Regione Toscana
Cittą Metropolitana di Firenze

CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE

Home Home > Comunicati stampa >  Comunicato stampa  

“RIPENSARE GLI ENTI TERRITORIALI”
Gli interventi dell’On. Bianconi, dell’assessore Fragai e del Vice Presidente Barducci nel Consiglio provinciale sui nuovi assetti istituzionali

Cons. Prov. con On. Bianconi e ass. Fragai

L’Onorevole Maurizio Bianconi, intervenendo in Consiglio provinciale, ha sottolineato che: “E’ logico che gli Enti si aboliscono se sono inutili. Può sembrare un’evidenza però sicuramente ci sono delle Province la cui sopravvivenza diventa problematica, l’area metropolitana pone dei problemi sulla sopravvivenza della Provincia per le residue località. Come pongono dei problemi veri la scelta che ha fatto la Regione Sardegna di istituire nuove Province che hanno 7–8.000 abitanti. Dove non si sa neanche qual è il capoluogo. La mia idea non è quella di un brutale di taglio. Io vorrei abolire le Province inutili e la proposta di legge che ho contribuito a scrivere punta ad una revisione costituzionale dove siano costituzionale riconosciuti lo Stato, la Regione, le Province, i Comuni. Nella Costituzione non ci sono comunità montane, non ci sono circoscrizioni, ma c’è un unico livello nella riforma vigente in cui Stato, Regioni, Province e Comuni sono enti paritetici ed hanno la stessa identica dignità costituzionale. Questa – ha sottolineato Bianconi – è una grande novità importante che va poi riempita di contenuti. Io, per cultura personale, mi definisco autonomista: non sono federalista. E’ un concetto sbagliato, in Italia non dovrebbe neanche funzionare perché si fa una federazione quando ci sono tanti enti staccati che si mettono insieme e consegnano a ente terzo una parte della loro sovranità. Si fa esattamente lo stato centrale che cede sovranità e quindi crea un processo di autonomia, non di federalismo però, siccome non avevamo dottrina su questi temi abbiamo mutuato tutta la terminologia dalla dottrina tedesca: In realtà il nostro è un processo prima di decentramento, come prevede la legge Bassanini e poi di valorizzazione delle autonomie. E io penso che debbano essere tre i livelli: Stato, Regione ed Ente Territoriale. Si vogliono chiamare gli enti territoriali macrocomuni, chiamiamolo così, microprovincie, chiamiamolo così, ma il problema vero oggi è che l’ente territoriale deve essere più vicino ai cittadini. Più il territorio è esteso e più ha bisogno di essere governato da un governo vicino. Perché se si allontana i problemi dello sviluppo rimangono dispersi in mezzo a mille altri interessi. Più in Europa si fa economia globale e più il governo del territorio deve essere efficiente ed efficace oltre che istituzionalmente pregnante e che viva di tributi propri. Ma per fare questo bisogna trovare i limiti ed i confini di area omogenee, cioè sensibili allo stesso tipo di sviluppo. Alcuni Comuni non vanno bene e alcune Province, troppo grandi e con territori troppo diversi non vanno bene. Bisogna creare delle aree omogenee, ecco perché sono favorevole alla decotistuzionalizzazione della Provincia, perché vorrei un macrocomune e macrocomuni capaci di organizzarsi sia in consorzi mobili, flessibili o regionali per determinare servizi specifici”.
L’assessore alle riforme istituzionali ed enti locali della Regione Agostino Fragai ha sottolineato che: “Spesso raggiungiamo dei risultati prima ancora di poterli praticare o in qualche modo sperimentare. La costituzione è già stata modificata, in modo significativo, nel 2001 ed ancora oggi ci sono materie concorrenti che devono essere riposizionate. Partendo dai soggetti istituzionali di rango costituzionale: i Comuni, le Province, le città metropolitane e le Regioni lo scenario che abbiamo di fronte è quello di un riassetto. La Regione, con la riforma sulle Comunità montane ha cercato da una parte di ridurne il numero, dall’altra di fare diventare le Comunità montane stesse più unione dei Comuni, dunque non una sovrastruttura ma qualcosa di molto stretto e connesso e in questo non c’è molta differenza con quello che diceva Bianconi. In questo senso le Province possono esercitare una funzione di coordinamento. Io ricordo che c’è stato sottoposto da parte dell’Upi un documento dove si parla delle Province come comunità dei comuni: si tratta di sperimentare meglio questo termine. La Provincia potrebbe fungere da camera da compensazione, da supporto a questa