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LE CRISI ALLA ENSECO E COMMPROVE DI SCANDICCI
L’assessore Saccardi ha risposto ad una domanda d’attualità di PRC

La liquidazione della Enseco e la mobilità per i lavoratori della Commprove di Scandicci sono state al centro di una domanda d’attualità di PRC alla quale ha risposto l’assessore provinciale al lavoro Stefania Saccardi. “Si tratta di due aziende con dipendenti altamente specializzati – ha spiegato l’assessore Saccardi – con la Enseco che si occupa di ingegneria meccanica e di servizi tecnici per le industrie metalmeccaniche. Lo scorso 4 dicembre il Consiglio di amministrazione ha deciso la messa in liquidazione sancendo il passaggio della ragione sociale da Spa a Srl. La causa della messa in liquidazione viene ricondotta alla cattiva gestione dell’apertura di una filiale in Polonia che ha avuto solo costi e nessun attivo. Gli ultimi 4 bilanci si sono chiusi in pareggio e tra i committenti, è bene ricordarlo, ci sono Finmeccanica, Fincantieri e altre grandi aziende. La manodopera si occupava di progettazione ingegneristica ed i lavoratori, 47 a Scandicci e 9 a Vibo Valentia, benché inquadrati nel settore metalmeccanico hanno diritto alla sola cassa nord area, in quanto l’azienda aprirà quanto prima la procedura di mobilità per tutti i dipendenti. La Commprove invece è un’azienda che ha la sede centrale in Irlanda, ma la direzione a Scandicci e si occupa di telefonia mobile. Più precisamente della produzione di sistemi hardware per la gestione delle reti. In Italia ha clienti come Telecom Italia e Wind, a livello mondiale vanta acquirenti come Motorola. A Scandicci ha 68 dipendenti. Ha aperto una procedura di mobilità per 17 lavoratori e tra questi ce n’è solo uno che attraverso la mobilità riesce a raggiungere i requisiti della pensione. La motivazione dell’attuale provvedimento è legato all’esigenza di diminuire i costi. L’azienda avrebbe tentato di entrare in mercati emergenti, in India in particolare, ma il rallentamento economico sta investendo anche quei paesi con inevitabili difficoltà. Le organizzazioni sindacali hanno proposto di abbandonare la mobilità per una richiesta di cassa straordinaria per un anno”. Per Calò: “Il tessuto produttivo in Provincia di Firenze sta raggiungendo il livello di guardia. Ci troviamo di fronte a due aziende che licenziano non solo gli operai ma, soprattutto, professionisti che si occupano di ingegneria e di informatica. Di professionisti che comunque lavorano in contesti specifici. La crisi continua a mordere non solo l’informatica ma anche la telefonia. Il Comune di Scandicci ha già preso posizione ed ha istituito un fondo di solidarietà per quei lavoratori espulsi dai processi produttivi. Chiediamo che le istituzione obblighino il mondo imprenditoriale ad assumere un ruolo e ad assumere anche una posizione affinché queste professionalità, queste specificità, non vengano buttate via”.

17/02/2009 17.05
Provincia di Firenze