gori – la chiusura di plessi scolastici, soprattutto nei comuni di montagna. I mali cronici dell’università: sotto finanziamento e mancato rinnovo della classe docente non sono stati affrontati. Anzi, sono aggravati dal taglio di 1,5 miliardi del Fondo ordinario nel prossimo quinquennio e dal blocco, quasi completo, del turn over che porterà ad una decurtazione di 7000 docenti universitari, il 12% del totale. In cambio si chiede alle Università di trasformarsi in Fondazioni ma certi provvedimenti servono solo a creare Università di serie B e di serie A. Occorre fare fronte comune per difendere il buono che c’è nella scuola e non destrutturare l’Università”. I ricercatori universitari della facoltà d’ingegneria Franco Bagnoli e Francesco Grasso hanno annunciato uno “sciopero” didattico nell’ateneo fiorentino. “La riforma universitaria proposta porta ad un forte taglio delle risorse – hanno spiegato Bagnoli e Grasso – e s’inquadra in un disegno che porterà alla privatizzazione dell’Università. Ma, come al solito, ci troveremo di fronte ad una privatizzazione all’italiana. Le parti migliori saranno privatizzate, le altre no; con il rischio di avere università di serie A e di serie B. Il carico didattico è troppo spesso delegato ai ricercatori anche se il nostro lavoro è un altro. Per questo stiamo ritirando la nostra disponibilità a fare i corsi. Non siamo contro una riforma dell’Università ma siamo contro le modalità. La legge non è ancora attuata. Si può ancora intervenire. E lo deve fare il Parlamento”.

08/09/2008 16.10
Consiglio provinciale di Firenze - Gruppo PD