comunità. Per quanto riguarda il dibattito Provincia sì, Provincia no, quando siamo arrivati vicinissimi alla soppressione della Province ho visto che questo non è avvenuto e ho qualche dubbio che si possa fare oggi in un clima istituzionale e in una condizione politica totalmente diversa da quella di allora. Dobbiamo tracciare il nostro confine all’interno di quella che è oggi la costituzione. Riguardo alla Provincia di Firenze ed alla costituzione della Città Metropolitana – ha aggiunto Fragai – la mia posizione, che è anche della Giunta regionale Toscana è chiara. Gli studi dicono che sono le grandi aree urbane e le grandi città metropolitane, europee e mondiali, che rappresentano il volano dello sviluppo, e forse anche il volano della futura ripresa economica. Se analizziamo la Toscana ci rendiamo conto che la Regione avrebbe bisogno di un traino fortissimo che viene da Firenze e dalla sua città metropolitana. Nella normativa che anticipa le città metropolitane sul federalismo fiscale si porrà il tema di stabilire qual è la città metropolitana in quest’area e non vedo alternative a immaginare una città metropolitana adeguata ai problemi di oggi che non può non comprende, a mio avviso, la Provincia di Firenze, quella di Prato e quella di Pistoia: qualsiasi altra soluzione sarebbe assolutamente inadeguata. Soluzioni parziali, a volte annunciate, di Firenze con i comuni del suo hinterland significherebbe assegnare alcune parti del territorio di questa Provincia ad altre province o costituire una Provincia ex novo, oppure immaginare la città metropolitana solo come la Provincia di Firenze non ha senso. La vera integrazione urbana sta con Prato e con Pistoia. Se si deve fare una riforma deve essere una cosa seria”.
Infine il Vice Presidente della Provincia Andrea Barducci: “E’ vero che ogni tanto ritorna questa idea, questa ipotesi, questa proposta di abolizione delle Province ma devo dire francamente che al Congresso nazionale, dell’UPI che si è tenuta, ad ottobre, a Torino non sono mancati rappresentanti politici, di tutti gli schieramenti, compresi Ministri, che hanno sottolineato l’idea di riconfermare il ruolo e l’importanza delle province, a cominciare dal Ministro dell’interno. Occorre allontanare la discussione e la mente dai luoghi comuni ed andare al cuore dei problemi. Bisogna evitare di ragionare intorno agli organi e alle città metropolitane dicendo che così si aboliscono le Province. Perché alla fine il messaggio che arriva è che sostituiamo un livello inutile con un altro livello che poi alla fine diventerà ugualmente inutile. L’idea delle città metropolitane non sta tanto nel fatto che comunque bisogna abolire le Province ma nel fatto che occorre immaginare e costruire dei sistemi di Governo del territorio, che rispondano alle necessità sempre più complesse della stagione che stiamo traversando. La Costituzione prevede non solo pari dignità tra i livelli istituzionali, ma la Costituzione ha compiuto, con la riforma del 2001, un’operazione di natura politica istituzionale, che ha messo sullo stesso piano i livelli istituzionali. L’Europa è fatta di macroregioni e di sistemi economici, sociali e culturali abbastanza omogenei. Dobbiamo, allora, ricostruire l’idea dello Stato e del Governo di sistemi sempre più complessi, intorno a questa dimensione. Dobbiamo fare una grande operazione riformista con una separazione ragionevole di competenze per cui sappiamo chi fa che cosa e perché e dobbiamo poter dire al cittadino piuttosto che all’impresa che se deve risolvere quel problema va lì, se ne deve risolvere un altro va dall’altra parte. Questo è il male antico della pubblica amministrazione. La legge delega sul federalismo fiscale mette in campo l’idea delle città metropolitane – ha concluso Barducci – io sono per accettare la sfida. Non è possibile moltiplicare i livelli, sono per la sostituzione. Per quanto ci riguarda la nostra scala territoriale è il Circondario dell’empolese-valdelsa, la Provincia di Firenze, la Provincia di Prato e la Provincia di Pistoia. Questa è la scala territoriale di riferimento entro la quale è opportuno riorganizzare il sistema metropolitano. E’ in questa scala territoriale di riferimento che dobbiamo riorganizzare il sistema infrastrutturale, gli elementi di programmazione urbanistica, il tema dello sviluppo e della programmazione del territorio e, infine, la gestione dei servizi pubblici locali”.

30/01/2009 15.54
Provincia di Firenze