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APPROVATA MOZIONE CONTRO LA SOPPRESSIONE DELLA COMMISSIONE NAZIONALE PARI OPPORTUNITÀ
Il documento sarà inviato anche a Regione, istituzioni locali, Camere, Governo e ministero Pari Opportunità

Il Consiglio Provinciale ha approvato (19 voti a favore della maggioranza e Rifondazione Comunista e 5 contrari della Casa delle Libertà) una mozione presentata dai consiglieri dei Democratici di Sinistra Barone, Campi, Lepri, Gabbrielli e Biagini contro la soppressione della Commissione Nazionale Pari Opportunità. “La mozione – ha spiegato in aula la consigliera Gabbrielli – nasce dalla proposta che il Ministro Prestigiacomo ha fatto al Consiglio dei Ministri e che prevede di mantenere la Commissione Pari Opportunità solo dal punto di vista nominale. In realtà c’è un disegno per svuotare questo organismo che fino ad ora è stato un importante strumento per le politiche di Pari Opportunità in tutto il territorio nazionale. Con questo progetto la Commissione non avrà più una sua autonomia, anche dal punto di vista finanziario, diventando solo uno strumento di consulenza per il ministero. La Commissione perderà il legame con la società civile e la proposta prevede una riduzione delle rappresentanti all’interno dell’organismo, il progetto prevede infatti la non presenza dei delegati dei partiti. La mozione del Consiglio sarà inviata al Ministro, alla Presidente Nazionale della Commissione Marina Piazza, alle istituzioni locali, ai rappresentanti in Parlamento eletti nei nostri colegi. Con questa mozione chiediamo che il decreto sia rivisto. Le principali caratteristiche di partecipazione ed autonomia devono essere mantenute”. L’assessore alla Pianificazione Territoriale Luciana Cappelli ha rivolto un’invito alla Commissione Pari Opportunità della Provincia per realizzare un progetto che affronti il complesso rapporto tra mondo del lavoro e le donne: “Le donne – ha spiegato l’assessore – sono attive nella società e nei movimenti ma poco nella vita istituzionale. Più donne nelle istituzioni vuol dire più democrazia”. Contraria Avezzano Comes (FI): “La Commissione – ha annunciato Avezzano Comes – sarà rivisitata così come ci viene chiesto dall’Unione Europea. Dal ’96 esiste infatti un Ministero per le Pari Opportunità. Non era più possibile avere anche una Commissione autonoma che riferiva direttamente solo al Presidente del Consiglio. Commissione e Ministero avevano le stesse competenze è chiaro quindi che la Commissione non può altro che trasformarsi in un organo consultivo. Deve mettere le sue competenze e le sue funzioni a disposizione del Ministero”. Contrario alla mozione Nistri (An) che ha chiesto per le donne maggiori garanzie soprattutto nel campo del lavoro: “E la riforma fatta dal governo – ha precisato Nistri – opera per la difesa del lavoratore”. Uno strumento di lotta e di rappresenza importante per Targetti di Rifondazione Comunista che ha rivendicato l’autonomia della Commisione. La consigliera Barone (Ds) ha ricordato come in un rapporto Onu sulla rappresentanza delle donne nelle istituzioni l’Italia è al 68° posto. D’accordo con il documento i consiglieri Marconcini dei Comunisti Italiani: “Tanti sono ancora gli ostacoli per le donne nel lavoro e nelle istituzioni. La politica si deve far carico di questi problemi”, De Luca: “Questa riforma svilisce il ruolo della Commissione diminuendone l’autonomia” e Vignoli della Margherita. Quest’ultimo ha presentato un emendamento con il quale il Consiglio ha deciso di trasmettere la mozione anche alla Regione, alle Camere ed al Governo.

18/07/2003 12.17
Provincia di Firenze